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Autumn Variations di Ed Sheeran è la ricerca incessante di una zona di comfort

Ed Sheeran ha pubblicato lo scorso 29 settembre il suo nuovo album, dal titolo Autumn Variations. Con lui, come in – (Substract) anche Aaron Dessner dei National, che ha curato musicalmente il prodotto.
A cura di Vincenzo Nasto
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Ed Sheeran (foto di Theo Wargo per Getty Images)
Ed Sheeran (foto di Theo Wargo per Getty Images)

Potrebbe non esserci un aggettivo che descriva in italiano, con lo stesso tipo di immaginario visivo, il termine cozy: l'idea di "accoglienza" che potremmo provare rimanendo sul divano, davanti al fuoco scoppiettante del camino, coperti da felpe e plaid di lana. La difficoltà nel riuscire a descrivere un habitat così confortevole non deve essere tradotta simultaneamente nella difficoltà di ricezione di queste vibes, soprattutto se provenienti dal mondo musicale, che attorno a questa suggestione emotiva, ha costruito un genere musicale molto ben riconoscibile: il lo-fi. E se dovessimo semplificare il nuovo album di Ed Sheeran, Autumn Variations, pubblicato lo scorso 29 settembre, a cinque mesi dall'ultimo capitolo aritmetico – (Substract), potremmo tradurre questa nuova esperienza sonora del cantante in una monotona ricerca di uno spazio di comfort, dopo aver attraversato le tempeste della vita.

Cosa separa Autumn Variations da – (Substract)

Sì, perché Autumn Variations con il suo predecessore condivide solamente il produttore del progetto, Aaron Dessner dei National (collaboratore anche degli ultimi due album di Taylor Swift). Il lavoro di sottrazione del cantante è deciso, quasi fin troppo semplice da leggere, come lo era stato per episodi del passato, per esempio in No.6 Collaboration Projects. Come allora, anche questa volta Sheeran rifugge dalla sua persona, mette a disposizione una serie di stanze in cui il pubblico possa adagiare la propria testa sul cuscino, eliminando la percezione dello stress e delle fatiche di una quotidianità sempre più pressante. Come raccontato dallo stesso Sheeran, Autumn Variations si ispira a un'opera del 1899 di Edward Elgar, Enigma Variations, in cui in ogni composizione veniva presa in considerazione la storia di uno degli affetti più cari all'autore. Una descrizione che Sheeran non proietta sugli affetti personali, ma su ciò che li lega, le relazioni.

Gli stereotipi e il nuovo inno inglese in England

L'album, composto da 14 tracce, inganna nell'intro di Magical, in cui sembra di andare incontro a un mondo elettro-analogico folk, in cui l'amore è sempre, fisicamente, a un passo senza venir mai travolto dalla sua onda. È l'attesa del piacere la caratteristica che accomuna Magical a brani del passato come Perfect e Thinking Out Loud, oltre a una batteria che non abbandona mai il padiglione auricolare. Ma se Magical avesse introdotto al pubblico l'idea di un album da hit romantiche, arriva England a spazzare via qualsiasi ipotesi. Sheeran riscrive un inno moderno del Regno Unito, affidando a una chitarra elettrica, alcune delle immagini più stereotipate della nazione: un tributo ai pescatori, ma anche alla working class che fa orari flessibili in città, in pub riconoscibile dalla bandiera inglese affissata al muro. Una dedica che si conclude con "Questo è un nuovo giorno e questa è l'Inghilterra".

La descrizione della quotidianità della working class

Poi comincia il viaggio verso l'accettazione del proprio stato di salute mentale, da Amazing a Plastic Bag, in cui la monotonia della vita quotidiana viene sopportata per arrivare alle "luci stroboscopiche" del fine settimana, o come in American Town, che descrive il senso di protezione raggiunto dal protagonista e dalla propria partner nel mangiare "cibo cinese in scatole bianche", soffiando sul fuoco nostalgico di chi, adesso, proietta nella visione di Friends, la sua zona di comfort. La natura dei riferimenti cozy è articolata nell'album e non si fermerà qui, anche se la terra di mezzo dell'album viene raggiunta con That's on me, episodio pop rap dell'album in cui la molteplicità dei dubbi di Sheeran vengono passati in rassegna, in una composizione che non ha pause di riflessione. Proprio That's on me sembra uno dei brani che sarebbero potuti entrare in – (Substract), che avrebbe aggiunto maggiori scenari al racconto di Sheeran.

Ed Sheeran non si arrende alla depressione

E in maniera inversamente proporzionale agli album precedenti di Sheeran, la risalita dell'autore nella consapevolezza delle proprie umane emozioni e nell'accettazione della stesse, ricomincia da Midnight, in cui dopo ogni notte, "ritroverà davanti i suoi piedi di nuovo, perché anche i peggiori giorni della vita hanno una fine". Sheeran descrive, attraverso alcune ballad, il senso di insoddisfazione di alcuni momenti specifici, come in The Day I Was Born, in cui fotografa un uomo che rimane da solo il giorno del suo compleanno, o la ricerca ossessiva del benessere, dopo aver lottato nella propria vita per cercare un equilibrio nelle sue emozioni. Non c'è rifiuto delle proprie vulnerabilità, ma un incessante scontro con le proprie emozioni in When Will I Be Alright, in cui Sheeran canta: "Dio non è dalla mia parte, ma lui sa che ci sto provando".

Il nuovo capitolo di Ed Sheeran

Nelle montagne russe, Ed Sheeran trova il suo habitat: un harem di emozioni umane in cui, come abile linguista e regista, riesce a tradurre una sensazione in melodie troppo semplici e accattivanti per il pubblico. Lo spessore di ciò che è stata la saga, conclusasi con – (Substract) pochi mesi fa, non rappresenta sicuramente il nuovo episodio del cantautore britannico, ma delinea perfettamente il suo lavoro negli anni. Passare dal particolare al tutto e viceversa ha creato una dimensione emotiva in cui il personaggio Sheeran e l'uomo non mostrano più confini e separazioni, e alla ricerca di un equilibrio confortevole, l'autore ha la necessità di affrontare gli alti e i bassi della quotidianità, anche quella del suo pubblico.

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Giornalista professionista dal 2022. Editor dell’area Musica e Cultura di Fanpage.it da settembre 2020. Ha collaborato con quotidiani come La Stampa e portali web come Footbola. Ha frequentato tra il 2018 e il 2020 il Master in Giornalismo Giorgio Bocca dell’Università di Torino. 
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