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Britney Spears senza privacy anche in camera da letto: le rivelazioni del nuovo documentario

Si sta alzando più di un polverone sull’ultimo lavoro prodotto dai giornalisti del New York Times sugli ultimi 13 anni di vita della cantante Britney Spears. Il nuovo documentario, grazie a testimonianze inedite, potrebbero mettere ancora di più in grave luce la figura del padre Jamie Spears, ma soprattutto potrebbe influenzare la buonuscita da due milioni di dollari come tutore e il futuro giudiziario dell’uomo.
A cura di Vincenzo Nasto
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"Non c'è un giorno in cui mi sento libera di essere me stessa, di essere felice con le persone che amo". Una delle ultime dichiarazioni in tribunale da parte di Britney Spears potrebbe aver aperto un enorme buco nero sugli ultimi 13 anni di conservatorship del padre, un caso che può e deve essere studiato nei minimi particolari, ora che sono molto più ampie le testimonianze di chi ha attraversato gli ultimi anni con la cantante. La novità, anche se di novità non pare si tratti, è il possibile coinvolgimento penale per Jamie Spears, padre della cantante, che dopo aver scelto finalmente di lasciare il ruolo di tutore della figlia, potrebbe essere accusato di abusi perpetrati durante la tutela. Il caso si è aperto soprattutto con le due inchieste, diventate anche due prodotti cinematografici, delle giornaliste del New York Times Liz Day e Samantha Spark, ovvero "Framing Britney Spears" e la nuova pellicola "Controlling Britney Spears", che potrebbero incastrare Jamie Spears, a pochi giorni dall'udienza decisiva sul caso della cantante. Potrebbe essere rifiutata, infatti, la sua richiesta di buonuscita da due milioni di dollari, e addirittura l'uomo potrebbe finire sotto processo per alcuni incredibili testimonianze sul suo controllo, non solo economico, sulla figlia.

Le rivelazioni del nuovo documentario su Britney Spears

L'importanza nel tempo di figure come l'avvocato Sam Ingham, del movimento #FreeBritney e in generale di tutte le persone che si sono occupate, benevolmente, degli interessi della cantante, sembra in questo momento capitale, soprattutto dopo le inchieste giornalistiche del New York Times condotte dalle giornaliste Liz Day e Samantha Spark. Le due, autrici  del documentario "Framing Britney Spears", candidato a un Emmy, hanno scoperchiato il vaso di Pandora nel nuovo lavoro biografico che sarà intitolato "Controlling Britney Spears". Tutte le informazioni e le testimonianze che sono state raccolte da persone vicine a Britney Spears come la storica assistente Felicia Culotta, l'ex tour manager Dan George, la stylist Latisha Yates e l'ex capo della sicurezza Alex Vlasov, potrebbero mettere nei guai il padre Jamie Spears, a pochi giorni dall'udienza che dovrebbe confermare la fine del suo ruolo da tutore nella conservatorship con una buonuscita da oltre due milioni di dollari. Si sospetta, addirittura, che l'uomo potrebbe essere indagato per persecuzione e abusi nei confronti della figlia, con i racconti dell'ex capo della sicurezza Alex Vlasov in "Controlling Britney Spears" che disegnano contorni ancora più bui sugli ultimi 13 anni della cantante.

I due soci di Jamie Spears e la telecamera in camera da letto

L'ex capo della sicurezza Vlasov è sicuramente una delle figure fondamentali del nuovo lavoro biografico "Controlling Britney Spears", infatti dalle sue parole arrivano i racconti più inquietanti sul controllo di Jamie Spears sulla figlia, coadiuvato dal capo di Black Box Security Ewan Yemini, e il socio in affari di Spears senior Robin Greenhill. Come anticipato da un articolo di Rolling Stone, i tre tutori avevano accesso completo al cellulare della cantante, ma anche alla sua camera da letto, con migliaia di ore di riprese audio controllate dai tre uomini. Questa potrebbe essere una delle accuse che saranno rivolte nell'udienza che si terrà tra alcuni giorni tra i legali di Britney Spears e suo padre, per la buonuscita dopo la fine del suo ruolo da tutore nella conservatorship. Ma non è finita qui, perché Britney Spears non aveva minimo accesso al suo conto in banca, con il padre che più volte le ha negato la possibilità di acquistare un paio di scarpe, ma anche una cena a base di sushi, affermando che la cantante non poteva permetterselo.

Gli attacchi di panico durante i concerti

A preoccupare maggiormente, però, era la salute mentale di Britney Spears, anche dopo la rivelazione dell'ex capo della sicurezza Vlasov sulla dieta farmacologica impostale dal padre. Infatti, l'uomo ha dichiarato che la cantante era costretta a prendere farmaci sotto l'osservazione della sicurezza e che gli stessi non erano prescritti da un medico, ma una volontà diretta di Jamie Spears. Una morsa stretta che si concentrava anche sulla tenuta mentale della cantante, minacciata anche di non poter più vedere i figli, con il padre che più volte, come ha raccontato la sua stylist Latisha Yates, ha costretto la cantante a esibirsi anche con evidenti attacchi di panico, come durante il tour del 2009 per l'album "Circus".

La salvezza con Sam Asghari e il movimento #FreeBritney

Due meteore incontrollabili invece son state la vicinanza dello storico fidanzato Sam Asghari, ma soprattutto il movimento #FreeBritney. Dai racconti di Vlasov si evince che Jamie Spears controllava in modo alquanto accurato le amicizie maschili della figlia, non riuscendo però a controllare la vicinanza tra il ballerino e Britney Spears, uno dei primi muri a cadere in questa incredibile roccaforte di cristallo. Il secondo, e forse più imponente, caso incontrollabile da parte di Jamie Spears è stato il movimento #FreeBritney: Vlasov ha affermato che i due soci del padre avevano inviato uomini sotto copertura ai raduni del movimento per identificare i trascinatori, per poterli poi minacciare. Una spada di Damocle che potrebbe tendere sulla situazione giudiziaria di Jamie Spears, sempre più allo stretto dopo le rivelazioni degli ultimi anni.

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