Mahmood: “Siamo tutti uguali e abbiamo uguali diritti. Accetto le critiche ma che abbiano senso”
Vincitore del Festival di Sanremo e improvviso personaggio del momento, Mahmood è balzato agli onori delle cronache musicali e non solo dopo una gavetta lunga anni e dopo aver firmato canzoni note a tutti, come "Hola (I Say)" di Marco Mengoni, per citarne una. Ma questa volta il cantante può esultare perché c'è una canzone scritta e cantata da lui, "Soldi", di cui si parla da giorni e che nelle scorse ore ha avuto un balzo enorme in tutte le classifiche, da quelle in streaming alla rotation radiofonica, portando questo pezzo dalle sonorità contemporanee, black, soul sulla bocca di tutti: "Mi fa strano essere chiamato ‘personaggio del momento', non riesco ancora a realizzare" spiega ai microfoni di RTL 102.5 parlando della sua vittoria e dicendosi contento che ora la ente sappia chi è, benché siano anni che bazzica l'ambiente, per usare un eufemismo: "L'ho cercato, ci ho lavorato, ho tenuto duro e questa cosa mi dà la speranza che quando uno si impegna davvero i risultati poi arrivano".
Le strumentalizzazioni e le polemiche
"Soldi" con quel suo sound e anche quel doppio clap è entrato nella testa di tanti (anche grazie alle intuizioni di Charlie Charles e Dardust) e chissà che tra qualche mese non entri anche in quella del pubblico europeo. la canzone è entrata nelle classifiche internazionali di Spotify guadagnando il quarantesimo posto nella Global Chart con più di un milione e mezzo di streaming: "Ci abbiamo messo la testa ieri sulla questione Eurovision, quindi si tratta di attimi e poi potrò dirvi". La sua vittoria è stata anche strumentalizzata da alcuni politici, ma il cantante si dice sereno: "Credo più nel fatto che siamo sulla stessa barca, siamo tutti uguali e che abbiamo tutti gli stessi diritti. Prima di tutto, faccio il cantante e cantautore e sono consapevole del fatto che la mia musica possa piacere o non piacere. Io le critiche le accetto tutte, veramente, ma solo se sono costruttive perché così posso imparare anche io, sono ancora agli inizi e devo ancora imparare tanto di questo mestiere e mi servono le critiche costruttive. Quindi agli italiani prego solo di farmi delle critiche che abbiano delle fondamenta e non a caso".
Di cosa parla Soldi
La canzone, come aveva spiegato a Fanpage.it che lo aveva intervistato prima della vittoria del Festival, "non parla di soldi a livello materiale ma di come possono cambiare i rapporti all'interno di una famiglia. È un pezzo racconta una storia di una famiglia non tradizionale, tutto qua", concetto ribadito all'emittente radiofonica a cui ha spiegato il ruolo di suo padre nella sua vita: "La figura del padre? Nel mio mondo interiore l’ho vista sempre come, non so, quello che doveva un attimino occuparsi delle faccende non troppo quelle dedicate all’istruzione ma fare un po’ da ‘boss’ della famiglia, nel mio caso l’ha fatto mia madre Anna che mi ha fatto sia da madre che da padre. In questi anni ho rivisto la figura del padre anche in mia madre e ho capito cosa dovrebbe fare, dovrebbe occuparsi della casa, dell’istruzione, lei mi ha sempre fatto studiare e mi ha obbligato fino alla quinta liceo".
L'accoglienza dell'orchestra e del pubblico
Mahmood si è detto sorpreso dall'accoglienza del pubblico e della sala stampa, soffermandosi, però sull'accoglienza che gli ha riservato l'orchestra: " Volevamo l’impatto scenico di tutta l’orchestra, dovevano appoggiare gli strumenti e battere le mani e sono stati dei grandi, sono molto grato all’orchestra, potevano benissimo dirmi ‘non battiamo le mani, suoniamo’". Sono giornate intense per il cantante, che l'1 marzo pubblicherà il suo primo album che arriva dopo l'Ep "Gioventù bruciata", nome preso dal brano con cui si è aggiudicato Sanremo Giovani, porta d'accesso per la competizione tra i Big.