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Kanye West compie 45 anni: tra Kardashian e Donda il suo ultimo anno è stata un’opera d’arte a sé

Gli ultimi 365 giorni sulla Terra di Kanye West hanno raccontato molto dell’artista e della sua evoluzione musicale, ma non solo: il racconto qui.
A cura di Vincenzo Nasto
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È stato un anno intenso per Mr. Kanye West, che nel frattempo, lo scorso 24 agosto ha cambiato legalmente il suo nome in Ye. I 45 anni del rapper originario di Chicago, compiuti nelle scorse ore, tracciano una linea di demarcazione nel racconto della sua incredibile carriera, che ha vissuto negli ultimi 365 giorni un'evoluzione incredibile. Se il Covid-19 e le elezioni americane avevano acceso una fiammella, divampata tra le prime voci di un divorzio con Kim Kardashian, ciò che è accaduto negli ultimi 12 mesi ha determinato l'incendio a cui abbiamo potuto assistere al listening party del primo capitolo di "Donda", dove la riproduzione originale dell'abitazione d'infanzia del cantante, veniva rasa al suolo dalle fiamme. Di capitoli di "Donda" adesso ne abbiamo due, o almeno da ciò che viene condiviso dai fruitori del suo Steam Player, ma si sta avvicinando il momento in cui il progetto verrà rilasciato sulle piattaforme di streaming, com'è successo già con "True Love", in collaborazione con XXXTentacion. Nel frattempo, le dinamiche con la sua ex moglie e il suo nuovo compagno Pete Davidson hanno descritto ancora una sfumatura marcata dei problemi di salute mentale del rapper, già avvistati mesi prima nella querelle con Drake e le frecciatine lanciatesi a vicenda. Mr. Kanye West signori e signori, l'uomo e il producer, il performer e l'imprenditore da 250 milioni di dollari di ricavi nel 2021.

L'uscita di Donda 1 e l'iniziativa privata per Donda 2

L'ultimo anno di Kanye West, musicalmente parlando, ha avuto molto da raccontare. Riflettere sull'espansione del suo personal brand, anche grazie alle campagne commerciali condotte per l'uscita dei due capitoli di "Donda", significa anche riportare la scelta oculata sulla presentazione dei progetti attraverso listening party aperti al pubblico. Ciò che è avvenuto per il primo capitolo di "Donda", con il rapper chiuso nella Mercedes-Benz Stadium di Atlanta a completare il disco, con i due listening party che son diventati in poche ore manuali di presentazione di un progetto, riportano la questione musicale su un piano di lettura ancora più stratificato. Kanye West crede alla sua musica, più di quanto ogni altro artista faccia, e la struttura di supporto che ha permesso di mostrarla al mondo, ha definito ancora di più il valore artistico del rapper. Dall'ascesa in volo, all'esclusiva su Apple Tv con oltre sette milioni di accessi, dall'incendio della sua casa d'infanzia a Chicago alla season 2 del progetto, presentato al Loan Depot Park di Miami. Al centro di tutto questo viaggio analitico e sensoriale nel suo racconto musicale, Donda West, la madre del rapper, che diventa il perno narrativo del dolore provato da West, abbandonato negli ultimi mesi anche dalla seconda figura familiare della sua vita: la sua ex moglie Kim Kardashian.

Il dissing con Drake e il ramoscello d'ulivo per Larry Hoover Sr

Parte del racconto del primo capitolo di "Donda", ma soprattutto della commercializzazione del suo penultimo disco, è stato concentrato sulla polarizzazione delle opinioni del pubblico nei contrasti con Drake, in uscita nel 2021 con "Certified Lover Boy". Dopo essersi lanciate frecciatine sui social, con Kanye West che avrebbe svelato l'indirizzo a Toronto dell'abitazione di Drake e dopo aver appoggiato Pusha T nel dissing riferito al figlio del rapper canadese, Adonis, Drake ha per la prima volta risposto a Kanye, prima in "Betrayal" con Trippie Redd, per poi riprendere con alcuni filmati del 2018, quando Kanye aveva scoperto per la prima volta la relazione della sua ex moglie con l'artista canadese. Dai fantasmi del passato alle chat fittizie, i due sono riusciti a sotterrare la propria ascia di guerra lo scorso 17 novembre, quando West ha chiesto pubblicamente a Drake di partecipare a un concerto di beneficenza per una delle figure fondamentali di Atlanta: il fondatore di Gangster Disciplines Larry Hoover Sr, condannato a sei ergastoli per un omicidio avvenuto negli anni '70. I due si son fatti fotografare assieme al figlio del detenuto durante un evento pubblico, a cui ha partecipato anche lo stand-up comedian Dave Chapelle, anche lui in ripresa dopo il ciclone mediatico per le denunce di transfobia legate al suo ultimo spettacolo in esclusiva su Netflix "The Closer".

