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Sono stato ai concerti di Liberato e di Sfera Ebbasta: Ciny asfalta Gaiola “sei zero sei zero”

Sono stato al concerto del 9 maggio sul lungomare di Napoli di Liberato e a quello di Sfera Ebbasta di sabato scorso (sempre a Napoli). Ventimila presenze al primo, settemila al secondo. Che però hanno sborsato quasi trenta euro a testa per assistere allo show dell’eroe di Ciny. Che, almeno per quanto riguarda la performance live, stravince sul collega partenopeo.
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Nell'ultimo fatidico 9 maggio sono stato al concerto di Liberato sul lungomare di Napoli, mentre sabato scorso sono stato a quello di Sfera Ebbasta, sempre a Napoli. Stavolta a Bagnoli. Ventimila presenze contate al primo (che parte in vantaggio perché è l'idolo di casa), settemila al secondo. Che però hanno sborsato quasi trenta euro a testa per assistere allo show dell'autore di "Sciroppo" e "Ricchi per sempre". Dopodiché nella mia testa è nata una sfida, forse insensata, per capire quali dei due concerti fosse stato il migliore. Non so perché. Per quanto sono in grado di capire, non c'è nulla o quasi di paragonabile tra i due. Però se un confronto può farsi, allora, devo ammettere che il live di Sfera Ebbasta stravince, e in trasferta peraltro, anche se a me piacciono di più le canzoni di Liberato. Ciny asfalta Gaiola "sei zero sei zero", insomma. Provo a spiegarvi perché.

Per la verità non sono molte le cose che accomunano le due esibizioni. A parte il fatto di trovarci nella stessa città, punto finale del tour dell'eroe di Cinisello Balsamo, e punto (più o meno) di partenza di quello della Gaiola, c'era più o meno lo stesso pubblico di ragazzi, più o meno vestiti uguali, più o meno educati e soporiferi alla stessa maniera, a ogni pezzo carichi di una grande eccitazione che improvvisamente svaniva nella disattenzione, quasi come se si deconcentrassero di colpo, che mai si consumava in un applauso fragoroso (d'altro canto, come fai ad applaudire se hai sempre uno smartphone in mano?) o in un vero amplesso in direzione palco come la mia memoria mi obbliga a ricordare. Ovviamente a entrambi era più o meno presente lo stesso impressionante numero di schermi a riprendere l'esibizione. Scendendo nel personale, invece, a entrambi i concerti ero uno dei più vecchi presenti nella massa di persone protese verso il palco, così come a entrambi avevo la scusa di essere lì per accompagnarci i miei nipoti. E a entrambi è stato impossibile incontrare l'amico (vecchio quasi quanto me) con cui avevo appuntamento, perché a quanto pare il suo cellulare da vecchio non è all'altezza della sfida che questo genere di evento iper-connesso richiede.

Veniamo alle differenze. Tutto. Nel senso che un oceano di differenze separano i due trap boy che piacciono alle tipe chic. E questo non è l'articolo di un esperto musicale che approfondisce le differenze tra i due. Sfera è un bravo ragazzo di un cattivo quartiere che è diventato una rockstar che ha alle spalle tre album e un'esperienza dal vivo consolidata, mentre Liberato (o i The Liberatos) ha inciso appena sei pezzi, con un immaginario che spazia dalla canzone napoletana classica alla neo melodia, passando per una progettualità di videoclip da Serie Tv e che si avvale dell'anonimato come leva della curiosità. Si è finora esibito in non più di tre concerti. Sfera è un animale da palco, invece, altro che anonimato, vive per mostrarsi e per essere adorato. Forse per questo la partita tra i due la vince l'uomo di Ciny. Il concerto di Liberato sul Lungomare partenopeo è stato quasi unanimemente considerato dagli addetti ai lavori un po' loffio. Suono scadente, performance priva di interazione, un velo di permafrost c'era tra l'uomo mascherato che interpretava "Tu t'è scurdat' ‘e me" e il suo pubblico. Con Sfera invece l'afflato era diverso, lui è diverso.

Per i miei gusti musicali la partita invece non c'è al contrario. Alcuni pezzi di Sfera sono belli, c'è un ottimo lavoro di composizione, ci sono testi che ti sorprendono e un lavoro produttivo di livello, ma quelli di Liberato sono semplicemente magnetici e potresti non smettere mai di ascoltarli. Non so cosa abbiano dentro, ma è qualcosa di molto simile a una droga che provoca dipendenza. Ma dal vivo, in questo momento, non c'è partita: Ciny asfalta Gaiola "sei zero sei zero".

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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