Per Britney Spears una mezza vittoria nella battaglia col padre e tutore Jamie
Forse è l'effetto di Framing Britney Spears, il documentario del New York Times sulla carriera e la conservatorship della cantante o forse no, ma qualcosa si muove. Dopo la sentenza di novembre in cui era stata confermata la tutela del padre Jamie fino a settembre 2021, questa volta la cantante – non presente in aula – ha una mezza vittoria in una sentenza che stando alle cronache americane è stata definita meno scoppiettante dell'ultima. Il giudice della Corte Superiore di Los Angeles Brenda Penny, infatti, ha deciso che il padre della cantante dovrà condividere il potere con una società finanziaria di recente creazione che sarà sua partner per quanto riguarda il controllo del patrimonio della figlia e insieme lavoreranno per lo sviluppo di un piano di investimenti a favore della cantante.
La decisione del Giudice
L'avvocata di Jamie Spears si era opposta alla decisione di una condivisione del potere spiegando, come riporta l'Associated Press che per lei il documento presentato dal difensore della cantante, Samuel Ingham III, era poco chiaro e ambiguo, cercando di sottrarre potere al padre. In una dichiarazione ufficiale all'agenzia di stampa, però, si è detta comunque contenta per la decisione complessiva della Giudice, soprattutto vista nella complessità: "Le sentenze dimostrano la fiducia della corte nel nostro cliente Jamie Spears e Bessemer Trust per gestire insieme la tutela della tenuta della signora Spears" e ha detto che Jamie Spears "non vede l'ora di lavorare con Bessemer… nel migliore interesse di sua figlia". L'avvocata ha anche spiegato che il suo cliente "ha svolto diligentemente e professionalmente i suoi doveri come uno dei conservatori di Britney e il suo amore per sua figlia e la dedizione a proteggerla è chiaramente evidente alla corte".
L'obiettivo è l'eliminazione del padre dalla tutela
L'obiettivo della cantante, però, resta chiaro, è l'eliminazione completa del padre da una tutela che l'ha praticamente privata di gran parte della sua autonomia finanziaria e non solo e che va avanti dal 2008: "Non è un segreto che il mio cliente non vuole suo padre come co-conservatore, ma riconosciamo che la rimozione è una questione separata" ha detto l'avvocata all'Associated Press. La richiesta di sospensione della conservatorship fu negata lo scorso ottobre, quando l'avvocata spiegò che la cantante, che ha paura del padre, avrebbe smesso di continuare la sua attività artistica. Il documentario sulla cantante – che analizza anche il movimento #FreeBritney, nato all'inizio della sua conservatorship anche se ha avuto una visibilità enorme in questi ultimi anni – sta senza dubbio avendo un ruolo importante per quanto riguarda la visibilità della condizione della cantante, portando Hollywood a fare più attenzione al caso, con tanti artisti che stanno esprimendo pubblicamente solidarietà a Spears, come avvenuto nell'ultimo Superbowl con il saluto in diretta di Miley Cyrus.