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Significato e testo di Quel filo che ci unisce, l’urlo d’amore di Ultimo dopo la tristezza di Solo

A due anni di distanza dal clamoroso successo di “Colpa delle favole”, che gli aveva permesso di riempire gli stadi di tutta Italia, Ultimo ritorna con il suo primo album autoprodotto dalla Ultimo Records: “Solo”. All’interno è presente “Quel filo che ci unisce”, uno dei brani più romantici del progetto e che segna la ripresa dalla tristezza cantata con rabbia in “Solo”
A cura di Vincenzo Nasto
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Un filo indivisibile, quello che sembra legare Ultimo alle sue emozioni, ma soprattutto al suo album "Solo", pubblicato nelle scorse ore e che procede sulla strada tracciata da "Colpa delle favole", pubblicato il 5 aprile 2019. Anticipato lo scorso 15 ottobre dal singolo "Niente", il progetto racconta gli ultimi due anni del cantante romano, tra le fragilità di un periodo di solitudine che viene rappresentato perfettamente nella scrittura della titletrack, come ha raccontato su Twitch lo stesso Ultimo: "Il 4 gennaio, mi metto al pianoforte e scrivo Solo. Da lì è cambiato tutto perché il giorno dopo ho scritto Quel filo che ci unisce, una canzone d’amore assoluta. In quel giorno, credo ci sia stata quel qualcosa che mi ha fatto prendere più consapevolezza mentale e ha preso forma tutto". Nell’album sono presenti anche le canzoni che, nel corso degli ultimi due anni hanno raccontato piccoli attimi di Ultimo, come "Tutto questo sei tu", "22 settembre", "7+3" e "Buongiorno vita". Una piacevole sorpresa per il cantautore romano è la sua presenza nella colonna sonora del film "Supereroi" di Paolo Genovese, a cui Ultimo ha regalato un brano omonimo.

Il significato di Quel filo che ci unisce

"Quel filo che ci unisce" diventa quindi uno degli episodi più romantici nel nuovo viaggio musicale di Ultimo, un brano che riecheggia dalle note del pianoforte e dalla voce del cantautore romano, gli unici strumenti per arrivare al pubblico. Presentato come uno dei singoli centrali del suo nuovo album, Ultimo ha descritto "Quel filo che ci unisce" la contrapposizione al dolore totale che aveva raccontato nella titletrack "Solo", una ripartenza che non esclude ciò che di negativo è stato affrontato, ma lo pone come primo elemento di evoluzione dei rapporti: "e certo adesso guardati, tu sei diversa, in crisi con il mondo, no, sai, è con te stessa. Io so che cosa senti quando guardi il mare, lo associ al tuo dolore che non ha una fine". Il grido di speranza arriva nella strofa successiva, quando Ultimo canta la ricerca dell'amore come medicina definitiva al momento d'impasse attraversato: "E mi domando se ti domandi tu, che senso c'ha parlare di tristezza, se accanto c’è qualcuno con cui ridere. Io come te cerco solo l’amore".

Il testo di Quel filo che ci unisce

Io lo so cosa senti,
non me lo devi spiegare
vedi dubbi davanti,
ma non è qui la fine

e certo adesso guardati, tu sei diversa,
in crisi con il mondo, no, sai, è con te stessa
io so che cosa senti quando guardi il mare
lo associ al tuo dolore che non ha una fine
e certo adesso parlami, ti sto ascoltando,
mi piaci perché butti i tuoi piedi nel fango, ma senza la paura che ti guardo male
tanto sai che è tutto un gioco e vince chi sorride

io lo so cosa senti
quando cerchi risposte
i tuoi occhi diamanti
persi a un giro di giostre

e certo che è un po’ strano, io non sono il tipo,
di solito non parlo e resto sempre muto
perché ho parlato e, sai, sono stato incompreso,
ma avevo un pianoforte come dolce amico
ma tu, tu sei diversa perché sei sbagliata,
ma non per me che credo in chi non vien creduta
tu sei come un bicchiere fatto di cristallo
al bordo di una tavola e temi l’impatto

mi domando se ti domandi tu
che cosa faccio quando sono solo io,
che cosa faccio quando penso al nome tuo
e mi domando se ti domandi tu
che senso c'ha parlare di tristezza se
se accanto c’è qualcuno con cui ridere
io come te cerco solo l’amore,
io come te cerco solo l’amore

io lo so non ci credi,
in fondo non ti conosco è che tu, nei pensieri,
sei già un rifugio perfetto

e certo che ci credo negli avvenimenti,
cercare indietro per poi ritrovarlo avanti
quel filo che ci unisce puoi chiamarlo amore,
ma tu sarai contraria perché non vuoi un nome
e certo che so bene quanto dentro pesa,
tu vedi l’abbandono come la tua casa
ed io vorrei bussarti, farti una sorpresa,
portarti nei miei fogli come fa un poeta

mi domando se ti domandi tu
che cosa faccio quando sono solo io,
che cosa faccio quando penso al nome tuo
e mi domando se ti domandi tu
che senso c'ha parlare di tristezza se
se accanto c’è qualcuno con cui ridere
io come te cerco solo l’amore,
io come te cerco solo l’amore

Il primo disco autoprodotto e il titolo alternativo dell'album

17 tracce, interamente scritte e composte da Niccolò Moriconi, in arte Ultimo: "Solo" è il primo album autoprodotto del cantante romano, pubblicato dalla sua etichetta Ultimo Records e in grado di raccontare gli anni più difficili nella vita del cantautore. In una diretta a sorpresa su Twitch, il cantante ha confessato alcuni passaggi della creazione del disco, un progetto che sarebbe dovuto uscire nel 2020, ma che nello stesso anno, causa pandemia, è stato stravolto: "Volevo far uscire un album nel 2020 ma avevo bisogno di tempo. Queste canzoni le ho metabolizzate talmente tanto che ora sono pronto a raccontarle". Un'attesa dovuta anche al cambio di rotta del progetto, che come ha rivelato Ultimo, si sarebbe dovuto intitolare "Il bambino che contava le stelle": "Si doveva intitolare così nel 2019, il titolo di una canzone che poi è presente nell’album. Volevo raccontare il vivere con la spensieratezza, un argomento che avevo toccato anche in Pianeti. Ma le cose sono cambiate e non potevo più lasciare quel titolo".

Solo e il cambio di direzione del disco

Poi l'ispirazione, il momento in cui Ultimo ha compreso la nuova direzione in cui stava andando il progetto: un giorno importante che ha segnato anche la scelta del nuovo titolo, grazie al brano che fa da titletrack "Solo". Il 4 gennaio è il momento X del nuovo album di Ultimo: "Il 4 gennaio, mi metto al pianoforte e scrivo Solo. Da lì è cambiato tutto perché il giorno dopo ho scritto Quel filo che ci unisce, una canzone d’amore assoluta. In quel giorno, credo ci sia stata quel qualcosa che mi ha fatto prendere più consapevolezza mentale e ha preso forma tutto". Nel frattempo, Ultimo ha dovuto rinunciare al tour negli stadi completamente sold out, uno dei momenti più tristi nella sua carriera: "Sono stato male, non devo aver problemi a dire questa cosa. Venivo dallo Stadio Olimpico che mi ha dato una carica pazzesca. Da novembre ho iniziato a prepararmi per il tour. Mi sono programmato tutta una serie di cose che ho visto troncarsi. Lì, come in tanto, mi sono ritrovato ad una pesantezza dei giorni tutti uguali. Volevo fare una diretta, qualcosa per il pubblico ma non avevo quel passo in più per farlo. Non vedevo il senso di farlo".

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