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Festival di Sanremo 2020

Chi è Diodato, 5 canzoni per conoscere il cantautore pugliese in gara a Sanremo

Il cantautore pugliese vince per la prima volta il Festival di Sanremo con Fai Rumore, dopo aver partecipato alla kermesse nel 2018 insieme a Roy Paci. Diodato è ormai uno degli artisti più affermati della scena cantautoriale italiana, ecco quindi cinque brani per comprendere a fondo il suo percorso musicale e conoscerlo anche oltre la vittoria a Sanremo 2020.
A cura di Ilaria Costabile
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Dopo due anni dall'ultima partecipazione al Festival di Sanremo, Antonio Diodato vince la settantesima edizione del Festival di Sanremo con la canzone Fai Rumore. Il cantautore pugliese salito alla ribalta proprio in seguito alla sua comparsa nelle "Nuove Proposte" sanremesi nel 2014, è diventato uno dei più apprezzati interpreti della musica italiana. Proviamo, quindi, a fare un viaggio nel suo percorso artistico per comprendere a fondo il cantante tarantino.

Babilonia

Il primo singolo con cui abbiamo fatto la conoscenza di Diodato è Babilonia, il trampolino di lancio della carriera dell'artista. Era il 2014 e il singolo di posizionò al secondo posto della categoria, ma questo non gli impedì di fare breccia nel cuore di una certa fetta di pubblico. La particolarità di questo brano è la capacità di unire le più disparate influenze musicali, come afferma lui stesso in un'intervista dopo la kermesse canora: "In Babilonia c'è un mix di influenze che abbraccia il rock e pop di matrice inglese e la scuola cantautorale italiana. Poi, lo abbiamo arrangiato con la consapevolezza che ci sarebbe stata l'orchestra, un lavoro realizzato da Rodrigo d'Erasmo degli Afterhours, musicista che stimo molto". Quest'esordio gli valse l'ospitata fissa nel salotto di Fabio Fazio, nel suo programma Che tempo che fa. Qui c'è una versione acustica della canzone, realizzata in un incontro con Fanpage.it .

Amore che vieni, Amore che vai

L'ispirazione che Diodato ha colto dal cantautorato italiano è molto forte, le influenze dei grandi esponenti della musica italiana è evidente nei suoi brani sia dal punto di vista strettamente musicale, che in termini testuali. Quindi, come non rendere omaggio ad uno dei grandi cantautori del secolo scorso, colui che ha ispirato generazioni intere e i cui testi risuonano tutt'oggi nelle cuffie dei più giovani, si tratta di Fabrizio De André. La cover di "Amore che vieni, Amore che vai" è addirittura precedente alla sua partecipazione a Sanremo, risale infatti al 2013. Uno dei brani più noti, struggenti e romantici di De André viene qui reinterpretato abbracciando delle sonorità rock, e Diodato la introduce nel suo primo albume "E forse sono pazzo" distribuito da GoodFellas.

Adesso

Secondo pezzo sanremese, stavolta come concorrente tra i Big e in compagnia di Roy Paci, "Adesso" è un brano del 2018. Più volte il cantautore l'ha definito come un dialogo con sé stesso, in cui emerge la difficoltà di focalizzarsi sul momento presente, perché la frenesia del futuro porta sempre a guardare altrove, un vero e proprio mantra da ripetere affinché non si ripetano gli stessi errori. Il video ha ottenuto un grandissimo successo, superando i 3 milioni di visualizzazioni.

Essere semplice

Il brano è tra più ascoltati di Diodato, uscito come singolo nel maggio 2018, con il videoclip diffuso poi il mese successivo. Essere semplice è una canzone con la quale il cantautore parla dell'inadeguatezza che coglie ognuno di noi in alcuni momenti della vita, una carrellata a ritroso in tutto quello che abbiamo fatto e che ci è sembrato sbagliato. Eppure, la chiosa del brano è un inno ad essere, nonostante tutto, sé stessi: "Vorrei davvero essere semplice, ma so che è stupido considerato che non fa parte di me". 

Che vita meravigliosa

Tra gli ultimi singoli scritti da Diodato e diffusi nel 2019, Che vita meravigliosa è quello che insieme a Non ti amo più, ha riscontrato una grossa risonanza. Che vita meravigliosa, inoltre, è la colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek, La Dea Fortuna, con protagonisti Stefano Accorsi ed Edoardo Leo. La canzone si adatta perfettamente alla trama della pellicola, nella quale si racconta come la vita possa essere imprevedibile e sia in grado di regalarci sempre nuovi spunti di riflessione, di crescita, ma anche di rinascita di un sentimento che sembrava perduto.

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