Zitti e buoni, I wanna be your slave e Beggin’, come i Maneskin hanno costruito il successo estero
Costruirsi un successo internazionale in circuiti in cui l'Italia era quasi sempre esclusa è una ricetta che ha bisogno di fortuna, senza dubbio, ma anche di un piano ben preciso e di una struttura in grado di supportarti come si deve. Non sappiamo in quali percentuali questi ingredienti siano parte del successo che i Maneskin stanno vivendo all'estero – con numeri importanti nelle classifiche Usa e Uk -, ma senza dubbio da un mese a questa parte la band di Damiano, Victoria, Thomas e Ethan è diventata il metro di paragone con cui molti artisti nazionali dovranno confrontarsi in futuro. Abituati ai successi di Laura Pausini o Andrea Bocelli, con gli sprazzi di artisti come i Meduza – che paradossalmente fanno meno rumore nonostante i grandi numeri – il rock italiano difficilmente aveva vissuto un successo del genere. Bisognerebbe tornare ai fasti del prog, quando l'Italia divenne centrale nella discussione mondiale, ma successivamente anche i grandissimi nomi, pensiamo a Vasco Rossi, hanno sempre faticato a costruirsi credibilità ma soprattutto popolarità.
Come i Maneskin hanno costruito il proprio successo
La storia dei Maneskin è particolare e a loro va dato il merito di averci creduto e anche di aver cambiato in corsa, asciugando il proprio rock, togliendo molto dei lustrini con cui si erano vestiti subito dopo la partecipazione a X Factor e riuscendo a surfare l'onda dell'Eurovision. Dopo il successo del primo Ep Chosen che raggiunse il platino e soprattutto del primo album "Il ballo della vita" che fu certificato platino tre volte, la band – che rischiava di arenarsi in una sorta di mondo da cover band – ha fatto tesoro dei tanti live fatti, come hanno spiegato anche a Fanpage.it – per asciugare e darsi anche un tono più internazionale. L'inaspettata vittoria al Festival di Sanremo e la loro enorme capacità di stare sul palco, l'immagine poco italiana e molto internazionale e una serie di canzoni in inglese hanno senza dubbio aiutato la band a farsi notare anche all'estero.
Zitti e buoni per sfondare all'estero
L'Eurovision è da anni una vetrina sempre più importante per i gruppi e l'Italia lo ha visto sulla propria pelle con Mahmood che, pur non vincendo, era riuscito a ritagliarsi un suo pubblico internazionale. Ma l'effetto Maneskin è un effetto valanga che ha nella scelta delle mosse un valore aggiunto. "Zitti e buoni", canzone con cui hanno vinto il Festival e hanno conquistato Rotterdam, è stato il grimaldello con cui la band ha fatto capolino nelle classifiche internazionali, riuscendo anche a ottenere ottimi risultati in mercati di riferimento come quello inglese e americano, dove non è semplice, specie per italiani che cantano in inglese, essere ascoltati.
Due canzoni in top 10 Uk
La bravura dei Maneskin e di coloro che gli sono stati vicini è stata azzeccare la seconda mossa. Che il vincitore dell'Eurovision abbia visibilità in quei mercati non è una novità, che quegli artisti riescano a imporsi per settimane consecutive, però, lo è. I Maneskin sono stati i primi vincitori ESC, da Celin Dion negli 80 in poi, a piazzare due canzoni nella top 40 Uk. E proprio quella seconda canzone, "I wanna be your slave" è stata quella con cui la band sta ottenendo i risultati migliori anche perché è la più spendibile di quelle presenti in "Teatro d'Ira Vol 1". La canzone è prima nella classifica Hot Hard Rock Songs e decima nella Global Excl. U.S., quella che conta le canzoni più ascoltate escludendo il mercato Usa. Ma un grande risultato arriva anche dal Regno Unito dove la canzone guadagna una posizione nella classifica dei singoli ed è sesta, portandosi appresso, in top 10, anche Beggin'.
Il successo di Beggin'
E qui veniamo al terzo passo che la band ha piazzato, ovvero riportare in auge una cover – dei The Four Seasons – contenuta nel loro primo EP che ha ottenuto enorme visibilità grazie a TikTok dove è stata usata circa due milioni di volte, ottenendo una spinta anche nelle classifiche ufficiali: Beggin', infatti, è ventunesima nella Global Excl. U.S. e soprattutto è decima (era alla 73 una settimana fa) nella classifica singoli Uk. Insomma, non sappiamo quanto durerà, se siamo di fronte a una bolla o cosa, ma senza dubbio i Maneskin hanno nelle proprie mani un futuro che può essere radioso, soprattutto se continueranno a muoversi come fatto fino a ora.