Maneskin: “Nonostante il successo non abbandoniamo l’Italia, sarebbe un suicidio”
"Ci sono state tantissime cose che ci hanno lasciato sbalorditi, dai complimenti delle band che abbiamo sempre ascoltato: Franz Ferdinand, Royal Blood, al primo posto su Spotify a due dischi nella Top 10 di Spotify al Circo Massimo, la Lupa e insomma, tante cose e altre che sono segrete" dicono i Maneskin durante un incontro coi giornalisti. Sono settimane, bisogna dirlo, che inseguiamo Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan e fa impressone pensare a quanto tutto sia cambiato in pochissimi mesi: passare dall'essere una band relegata – seppur con ottimi numeri – all'Italia a una band di dimensioni internazionali. Un'internazionalizzazione che, però, è forte di numeri da star della musica mondiale, non delle molliche di un'esplosione: lo dicono le classifiche, lo dicono i 50 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, lo dice la difficoltà – ovviamente – di trovare uno spazio per poterci fare due chiacchiere.
Il successo dei Maneskin e il Circo Massimo
Spazio trovato in occasione della consegna della Lupa Capitolina e del contestuale annuncio del concerto al Circo Massimo del prossimo 9 luglio 2022. Forse il massimo che potevano pensare per l'Italia, laddove le aspirazioni della band sono ormai internazionale, come dimostrano anche i primi Festival europei a cui parteciperanno. In pochi mesi, insomma, i quattro musicisti si sono trovati sul tetto del mondo, e probabilmente i primi a essere sorpresi della cosa sono loro stessi, che pure si sono ritrovati in mano un tesoretto importante, a partire dall'album "Teatro d'Ira Vol.1" che conteneva, oltre a "Zitti e buoni", anche la canzone che gli ha permesso di cavalcare l'onda, ovvero "I wanna be your slave", fino a una serie di circostanze fortunate come l'esplosione, grazie a TikTok, di "Beggin'" la cover dei The Four Seasons del 2017 contenuta nel loro primo "Ep".
Un successo arrivato senza calcoli
"È stato tutto molto organico, è venuto naturalmente, anche perché basta guardare i brani che stanno andando in classifica, tipo ‘Beggin" che abbiamo scritto cinque anni fa, fino a ‘Slave' che abbiamo pubblicato prima dell'Eurovision – racconta Victoria ai giornalisti in round -. Quello che stiamo riscontrando, però, è un sincero apprezzamento nei confronti della nostra musica e noi pensiamo che sia dovuto al fatto che siamo sinceri e naturali in quel che facciamo. Ci teniamo a fare qualcosa che ci rappresenti al 100% e non a fingere o cercare di omologarci ad altre imposizioni". "L'unica cosa studiata sono i nostri strumenti" scherza Ethan, mentre Damiano ribadisce che "Niente di tutto ciò era programmato, abbiamo avuto la prontezza di avere un disco fuori, avere un pezzo in inglese che ci sembrava molto forte, quindi ci è servito per proseguire e cavalcare questa grossa onda di successo e sta andando bene".
Il cambio di management per ragioni artistiche
Nei giorni scorsi la band ha annunciato ufficialmente che saranno Fabrizio Ferraguzzo e la sua EXIT Music Management a prendere il posto di Marta Donà come manager, una scelta dovuta a ragioni artistiche, che niente hanno a che vedere con la dimensione internazionale: "Dal punto di vista del cambio management non è stato fatto per una questione di raggiungere un pubblico internazionale, ma per altre motivazioni, anche artistiche. Non ha nulla a che vedere con quello che è successo, anche perché tutto quello che sta accadendo, sta accadendo con la musica che abbiamo scritto anni fa" ribadiscono gli artisti. Per adesso, comunque, la band non ha idea di trasferirsi all'estero e trasferire lì tutto il loro lavoro, anzi: "Il successo all'estero non annulla il fatto che abbiamo un pubblico grosso anche qui, quindi come faremo nuovi concerti all'estero ne faremo anche in Italia. Poi qui è dove è partito tutto, è il nostro Paese di provenienza, una grandissima parte del nostro fandom è qui, quindi sarebbe fare harakiri abbandonare l'Italia, sarebbe una scelta suicida".
I Maneskin e le misure per riaprire lo Spettacolo
Se la scena rock nazionale non può ancora raccogliere i frutti di quanto sta succedendo, senza dubbio il successo internazionale dei Maneskin, arrivato sia con l'italiano che con l'inglese, ha dato speranza ad altri gruppi sulla possibilità di squarciare il velo internazionale, cosa riuscita a pochissimi artisti: "Speriamo che quello che stiamo facendo funzioni da ariete anche per altri artisti italiani" hanno detto. La band, infine, ha parlato anche delle misure del Governo, come il Green Pass, per cercare di riaprire gli spazi dedicati all'intrattenimento: "Pensiamo che questo possa essere un modo per ritornare alla vita normale, per rilanciare quello che è il nostro settore, al quale teniamo tanto, ma anche tutti gli altri settori lavorativi, economici. Quello che auspichiamo è un futuro in cui non ci sia bisogno di niente perché il virus non ci sarà più, ma finché ci sarà servono delle contromisure".