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Tutta Seoul contro Lady Gaga

Non ci stanno i conservatori cristiani a ospitare il prossimo concerto di Lady Gaga a Seoul. Proprio oggi, la comunità sudcoreana “Alleanza per una cultura sana in materia di sessualità” si riunisce in preghiera per chiedere l’annullamento del tour dell’artista, accusato di promuovere messaggi devianti e osceni.
A cura di Stefania Rocco
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Non ci stanno i conservatori cristiani a ospitare il prossimo concerto di Lady Gaga a Seoul

Il tour Born this way ball si appresta a debuttare a Seoul il prossimo 27 aprile. Lady Gaga inizierà proprio dalla capitale della Corea del Sud il suo prossimo tour mondiale che la porterà a esibirsi nei più grossi paesi di tutto il mondo. A differenza di come verrebbe certamente salutato il suo arrivo i Italia – nel nostro paese, il concerto è previsto il 2 ottobre 2012 a Milano – o in diversi altri paesi occidentali, Seoul – o quantomeno una larga parte dei suoi abitanti – si dichiara indisposta a ospitare la prima tappa del tour dell’artista. A dare voce a una protesta certamente singolare nei confronti della cantante è un numeroso gruppo formato da cristiani conservatori di origine sudcoreana che, proprio in queste ore, si sono raggruppati in preghiera per chiedere un intervento dall’alto affinché il concerto della discordia sia cancellato.

Una protesta particolare alla quale Lady Gaga non risponde ma che ha già incontrato la dura opposizione delle autorità del paese che stanno via via rimuovendo i cartelloni pubblicitari che incitano all’annullamento o, ancora peggio, a disertare uno spettacolo che definiscono essere privo di ogni contenuto morale perché spingerebbe il popolo ad avere una visione distorta e malsana della sessualità. Per il momento, i conservatori cristiani sono riusciti a ottenere solo una piccola vittoria. La scandalosa Lady Gaga e il suo concerto saranno vietati minori di 18 anni. Tutto il pubblico restante, invece, potrà tranquillamente acquistare il biglietto e assistere alla prima tappa del tour. Al 27 aprile, però, manca ancora qualche giorno e chissà che le proteste non riescano a raggranellare ancora qualcosa.

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