La soprano che accusa Placido Domingo: “Da lui avances e violenze: era il mio capo, mi vergognavo”
Il 6 agosto, in un’intervista a Repubblica, Placido Domingo negava di avere mai parzialmente ammesso gli abusi a carico delle donne che lo avevano accusato. Contestava i tempi e il contesto in cui era stata sintetizzata la nota inviata all’Associated Press a poche ore dalla chiusura dell’indagine interna avviata dall’Agma, il sindacato che rappresenta i lavoratori dell’Opera. Sintesi che, secondo il tenore, avrebbe fatto passare la nota redatta per un’ammissione di colpa, un’assunzione di responsabilità che non risponderebbe alle intenzioni del tenore. È quell’intervista rilasciata a Repubblica che la soprano uruguayana che aveva accusato Domingio, Luz del Alba Rubio, ha chiesto di replicare.
Le accuse di Luz del Alba Rubio a Placido Domingo
La replica di Luz del Alba Rubio pubblicata da Repubblica comincia con una precisazione doverosa in merito ai tempi della denuncia, arrivata a distanza di 20 anni dai fatti, nel pieno dello scandalo MeToo. “Non è facile denunciare fatti che riguardano un personaggio così importante e potente; Domingo era il re dell’opera, l’intero universo teatrale ruotava intorno a lui, era come attaccare Dio! Quando negli Usa è esploso il movimento #metoo è stata una liberazione per tutte le donne impaurite e ricattate; il caso Weinstein ha dato coraggio a tutte noi. Era arrivato il momento (di denunciare) e così è stato” dichiara la soprano che poi ricostruisce la dinamica dei primi incontri con Domingo. Secondo la sua versione, fu il tenore a invitarla a sostenere un’audizione e a scritturarla per una serie di spettacoli teatrali, nonostante la silenziosa ostilità della moglie:
Conobbi Domingo durante un’audizione che sostenni il 14 giugno 1999, a Roma. Avevo appena partecipato al famoso programma di Radio 3, La Barcaccia, la più importante trasmissione italiana dedicata all’Opera. Gli piacqui molto e subito mi invitò a sostenere una ulteriore audizione a Washington, dov’era direttore artistico. Da quel momento iniziò un vero e proprio stalkeraggio telefonico: mi chiamava anche in piena notte. Una volta, alle tre passate – io stavo dormendo accanto a mio marito – lui mi disse: “Ah, non voglio ingelosire il mio rivale!”. Arrivata a Washington, dopo l’audizione mi scritturò per Parsifal, Racconti di Hoffmann e Carmen; e successivamente per Traviata a Los Angeles. La moglie, Marta, fu subito molto sospettosa nei miei confronti, ebbe un atteggiamento indagatorio: “Come mai sei qui?”. Le spiegai che mi aveva convocato suo marito, ma lei, che curava la regia, fu molto ostile, non mi fece provare, mi tenne in disparte. Domingo invece fu assillante, entrava in camerino, nel mio appartamento o mi invitava nel suo con il pretesto di vedere insieme un video della mia Traviata. Io seduta sul divano, lui che si avvicinava sempre più allungando le mani. Può immaginare. Dovetti chiamare una mia amica, approfittando di un attimo in cui era andato al bagno, per venire a salvarmi. Lei bussò alla porta, così potei mettere fine alle avances; tipo Tosca nel II atto.
“Avances e violenze, tentativi respinti con determinazione”
La soprano parla di avances e violenze, approcci che sostiene di avere subito e respinto con fermezza: “Erano avances, comportamenti inappropriati e anche violenze, perché ogni suo tentativo veniva respinto da me con determinazione. Lui non ammetteva il rifiuto, le molestie sono continuate nel tempo, non si dava per vinto. La cosa peggiore è che abusava del suo potere: eravamo in un posto di lavoro, lui era il mio ‘capo', mi vergognavo per lui. Baci troppo vicini alla bocca, approcci evidenti, l’invito nel suo appartamento privato dove la violenza è stata anche fisica perché baciava e non voleva essere respinto. Fu la mia amica (che ha testimoniato) a mettere fine a questa vessazione. Il sindacato dei musicisti americani (AGMA) ha avuto finalmente la possibilità di svolgere le indagini in maniera regolare perché questo argomento è diventato importante, da prima pagina”.