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Da Guasto d’amore a Clementino, Pelè e Leao: rap e calcio sono due mondi destinati a incontrarsi

Da Estate albina a Guasto d’amore, dalle barre di Gollorius a Napoli Rmx di Clementino per la vittoria dello scudetto: rap e calcio di nuovo insieme.
A cura di Vincenzo Nasto
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Gollini, Bresh e Clementino, foto 2023
Gollini, Bresh e Clementino, foto 2023

Nel 2001, Lucio Dalla pubblicava nell'album Luna Matana il brano Baggio Baggio, una dichiarazione d'amore nei confronti del Divin Codino, in cui si legava il suo destino all'esistenza di un'anima, dopo il rigore sbagliato in finale di Usa 1994. Prima c'era stato Luci a San Siro di Roberto Vecchioni e meno di 30 anni dopo, Luciano Ligabue scriveva Una vita da mediano, un regalo a Gabriele Oriali, centrocampista dell'Inter e della nazionale italiana. Il rapporto tra musica e calcio non sembra essersi mai sopito, anzi, è arrivato negli ultimi anni a essere una finestra narrativa nell'urban italiano, ma non solo. Basti pensare a Maradona di Geolier ne Il coraggio dei bambini, riflesso moderno di ciò che fu La vida tombola di Manu Chao. Uno dei tratti più evidenti è anche Guasto d'amore di Bresh, un brano diventato inno e coro di una tifoseria intera, quella genoana, di cui lo stesso autore fa parte. Solo poche settimane fa, per la vittoria dello scudetto del Napoli, Clementino ha rivisitato BZRP e la sua produzione per Quevedo, trasformandola in un inno per la grande impresa della squadra di Luciano Spalletti dal titolo Napoli Rmx. 36 anni prima, Nino D'Angelo si ergeva a cantore del primo scudetto della storia della squadra partenopea, con la sua Napoli, che ha vissuto una seconda vita negli ultimi mesi grazie a TikTok.

Ma il legame tra calcio e rap, almeno nell'estetica e nell'immaginario, è saldo e in continua evoluzione già negli ultimi 10 anni. A livello internazionale basti pensare a testimonial come Drake e Gunna che hanno indossato più volte divise da campo di alcune tra le squadre "in tendenza" in quegli anni, come Juventus o più recentemente Napoli, come anche i francesi SCH e Lacrim nei vari video girati nella periferia nord della città campana, esattamente tra le vele di Scampia. Ma anche la Dark Polo Gang durante la presentazione delle nuove divise della Roma nel 2018, come i vari Ernia, Rkomi e Rhove, tra Milan e Juventus. Ma il calcio è entrato anche nella serialità della musica rap: si può notare con la saga Lewandoski proprio di Ernia, arrivata al suo decimo capitolo. Non è solo esigenza di rappresentazione, l'egotrip innato del rap viene spinto e coltivato anche sulle spalle "dei giganti", dei calciatori, che nell'ultimo decennio hanno avuto bisogno di autodefinirsi anche grazie alla loro immagine.

E siamo passati dal racconto, quasi malinconico, di Estate albina di Jack The Smoker, in cui la penna milanese sfoggiava la tristezza d'un agosto in città nell'estate del 90, cantando "Era sparita già la febbre dei Mondiali, noi con le figurine di Schillaci e di Skuhravy" a Nazario di Claver Gold, a una più recente doppietta di Rhove con la coppia di singoli Cancelo – Pelè. Sembra essere cambiata la relazione, non più nostalgica, con il calcio: la carriera da calciatore non è più l'agognata anche dagli artisti più giovani, che invece identificano metaforicamente la loro crescita, parallela a quella degli sportivi di successo, o anche rispetto alla squadra che tifano. Ne è l'esempio il giovane Neima Ezza con la sua Zlatan, o Dani Faiv che nel 2022 ha pubblicato Sandro Tonali, un tributo al giovane centrocampista del Milan e della nazionale italiana. Ma anche Ale, nome d'arte di Alessandra Ciccariello, che ha pubblicato negli scorsi il singolo Icona, legato all'immagine di Diego Armando Maradona. Facendo un passo indietro si può legare il personaggio, mediaticamente complesso, di Mario Balotelli a Emis Killa che gli dedico MB45. Lo stesso rapper, l'anno successivo, ha firmato uno dei singoli più iconici, diventato la sigla dei Mondiali di calcio in Brasile: stiamo parlando di Maracanà.

Un terreno fertile, il calcio, che trova la sua definizione più ricca in questo momento in Francia, con l'apoteosi di 13 Organisé, album 100% marsigliese, di cui il singolo di maggior successo, Bande Organisée, è girato al Vélodrome, lo stadio di calcio della città. Ma facendo un passo indietro, Capo Plaza per il lancio del suo ultimo album, Plaza, ha registrato il quarto episodio del freestyle Allenamento, direttamente allo stadio San Siro, una delle vetrine storiche del calcio italiano. Calcio italiano e rap italiano che si osservano nelle loro varie sfumature, e allora non impressiona che Leao è stato uno degli ospiti di Lazza, ma anche dello stesso Capo Plaza: invece incuriosisce il fatto che Leao sia, a tutti gli effetti, anche un rapper. Con lo pseudonimo Way 45 ha pubblicato un album dal titolo Beginning nel 2021, ma ha continuato nel 2022 con una tripletta di singoli: Escolhas, Desabafo 2 e l'ultimo Layah. Ma non è il solo, neanche in Italia: basti pensare a Pierluigi Gollini, secondo portiere del Napoli in prestito dalla Fiorentina, che con lo pseudonimo Gollorius ha pubblicato prima Rapper coi guanti nel 2018, mentre nel 2022, insieme a Vegas Jones ha registrato il video di Champions Dream nel New White Hart Lane, mentre giocava al Tottenham.

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