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Britney Spears contro la tutela legale

Framing Britney Spears, finalmente un documentario mostra il dolore inflitto alla cantante

“Framing Britney Spears” è il nuovo documentario del New York Times sulle tante vite della 39enne ex regina del pop americano Britney Spears. Dal suo rapporto precoce con le telecamere, all’aggressività dei media nei suoi confronti, fino alla caduta e alla conservatorship degli ultimi 13 anni. Hollywood si è accorta di aver sbagliato con Britney Spears, e adesso sta cercando di rimediare.
A cura di Vincenzo Nasto
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Tredici anni di storia, ma potrebbero essere molti di più quelli che contraddistinguono gli aspetti più personali della vita di Britney Spears. L'ex reginetta del pop americano, figura simbolo di un paese alla continua ricerca di un esempio femminile da esportare in tutto il mondo sin dai primi anni della sua vita, sta raccogliendo le prime scuse sul modo in cui il sistema massmediatico americano l'ha trattata. Il primo "mea culpa" è arrivato dal New York Times, che nell'occasione dell'uscita del documentario "Framing Britney Spears", ha voluto pubblicamente chiedere scusa per come il suo benessere mentale è stato schiacciato in passato, per come è stata derisa dal grande pubblico, soprattutto dopo la rottura con il cantante dei Nsync Justin Timberlake e non solo. Il documentario è stata anche la possibilità ulteriore di mettere sullo schermo il rapporto conflittuale tra l'ex popstar e il padre Jamie Spears, concentrandosi soprattutto sulla conservatorship e sul movimento "Free Britney", due costanti che accompagnano la popstar nel biennio 2008/2009. Dopo la trasmissione di "Framing Britney Spears", avvenuta lo scorso 5 febbraio su Fx e sulla piattaforma di streaming Hulu, sono aumentati anche i messaggi di solidarietà di personalità di Hollywood, tra cui Miley Cyrus, che l'ha voluta omaggiare durante il concerto TikTok Tailgate, nel pre gara del Superbowl.

Baby one more time e la rottura con Justin Timberlake

Dalle prime immagini di una bambina bionda di 10 anni della Louisiana, si poteva già riconoscere come Britney Spears non avrebbe avuto una vita semplice, sotto il costante sguardo dei riflettori. Prima il Mickey Mouse Club, poi subito il primo contratto discografico, con il progetto "Baby one more time" che vendette più di 20 milioni di copie. Tutto ciò viene raccontato nel documentario "Framing Britney Spears" del New York Times, firmato dalla regista Samanta Stark, che però non ha avuto la possibilità di incontrare la popstar, men che meno il padre Jamie. Un racconto che analizza la sessualizzazione della sua figura quando era ancora una teenager, ma soprattutto scende nei particolari nella sua relazione con Justin Timberlake, il cantante allora parte del gruppo Nsync. La rottura della relazione, suggerita dallo stesso Timberlake con la pubblicazione del singolo "Cry me a river", il modo in cui la notizia viene trattata dalla stampa, che dipinge Britney Spears come l'autrice di un tradimento, sono tutti pezzi di un puzzle più grande da ricostruire. In questo si inserisce la figura sempre più ingombrante del padre Jamie Spears, che incomincia a tallonare la giovane popstar, ma soprattutto i paparazzi che la seguono dappertutto, una presenza fissa nella vita di Britney.

La derisione della sua salute mentale

La macchina del fango di Hollywood continua a marciare sulle sfortune della cantante, anche dopo il fidanzamento con Kevin Federline e la nascita dei suoi figli. In un frame del documentario che riprende un'intervista a Britney, la giornalista le chiede: "Sei una pessima madre, Britney?". Un terrorismo psicologico che continuerà anche dopo i fatidici eventi del 2008, in cui in un crollo emotivo, si rasa i capelli e finisce in comunità. In quell'anno nasce anche il rapporto simbiotico con il padre Jamie Spears, indicato dal tribunale come il soggetto destinato ad organizzare l'aspetto patrimoniale della cantante, un gruzzolo da decine di milioni di dollari, attraverso una conservatorship, un'ammissione delle condizioni di Britney Spears, non più in grado di scegliere per sé, non più in grado di vivere da sola. Questa condizione ha pesato anche sull'immagine costruita dai media, come quando la sua salute mentale è diventata parte di un gioco per famiglie in Family Feud del conduttore John O’Hurley, dove lo stesso chiede ai concorrenti cosa avesse perso Britney Spears, nell'ilarità generale: le due risposte più forti e con il plauso maggiore del pubblico sono "i capelli" e "la sua salute mentale".

