Blanco, Madame, Mahmood: la risposta pop all’evanescenza della trap negli ultimi anni
"Blu Celeste", "Ghettolimpo" e "Madame" sono tre progetti molto diversi tra loro: confini musicali che difficilmente potrebbero toccarsi senza influenzarsi minimamente, tre viaggi urban che però sembrano avere una matrice comune, una declinazione linguistica che li avvolge come figli di un tempo in cui il nuovo pop cerca un pubblico diverso, più giovane e legato a immaginari di strada. Un pubblico in continua evoluzione, soprattutto negli ultimi cinque anni, in cui l'industria discografica, legata anche al progresso inevitabile dello streaming digitale, ha diminuito i tempi di processazione musicale, di consumo, ma soprattutto di ascolto. Un segno inequivocabile della voracità dei tempi, in cui l'ondata onirica della trap in Italia ha conquistato tutto ciò che c'era da conquistare: classifiche, spazi televisivi, intere arene e ancor più grandi spalti digitali.
Il successo di Madame, Mahmmod e Blanco
Tutto ciò legato a una produzione veloce e a una comunicazione immediata, a un linguaggio in alcuni casi ripetitivo, ma che fotografa perfettamente uno slang urban diventato linguaggio social. Con un pubblico così abituato a un certo tipo di narrazione, la fuoriuscita di artisti come Blanco, Madame e Mahmood riesce a sorprendere per come siano riusciti a declinare questo nuovo linguaggio in una maniera personale, mostrando angoli e scorci che la trap ha evitato diligentemente, coprendosi del successo assicurato nell'immediato. La lungimiranza di Blanco, Madame e Mahmood, non solo ha portato questi artisti a un accesso differente nelle cronache pop musicali, ma ha dato la spinta a un movimento pop completamente relegato in basso dall'ingordigia nelle classifiche della trap, una narrazione che nel caso specifico di Blanco sta portando anche a una evoluzione d'ascolto in streaming dei più giovani.
Lo storytelling rinnovato di Madame
Come differenziarsi dalla formula vincente ma, cosa più importante: perché differenziarsi dalla formula vincente? Nel processo artistico che ha toccato artisti come Madame, Blanco e Mahmood nella produzione dell'album, questa visione differente rispetto alla gran parte degli album usciti negli ultimi anni, potrebbe aver cambiato le dinamiche d'ascolto in Italia. Basti osservare come Madame, raccogliendo tutti i codici linguistici dell'hip hop sia riuscita a raccontare nel suo disco d'esordio un viaggio, fatto anche di immagini contrastanti tra di loro, completamente nuovo alla scena. Una verità senza barriere, che esse siano musicali, personali e legate al pubblico a cui si rivolge. "Il successo dell'album "Madame" si deve, in particolar modo, all'armoniosa scrittura di Francesca Calearo, al come affronta temi attuali sottraendoli dall'attualità e raccontandoli in uno storytelling personale. Tutto ciò anche con appropriazioni linguistiche hip hop, l'universo da cui arriva, ma con melodie che in alcuni casi si aprono a un pubblico nazional popolare, rappresentando il giusto equilibrio per un pubblico, anch'esso senza barriere. Ne è testimone "Voce", il brano presentato a Sanremo, sicuramente uno dei singoli in grado di rompere la monotonia della kermesse, senza scontrarsi con il suo pubblico, raccogliendo perfino il favore delle radio. Madame è la cantante italiana del futuro, l'eccellenza a cui appoggiarsi, l'energia di una cantautrice 19enne in grado di mettersi a nudo senza alcun pudore.
L'influenza arab e latin di Mahmood
Tragitti differenti, ma eguale destinazione per Mahmood. Il cantante milanese arrivato incredibilmente alla ribalta con la vittoria del Festival di Sanremo con la hit "Soldi", ha semplicemente riscritto i canoni del pop italiano, influendolo con le sue radici arab e latin. Un processo che aveva colpito il pubblico, soprattutto quello più giovane per il modo in cui il pop riusciva a canalizzare le proprie energie in una nuova danza, un capitolo pop dance che non fosse relegato solo ai tormentoni estivi, ma che diventasse un progetto per i club di tutta Italia. Mahmood rappresenta anche un capitolo urban, in senso stretto: quello che abbraccia alcune delle discipline hip hop, come il B-boying, ovvero il ballo, sviluppato da afroamericani e latinoamericani del Bronx. Il cantante milanese diventa anche l'elemento perfetto per la variante latin della trap, un'evoluzione dovuta anche all'esplosione internazionale del mercato latin, e che ha visto negli ultimi anni molti artisti, soprattutto giovani, affacciarsi in maniera decisa: non solo Fred De Palma con "Unico", ma una chiara evoluzione è avvenuta anche nel personaggio musicale degli ultimi sei anni, Sfera Ebbasta: basta osservare l'ultimo album "Famoso" e il singolo "Baby" con J Balvin. Nell'ultimo album di Mahmood "Ghettolimpo", ci sono anche particolarità estetiche che riescono a raccogliere il pubblico più giovane e a proporgli un nuovo viaggio musicale: come la nuova visione del ghetto, molto più legata al concetto latino che a quello violento nord-americano. Infine i richiami alla mitologia greca ma anche al mondo dei fumetti, il tutto racchiuso nelle incredibili capacità vocali di Mahmood, che non disegna recinti al proprio percorso.
La riscoperta dell'immaginario punk di Blanco
Infine, Blanco. Rispetto agli altri due artisti è sicuramente il progetto più acerbo, ma quello che potrebbe influenzare maggiormente le dinamiche d'ascolto nei prossimi anni in Italia. E non perché sembra che non riesca a sbagliare una singola canzone, dalla pubblicazione del singolo d'esordio "Belladonna" con il fidato Michelangelo al suo fianco. Il suo discorso sembra comunque legato alla riscoperta dell'immaginario punk in Italia, un processo che vede nel successo dei Maneskin, tradotto poi anche nella sua versione internazionale, e in quello di "Blu Celeste" i suoi segnali maggiori. Anche se completamente distanti nella processazione musicale, Blanco e i Maneskin surfano su una new wave punk rap e punk rock in cui l'immaginario selvaggio riesce a includere un pubblico molto ampio tra i giovani, anche quelli che non erano riusciti a identificarsi nei codici linguistici della trap. Che questa nuova visione musicale non abbia più timore a scontrarsi con il parere del pubblico, anche nei personaggi più noti della scena pop rap, basta osservarlo anche negli ultimi progetti di Sfera Ebbasta e Rkomi, con alcuni episodi in cui abbiamo sentito di nuovo il suono delle chitarre elettriche e della batteria, distanti dal mondo digitale a cui ci aveva abituato la produzione hip hop. Che il movimento sia universale, sicuramente non può giustificarlo il seppur ottimo risultato di "Blu Celeste", miglior esordio italiano del 2021 e terzo album più ascoltato al mondo nel weekend della pubblicazione. Altri piccoli segnali ci arrivano dalla ricomparsa e dal successo ottenuto da artisti americani capaci di raccogliere gli immaginari punk e rap come Travis Barker in "Might not make it", ma soprattutto Machine Gun Kelly in "Tickets to my downfall".