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Musica, il Dpcm non cambia le regole per i concerti, ma inverno e freddo dimezzano le opportunità

Il nuovo Dpcm firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza, che entrerà in vigore dal 14 ottobre fino al 13 novembre, non ha modificato le limitazioni numerica sulle partecipazioni agli spettacoli dal vivo esterni e interni. Questa scelta però non ha comunque aiutato il settore della musica, che con l’arrivo dell’inverno e delle temperature non adatte agli spettacoli esterni, potrebbe essere costretto a numeri minimi, senza neanche l’aiuto sussidiario dello stato.
A cura di Vincenzo Nasto
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Come aveva anticipato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini negli scorsi giorni, il nuovo Dpcm non ha costretto a nuove riduzioni il numero degli spettatori per gli spettacoli dal vivo. Una scelta nel nuovo decreto che non colpisce frontalmente il mondo dello Spettacolo, ma che con l'arrivo della stagione invernale e l'impossibilità di eventi all'aria aperta, limita di molto la possibilità di eventi dal vivo.

Il nuovo Dpcm

Si attiverà il prossimo 14 ottobre il nuovo Dpcm firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza, in vigore fino al prossimo 13 novembre. Come anticipato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, non sono stati ridotti i numeri per il pubblico degli spettacoli al cinema e dal vivo, con una conferma dei numeri del precedente Dpcm, che vedevano il limite di 200 persone al chiuso e 1000 all'aperto. Numeri che però, dopo la fine delle temperature miti dei mesi estivi e autunnali, coinvolgeranno in maniera diversa coloro che vorranno assistere a spettacoli musicali. Il Dpcm recita che: "Gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all'aperto e di 200 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala". Proprio per l'arrivo dell'inverno e delle temperature non adatte per l'esibizione all'aperto, gli spettacoli dal vivo potrebbero diventare un'opportunità solo per 200 persone, un numero ancora troppo esiguo per sostenere le migliaia di persone che vivono attraverso la cultura in italia.

La protesta a Milano

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Nel frattempo nei giorni scorsi sono stati posizionati oltre 500 bauli vuoti per le attrezzature professionali in piazza Duomo a Milano, una simbolica installazione dei lavoratori dello spettacolo per protestare per la grave crisi che attraversa il settore eventi dopo l'esplosione del Covid-19. Un flashmob in cui hanno partecipato manifestanti di tutta Italia per chiedere alle istituzioni una tutela maggiore da parte dello stato, con molti presenti che affermavano di non riscuotere uno stipendio da fine febbraio. Una scena che potrebbe riproporsi, nel caso in cui le limitazioni del mondo dello spettacolo continuassero a salire, non permettendo lo svolgimento del proprio lavoro ad un settore tra i più importanti nel panorama finanziario italiano.

Le iniziative private per sostenere i lavoratori

Negli scorsi giorni alcune iniziative private, su tutte quelle di Fedez e Spotify con FIMI, per i lavoratori del mondo dello spettacolo hanno toccato il panorama italiano. Durante la fase 1, Spotify aveva lanciato l'iniziativa, in collaborazione con Fimi e l'impresa sociale Music Innovation Hub, "COVID-19 Sosteniamo la Musica". Il progetto consiste nella donazione di un euro a MIH attraverso la pagina “Spotify COVID-19 Sosteniamo la Musica”, e per ogni euro donato, Spotify ne donerà un altro, fino a un totale complessivo di 10 milioni di dollari a livello globale. L'iniziativa per adesso ha raccolto più di mezzo milione di euro, distribuito alle categorie non preservate dai sussidi statali. Pochi giorni fa invece Fedez, dopo la protesta dei 500 bauli vuoti in piazza Duomo a Milano, aveva espresso un'iniziativa da condividere con gli altri artisti: "Gli artisti di un certo calibro che fanno palazzetti, hanno nei loro contratti l’anticipo minimo garantito, tutti gli artisti che hanno rimandato i loro tour hanno percepito delle somme di denaro importanti. Io metto a disposizione il 100% del mio anticipo". L'artista milanese ha chiesto anche agli artisti e alle agenzie di booking che non hanno rimborsato biglietti di mettere questo denaro a disposizione dei lavoratori del mondo della musica, una categoria ancora poco tutelata dalle direttive governative. Tra le altre c'è anche #ChiamateNoi, "una piattaforma di rappresentanza indipendente nata per raccogliere in un unico elenco professionisti ed aziende del comparto dell’organizzazione di eventi. Alte professionalità spendibili in settori diversi da quello dello spettacolo" che ha come obiettivo quello di "dare una risposta immediata alla richiesta di specifiche esigenze con professionalità abituate ad operare in contesti difficili, sempre nuovi e con tempistiche molto contratte, ma in grado di garantire il miglior risultato possibile a prescindere dalle difficoltà incontrate".

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