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Blanco è l’istinto sulla ragione, la razionalità spazzata via da una corsa incessante

Dopo aver trionfato al Festival di Sanremo 2022 con “Brividi” in collaborazione con Mahmood, oltre 300mila biglietti venduti per il Blu Celeste Tour di Blanco.
A cura di Vincenzo Nasto
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Prima i boschi, poi il palco di Sanremo, in attesa della prossima tappa: il 14 maggio a Torino per l'Eurovision Song Contest 2022. Blanco sembra avere ancora molto fiato, dopo due anni in cui la sua corsa sfrenata è diventata un simbolo di riappropriazione della libertà, dell'istinto sulla ragione. Sì, perché l'artista di Calvagese della Riviera sta correndo una maratona con la stessa intensità di un centometrista, raccogliendo in soli due anni 29 dischi di platino tra album, singoli e collaborazioni e un Festival di Sanremo con il singolo "Brividi" in collaborazione con Mahmood. Tutto questo avendo da poco compiuto 19 anni, lo scorso 10 febbraio, forse uno dei primi momenti utili per l'artista bresciano di tracciare una linea su ciò che sono stati gli ultimi due anni. Nel frattempo, la ripresa della musica live ha permesso al giovane cantante di affacciarsi per la prima volta all'idea di un concerto, anzi di 28 date. Il risultato è stato estremo, come la velocità con cui Blanco è riuscito a conquistare un pubblico più ampio di ciò che si che ci si aspettava: oltre 300mila biglietti venduti e 28 date sold out. Un risultato così netto è più unico che raro e ha coinvolto negli ultimi anni solo artisti come Ultimo e i Maneskin, loro al di fuori dei confini nazionali.

Le premesse per un successo così impattante nell'industria discografica si erano notate già dopo il successo dei primi tre singoli: "Belladonna", "Notti in bianco" e "Ladro di fiori". Un immaginario pop-punk che si allontanava nettamente dal momento che il mondo stava vivendo attraverso la pandemia, inizialmente una via di fuga dalla razionalità, a cui Blanco ha spezzato le corde. La descrizione di una riappropriazione della natura, un rapporto diretto con le proprie emozioni, nessun filtro a incatenare quella euforia emotiva che ha traslato nei suoi brani, anche grazie alla figura del suo produttore Michelangelo, salito con lui e Mahmood sul palco di Sanremo. Proprio il rapporto con la natura riaffiora in alcune collaborazioni, come "La canzone nostra" nell'album "Obe" di Mace, ma soprattutto nel suo primo progetto discografico: "Blu Celeste".

Il successo incredibile dell'album "Blu Celeste", classificato doppio disco di platino, è stato costruito in maniera diretta sulla dicotomia Blanco – Natura. Dalla copertina che lo vede immergersi nudo tra le acque del mare, un luogo in cui è possibile raccontare i contrasti con l'ambiente che lo circonda, ma soprattutto la leggiadria con cui riesce a muoversi in più dimensioni, in più direzioni. "Blu Celeste" è composto da 33 minuti di musica, dilazionata in 12 brani, un tuffo nell'universo inesplorato di un cantante che si rivolge a una generazione sempre sull'orlo di una crisi di nervi. L'alta tensione emotiva che contrasta la sospensione nel vuoto, una finestra sull'oceano di sentimenti che si intersecano tra di loro: dalla rabbia alla tristezza per "Mezz'ora di sole", alla voglia e alla possibilità di sbagliare per crescere in "Figli di puttana". Blanco ha circumnavigato l'universo di sentimenti repressi di una generazione troppo debole per urlare, e con troppe storie da raccontare senza una voce adatta. La bravura del giovane cantante si è rivista anche dallo slancio nella sperimentazione e nello sviluppo della propria immagine, riuscendo a passare dall'esibirsi nella piscina più profonda del mondo a indossare abiti di Valentino nel video di "Paraocchi".

Euforia, e alcune volte anche un po' di incoscienza. Questa sua dimensione fuori dagli schemi non gli ha portato in dote solo l'amore di un pubblico, molto più omogeneo di quanto si pensi: Blanco è anche stato attaccato da un suo collega, prima indirettamente, per poi diventare un confronto diretto, a cui lo stesso cantante bresciano si è sottratto. La polemica pre-Festival di Sanremo con l'altra youngstar tha Supreme ha messo in evidenza anche quanto Blanco fosse il frutto di una contaminazione ultra pop, ma che avesse raccolto molto più di quanto si pensasse anche dall'innovazione urban degli ultimi anni in Italia. Nel frattempo, la vittoria di Sanremo gli ha regalato un volume di attenzioni social paragonabile solo a ciò che è accaduto negli scorsi anni ai Maneskin. Blanco dovrà imparare a fronteggiare anche questo nei prossimi mesi, con i primi attacchi che gli sono stati rivolti sui social dopo la sua partecipazione al Safer Internat Day. Le sue parole: "È più bello fare l’amore dal vivo se c’è sentimento. Non mandate foto private, possono diventare un ricatto, siate più riservati" non hanno messo d'accordo tutti gli utenti del web, con alcuni che lo hanno accusato di victim blaming nell'ottica del revenge porn.

Ritornando al rapporto con i Maneskin, ci sono molti punti in comune tra la band romana e l'artista bresciano. Oltre alla nota vittoria del Festival di Sanremo, nel 2021 Blanco e i Maneskin hanno lottato per il singolo più streammato su Spotify, con "Mi fai impazzire" in collaborazione con Sfera Ebbasta in grado di superare "Zitti e buoni" della band romana. Ma non solo, perché i Maneskin hanno rivolto il loro pensiero per l'Eurovision ai due vincitori del Festival di Sanremo, con l'augurio di poter bissare il successo, questa volta in casa. Oltre ai numeri, i Maneskin e Blanco rappresentano una nuova opzione musicale nel mercato discografico italiano dopo il 2016, una risposta del punk-pop, con annesse differenze, all'evanescenza del fenomeno trap 2016. Oltre al lato musicale, il gruppo romano e l'artista bresciano sono anche la rappresentazione di una generazione fluida, di personaggi sempre meno catalogabili e aperti a tutte le dimensioni sociali. Ma non solo: l'energia dei Maneskin e di Blanco diventano anche la speranza di una ripresa, di un ritorno a un'esperienza di vita più diretta, non frenata dal contesto che li circonda.

È fondamentale a questo punto l'arrivo delle prime date del tour, che si aprirà il prossimo 3 e 4 aprile a Padova e si chiuderà alla fine dell'estate, il 17 settembre all'Ippodromo di San Siro. Tra aprile e giugno invece, l'arrivo dell'Eurovision Song Contest, dovrà confermare due verdetti. Da una parte, il ritorno della musica italiana al centro del panorama europeo, sintomo di quanto il movimento discografico sia ormai ispirazione in tutto il mondo, confermando la bontà di ciò che è avvenuto lo scorso anno ai Maneskin. Per fare questo, Blanco e Mahmood dovranno confermare le ottime esibizioni ottenute sul palco del Festival di Sanremo, in cui sono riusciti a raccogliere applausi anche durante la serata delle cover, interpretando in maniera sensazionale "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli. Dall'altra parte, un'eventuale vittoria della coppia lancerebbe Blanco in un universo tutt'altro che nazionale, non seguendo le orme lasciate dai grandi del passato, avendo l'opportunità di riscrivere il proprio personaggio, anche grazie ai suoi 19 anni. Ma è inutile fare piani sul futuro, perché Blanco non ha limiti come direzioni: in questi due anni ci ha insegnato che è impossibile prevedere l'imprevedibile.

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