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Marco Carta dopo il furto: “Ci sto rimettendo la salute per questa cosa, non ho rubato io”

Intervistato da Selvaggia Lucarelli, Marco Carta continua a proclamarsi innocente in merito al furto delle magliette avvenuto alla Rinascente di Milano. E scarica la colpa sull’amica Fabiana Muscas: “Non abbiamo fatto shopping sempre insieme, ho visto i video e ho capito quando è avvenuta la cosa”.
A cura di Valeria Morini
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Marco Carta si proclama ancora una volta totalmente innocente, in merito all'accusa di furto di sei magliette alla Rinascente per un valore totale di 1200 euro. Lo fa sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, in un'intervista di Selvaggia Lucarelli, che ha sollevato qualche dubbio sulla veridicità delle sue affermazioni. "Capisco che abbiate perplessità", ha replicato Carta, "ma sua questa cosa ci sto rimettendo la salute, vorrei meno foga verso di me".

La dinamica del furto

Ripercorriamo un attimo la vicenda. Il 31 maggio, Carta e l'amica Fabiana Muscas vengono fermati all'uscita dalla Rinascente per via dell'allarme che suona. La donna viene trovata in possesso delle sei t-shirt in questione, ed entrambi vengono arrestati per furto aggravato. Ore dopo, il giudice non convaliderà il fermo, definendolo illegittimo per via di elementi di sospetto consistenti. Contro i due c'è la testimonianza di un addetto alla sicurezza che ha parlato di "comportamento anomalo": sostiene di aver visto Carta entrare in un camerino, farsi passare le magliette e la borsa dall'amica, uscire senza nulla in mano, per poi entrare in bagno. Ai capi d'abbigliamento sono stati tolti gli antitaccheggio rigidi (alla donna è stato ritrovato un cacciavite in borsa), ma non quelli flessibili nascosti all'interno. Nonostante la mancata convalida dell'arresto per Carta, sia lui che la Muscas verranno processati a settembre per direttissima.

La versione del cantante

Alla Lucarelli, le risposte del cantante sono scarne, per non dire telegrafiche. Conferma che le magliette in questione erano da uomo, ma nega che siano scomparse dopo la prova in camerino: "Non sono sparite, le ho lasciate in cassa". Sostiene di non sapere se a essere state sottratte sono proprio le magliette che aveva provato, e di essersi separato dalla Muscas ("Un' amica carissima, ma non una fan") nel corso della visita al grande magazzino milanese. Carta, che avrebbe inoltre già visionato i video della sorveglianza, sostiene insomma che la donna abbia sottratto le magliette senza che lui se ne accorgesse.

Lo shopping non lo abbiamo fatto sempre insieme. Come ha fatto a togliere l'antitaccheggio? Non lo so. La borsa in camerino non me l'ha passata, l'ha poggiata sulla sedia in camerino. Mi ha detto che la borsa le pesava. Se una persona si separa poi ha il tempo di fare delle cose. I video li ho visti e non solo per quel che riguardano me, so probabilmente quando è stata fatta la cosa.

Perché Marco Carta è andato in tv a parlare del furto

Carta sostiene di non aver staccato gli antitaccheggi ritrovati in bagno, né di sapere se la Muscas a sua volta si è mai recata in una delle toilette della Rinascente. "Io avevo un jeans e una maglietta, dove li mettevo sette antitaccheggi? (…) E non si sa se quegli antitaccheggi sono di quelle magliette rubate anzi ovvio che no, perché non erano dello stesso quantitativo delle maglie". Inoltre, ha confermato di essere stato visto alla Rinascente anche il giorno prima del furto: "È un punto a mio favore, io sono andato a prenotare delle cose che poi ho comprato". Infine, chiede di non parlare più "di quella persona" (la Muscas) e di essere lasciato in pace. Viene da domandarsi perché lui stesso, allora, abbia deciso di affrontare l'argomento in televisione, a Live – Non è la D'Urso. "Era giusto dire delle cose, ero spezzato", è la sua risposta. Resta il fatto che su Canale 5, dopo aver giurato la sua innocenza, ha anche annunciato l'uscita del suo nuovo disco per il 21 giugno(intanto, è già stato rilasciato il singolo, I giorni migliori). E che, subito dopo il furto, è stato paparazzato a Mykonos, per la prima volta insieme al fidanzato Sirio. Così, paradossalmente, anziché guastargli la carriera, il clamoroso scandalo potrebbe aiutarlo a guadagnare ulteriore visibilità e vendere più copie.

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