Le pagelle della prima serata di Sanremo 2020: Achille Lauro da 9, Rita Pavone da riascoltare
Sanremo 2020 è partito ufficialmente. C'era molta attesa per questa settantesima edizione in onda dal 4 all'8 febbraio. Un'edizione condotta da Amadeus, volto noto di Rai Uno, che ne è anche il direttore artistico. In questa prima serata si sono esibiti i primi 12 Big e le prime 4 Nuove Proposte, oltre ai primi ospiti voluti fortemente da Amadeus, compresi Fiorello e Tiziano Ferro che saranno tra coloro che affiancheranno Amadeus in tutte e cinque le serate. Sul palco di Sanremo, poi, sono salite anche le prime due delle donne co-conduttrici, ovvero Rula Jebreal e Diletta Leotta. Ma la musica è stata la protagonista, ovviamente: ecco le pagelle di questa prima serata di martedì 4 febbraio.
Irene Grandi 6
Molta attenzione alle scale, ma quando parte è inarrestabile, altro che scale dell'Ariston. Il suo rock accompagnato dall'orchestra non perde forza, e l'impronta di Vasco è fortissima, forse troppo. Riparte da dove aveva terminato lo scorso anno, ovvero da una grande esibizione in duetto con Loredana Bertè: "Se vuoi fare sesso, facciamolo adesso" e sorrisino al pubblico. 5.5 per il brano, "Finalmente io", 6.5 per la grinta. 6 d'incoraggiamento per la prima serata.
Marco Masini 7
Questo Masini hipster ci piace, soprattutto perché è arrivato a un punto della carriera in cui non tenta alcuna svolta giovanilistica. Non ammicca a nessuno, ma riesce a restare comunque attuale, con una forte impronta masiniana per la sua "Il confronto". 7 d'esperienza e convinzione
Rita Pavone 5.5
Un'istituzione della Musica italiana (scusate, non si può cominciare a parlare di Rita Pavone senza dire una cosa del genere). A differenza di Masini rischia un pezzo – "Niente (Resilienza 74)" – che spiazza, rockeggiante quanto basta, e sul palco sembra divertirsi come una matta. E diverte anche noi. Però, insomma, sembra tutto un po' troppo esagerato. 5.5 e standing ovation della sala stampa e del pubblico.
Achille Lauro 9
Achille Lauro se ne frega davvero e si presenta con una tutina dorata. GENIO 9
Diodato 8
Il successo di Che vita meravigliosa ha portato Diodato a Sanremo con una spinta enorme e un brano come "Fai rumore". E lui porta un pezzo che lungo andare migliora all'orecchio sempre di più. È un pezzo da pelle d'oca, elegantissimo, cantato con una delle voci più belle della sua generazione. 8 e speriamo che l'Italia intera se ne accorga.
Le Vibrazioni 5.5
Il problema del pezzo delle Vibrazioni è che sembra una cover delle Vibrazioni, quasi un'occasione persa, anche se in versione sanremese suona un po' meglio dei preascolti in studio. Vessicchio dà un tocco di classe e la LIS fa il suo effetto. 5.5, ma loro possono e devono fare di più.
Anastasio 8
Anastasio, rosso di rabbia, si prende la scena all'Ariston, riporta l'assolone di chitarra e un bel flow. Energia pura e anche una bella citazione a Fabrizio De Andrè a cui questo sabotatore deve molto. 8 alla faccia del pregiudizio talent.
Elodie 7
Volevate il Sanremo radiofonico? E allora Elodie ci butta il quarto quarti, il cambio continuo di ritmo, una presenza sul palco importante, a volte una voce troppo mahmoodiana e un po' emozionata, ma "Andromeda" è molto in potenza e forse anche in atto. 7: tormentone
Bugo e Morgan 7
Il pezzo è indie pop, rispecchia forse più Bugo di Morgan, ma loro sono veramente unici. 7 perché ci volevano, ma non così tardi.
Alberto Urso 6
Alberto Urso fa Alberto Urso e l'impressione, ovviamente, non è distante da quella dei preascolti. Perfetta l'orchestra, perfetta la voce, al pubblico sanremese questo pop lirico lo manda in brodo di giuggiole. Urso è bravo, fa il suo, ma dovete essere proprio fan del genere e del Sole ad Est. 6, per voi che lo siete.
Riki 5.5
Orchestra e vocoder, orchestra, orchestra e un pezzo che parla a un pubblico molto preciso. Capirlo sopra i 18 anni è complesso, più di un pezzo di tha Supreme. Ci ha provato con questa "Lo sappiamo entrambi", aspettiamo che arrivi al momento dell'universalità. 5.5 perché ci ha provato.
Raphael Gualazzi 7
C'è tantissimo ritmo nel pezzo di Raphael Gualazzi che, almeno, ha chiuso questa prima serata del Festival portando un po' di groove. 7 perché ci voleva un po' di Carioca sul palco dell'Ariston.