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Questo Festival di Sanremo 2016 è un continuo omaggio a Napoli

Dalla presenza tra i Big di Clementino e Rocco Hunt, che portano il dialetto campano nelle loro canzoni, alla scelta delle cover che spazia tra Pino Daniele e Renato Carosone, fino all’ospitata di Antonino Cannavacciuolo: il Festival di Sanremo 2016 parla napoletano e la cultura partenopea sembra fare da fil rouge all’intera manifestazione.
A cura di Valeria Morini
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Il Festival di Sanremo 2016 non passerà alla storia solo per le sue canzoni, le straordinarie imitazioni di Virginia Raffaele o l'emozione regalata da ospiti come Laura Pausini, Ezio BossoEros Ramazzotti, Nicole Kidman o Elisa. Andando a ripercorrere le giornate dell'evento canoro più importante dell'anno non si può non notare un elemento che sembra fare da fil rouge all'intera manifestazione: l'influenza della cultura napoletana, ben visibile in diversi momenti del festival.

Clementino e Rocco Hunt cantano in dialetto

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I due artisti che hanno portato la musica rap in questa edizione del Festival, Clementino con "Quando sono lontano" e Rocco Hunt con "Wake Up", sono entrambi campani (il primo di Avellino, il secondo di Salerno). E nella lingua della loro regione cantano buona parte dei loro testi.

Elio e le Storie Tese citano Napoli

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Anche una band milanese come Elio e le Storie Tese, nella loro "Vincere l'odio" citano in lungo passaggio la città partenopea: "Femminiello che vivi a Napoli/Coi problemi presenti a Napoli/Femminiello di una metropoli sul mare chiaro/Femminiello ma quanti ostacoli/Nel tuo cuore disperso a Napoli/Per fortuna che poi c’è il Napoli/Al San Paolo di Napoli".

Noemi, Clementino e Zero Assoluto omaggiano i The Jackal

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Sono già entrate nella leggenda le "sfide" dei The JackaL ad alcuni degli artisti in gara a Sanremo 2016. Il collettivo ha chiesto a Noemi di ripetere "State senza penzier" sul palco dell'Ariston, frase tratta da "Gomorra". Richiesta prontamente accettata. Lo stesso ha fatto Clementino la sera dopo, che ha pronunciato un "Deux Frittur", altro tormentone della serie tv. Idem per gli Zero Assoluto, che hanno salutato Alfredo, membro del collettivo campano di videomaker.

Ospite lo chef Antonino Cannavacciuolo

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Se tra gli ospiti speciali del Festival non poteva mancare uno chef, colpisce che l'invitato sia il mitico Antonino Cannavacciuolo: star televisiva, giudice di Masterchef, ma soprattutto napoletano d.o.c. di Vico Equense. Il poderoso cuoco ha anche regalato un divertente siparietto con Clementino, nel dietro le quinte.

Rocco Hunt canta Tu vuó fa l'americano

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Colpisce inoltre la scelta delle cover nella terza serata del Festival. A partire – ancora una volta – da Rocco Hunt, che ha scelto un classicone come "Tu vuo' fa' l'americano" di Renato Carosone.

Neffa canta O Sarracino

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Anche Neffa, campano di Scafati (Salerno), sceglie come cover un brano del repertorio napoletano,"O Sarracino". Ancora Napoli, ancora Carosone: il cantautore morto nel 2001 sembra quasi una presenza che aleggia sulle scelte canore dei concorrenti.

Enrico Ruggeri canta A canzuncella

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Come non bastasse, ci si mette pure il milanese Enrico Ruggeri, che sceglie di rifare "A canzuncella" degli Alunni del Sole. Cimentandosi con impegno nella lingua napoletana.

Clementino canta Don Raffaè

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Sempre nella serata cover, Clementino sceglie invece un brano del genovese Fabrizio De André, ma il risultato non cambia: si tratta della celeberrima "Don Raffaé", indimenticabile ballata politica da eseguirsi rigorosamente con accento partenopeo.

Iurato/Caccamo in Amore senza fine di Pino Daniele

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Non poteva mancare l'omaggio a Pino Daniele, a un anno dalla sua prematura scomparsa. Ci pensano Deborah Iurato e Giovanni Caccamo, che si esibiscono sulle note di "Amore senza fine'‘.

Tu si ‘na cosa grande nello spot con Penelope Cruz

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E infine, "last but not least", non dimentichiamo lo spot Carpisa con Penelope Cruz che scorre nelle pause pubblicitarie del Festival. La bella attrice spagnola vi canta il brano "Tu si ‘na cosa grande". Peccato che il pubblico non abbia apprezzato.

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