Lo stato legale della sua censorship

L'assenza dai palchi, dalla musica che l'aveva accolta e coccolata nei primi anni della sua carriera, diventa anche uno dei motivi per cui i suoi fan la rivogliono in pubblico, per onorarla di tutto ciò che ha raggiunto nella sua vita. A questo inizialmente si aggiunge anche una piccola polemica contro il padre Jamie Spears, reo di condizionare totalmente l'accesso alla vita pubblica della cantante, reclusa in una bolla familiare. Il movimento #FreeBritney, da iniziale parodia diventa un gruppo sempre più nutrito di persone che sostengono il proprio amore per la popstar e per la sua libertà espressiva, un'influenza sempre maggiore nei mass media, che incominciano a riportare sempre più spesso la notizia di fiammanti proteste. A queste si aggiungono le ulteriori trattative sulla conservatorship, che Britney cerca di togliere a suo padre anche attraverso le vie legali, cercando di confinare i suoi averi nelle mani della sua tutrice personale Jody Montgomery e nella società azionaria Bassemer Trust. La sconfitta, per adesso, con l'ulteriore prolungamento della conservatorship a favore del padre Jamie Spears, è solo una parte del risultato finale ottenuto dalla cantante, con il movimento #FreeBritney diventato sempre più presente nelle cronache mondane, citato anche in un testo letto dalla stessa legale di Britney Spears in tribunale, che ha ringraziato i fan per il supporto.

Il commento del fidanzato nei confronti del padre Jamie Spears

Nel frattempo, a favore della popstar si è schierata anche l'attuale fidanzato Sam Asghari, che dopo essersi trattenuto nell'esprimere la propria opinione sulla questione legale, negli scorsi giorni ha commentato su Instagram la figura del padre, spingendosi quanto mai in avanti: "Ora è importante che le persone capiscano che non ho alcun rispetto per qualcuno che cerca di controllare la nostra relazione e che crea continuamente ostacoli tra di noi. Secondo il mio pensiero, Jamie è un totale coglione. Non entrerò nei dettagli perché ho sempre rispettato la nostra privacy ma allo stesso tempo non sono venuto in questo Paese per non poter esprimere la mia opinione e libertà". Un'affermazione così spinta non si era mai sentita da parte dell'attuale partner della cantante. Nel frattempo Britney, ultimamente, si sta mostrando in pubblico su Instagram nella propria abitazione, divertendosi in balletti che rassicurano sullo stato di salute fisico della donna, meno su quello mentale.

Anche Chiara Ferragni esprime la sua solidarietà

"Framing Britney Spears" è stata anche l'occasione per molti artisti di Hollywood di riconoscere le due facce della storia raccontata dai media su Britney Spears, mostrando particolarmente quella aggressiva del mondo dell'informazione nel volerla inquadrare come un soggetto autolesionista, non in grado di essere una figura positiva per la società. E se ci saremmo aspettati l'urlo di Miley Cyrus "We love you Britney", durante il TikTok Tailgate, il concerto pre gara avvenuto durante l'ultimo Superbowl, la vicinanza di personaggi come Courtney Love, Khloe Kardashian e Sarah Jessica Parker, sorprende e non poco. Tutte e tre hanno pubblicato su Twitter o Instagram il messaggio #FreeBritney, commentando la forza mentale che ha dovuto avere la stessa Britney Spears per superare le tantissime prove mentale affidategli da quando era piccola. Tra questi messaggi di solidarietà, spicca anche quello di Chiara Ferragni: "Si spezza il cuore. Free Britney. Ti amiamo".

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