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Il cambio di nome

"Sono Ye, pronunciato Yay". È ormai passata una vita dal 24 agosto scorso quando il rapper di Chicago aveva annunciato ufficialmente di voler cambiare il suo nome, anticipando ciò che sarebbe avvenuto il giorno successivo, quando per la prima volta veniva revisionata dalla Corte di Los Angeles, la richiesta di cambio del proprio nome. Un'evoluzione biblica, come ha spiegato lo stesso West, poiché Ye è la parola più utilizzata all'interno del Libro sacro, una convezione che Kanye ha deciso di utilizzare anche per aprire il suo mondo a tutti: "Ye significa che io sono te, sono noi. Siamo noi". Il cambiamento è stato anche poi raccontato in un'intervista con Big Boy alla KRRL, dove il rapper aveva spiegato le due motivazioni che lo avevano spinto a questo cambiamento. Da una parte, in ricordo della madre cattolica Donda West a cui sono dedicati anche gli ultimi dischi, dall'altra parte un richiamo diretto alla Bibbia: "Credo che ‘ye' sia la parola più usata nella Bibbia e nella Bibbia significa ‘tu'. Significa che io sono te, sono noi, siamo noi. Da Kanye, che significa l’unico, sono passato a Ye che riflette il nostro bene, il nostro male, la nostra confusione, il nostro tutto".

La separazione con Kim Kardashian e il litigio con Pete Davidson

È stata una delle separazioni più chiacchierate dell'ultimo anno, quella tra Kanye West e Kim Kardashian, anche come uno dei temi centrali dei due capitoli di "Donda". Dopo aver più volte suggerito nei brani come la donna e i loro figli gli avessero salvato la vita, il tutto incorniciato nella sfilata di Kim Kardashian con l'abito da sposa bianco durante il listening party di "Donda", le traiettorie dei due, da incidenti, sono diventate parallele, fino a scomparire nell'ombra del dimenticatoio. Dalle accuse ai tradimenti del passato, compreso quelli con Drake e Nick Cannon, alla crescita dei figli e ai possibili episodi di violenza domestica lasciati trasparire in "Jail", tutto ciò che coinvolge adesso la vita di entrambi è una figura terza: quella di Pete Davidson.

Kanye West e Kim Kardashian, listening party Donda 2021
Kanye West e Kim Kardashian, listening party Donda 2021

Lo stand-up comedian, protagonista fino a poche settimane fa del Saturday Night Live, è il nuovo fidanzato di Kim Kardashian, con Kanye West che ha assunto toni polemici, a dir poco, arrivando a farsi bloccare più volte il suo account Instagram, anche per riferimenti razziali a Trevor Noah, ma soprattutto a pubblicare "Eazy", con il suo video ufficiale. Nella sua rappresentazione cinematografica, prodotta con la tecnologia Claymation, Kanye West si mette in moto alla ricerca del fantoccio di Davidson, rapendolo con un sacco sulla testa: il cantante poi seppellisce vive il comico, piantandogli sulla testa delle rose con delle spine, che inevitabilmente sono la causa della sua morte. Il tutto si conclude con "Tutti vissero felici. Tutti tranne Skete: voi sapete di chi sto parlando".

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Il rifiuto ai Grammy e al Coachella 2022

Altri due rifiuti hanno animato l'ultimo anno di Kanye West, due eventi fondamenti per la musica USA: i Grammy Awards 2022, ma anche il Coachella, di cui il cantante avrebbe dovuto essere uno degli headliner dell'ultima giornata. Due celebrazioni a cui il rapper non ha potuto partecipare per il suo comportamento sui social e per le terapie che si è dovuto sottoporre per la sua salute mentale. Inizialmente avrebbe dovuto essere una delle figure di spicco ai Grammy, con quattro nomination: Miglior album, miglior album rap, miglior canzone rap e miglior collaborazione con un artista rap. Tra le ragioni utilizzate dall'Academy dei Grammy, il suo "preoccupante comportamento online", che aveva fatto tendere l'ago della bilancia sul mancato invito, dopo ciò che era avvenuto l'anno prima con The Weeknd. Discorso simile, in cui entra anche l'autore di "Dawn Fm", per il Coachella 2022: dopo settimane di annunci, il rapper avrebbe rifiutato di presentarsi dopo che l'organizzazione del Festival aveva rifiutato la presenza di Travis Scott sul palco, alle prese con la querelle legale dopo la tragedia di Astroworld. Un compenso da otto milioni di dollari rifiutato e poi proposto, anche se in minima parte, all'autore canadese The Weeknd, che ha preso in maniera improvvisa il suo posto.

Il documentario su Netflix

Ma ciò che ha più avvicinato, negli ultimi 12 mesi, gli appassionati di musica alla figura di Kanye West, non può che essere il documentario pubblicato su Netflix "jeen-yuhs: a Kanye Trilogy". Grazie al lavoro di Coodie Simmons e Chike Ozah, è stato possibile ritornare ai primi anni di Kanye West, un viaggio emozionale nel suo rapporto con la musica e le telecamere, con la visione di sé e del mondo circostante, soprattutto in alcune riprese con la madre Donda West. Il documentario, diviso in tre episodi intitolati "Vision", "Purpose" e "Awakening", ovvero, rispettivamente "Visione", "Obiettivo" e "Risveglio", riporta una costruzione molto più empatica e meno spettacolare della persona/personaggio Kanye West, un lavoro onesto nella sua complessità, che riporta con maggior scrupolo le difficoltà attraversate dal rapper originario di Chicago. Dalle notti negli studi della Roc-A-Fella, all'incidente e "Throught the wire", dal primo incontro con Kanye West a quella visione che lo ha portato con il suo album d'esordio a ricevere 10 nomination ai Grammy, e a vincere il miglior album rap con "The College Dropout" nel 2004. Un contenuto imperdibile, che racconta meglio i 45 anni sulla terra che Kanye West ha attraversato. Buon compleanno Mr.West.

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