C’è Tommaso Paradiso dietro ai successi di “Pamplona”, “Riccione” e “Partiti adesso”
C'è un filo che unisce alcune delle canzoni più trasmesse dalle radio italiane di queste ultime settimane, alcune delle quali sono diventate veri e propri tormentoni, facendo un passaggio in testa alla classifica EarOne. Un filo che ha soprattutto un nome: Tommaso Paradiso. Fino a un annetto fa, probabilmente, il nome del cantante romano era noto soprattutto agli amanti della scena cosiddetta alternativa, quell'indie di cui era, per alcuni, una bandiera grazie alla sua band, i Thegiornalisti, condivisa assieme a Marco Rissa e Marco Primavera. Poi a un certo punto è successo qualcosa e Paradiso ha cominciato a diventare un nome e un volto noto sempre a più persone. Le radio hanno cominciato ad accorgersi che il loro pop poteva piacere anche a un pubblico più ampio e in orari più umani e anche la tv ha cominciato a prenderlo in simpatia con "Quelli che il calcio" a fare da apripista.
Oggi Paradiso è diventato il simbolo, per alcuni, di tutto il bene che la scena alternativa può dare e dei traguardi che può raggiungere e per altri di un compromesso che lo ha "sporcato"; intanto, però, il cantante sta riuscendo nell'intento di far arrivare i suoi testi e la sua musica a quante più persone possibili. Paradiso, infatti, è autore di "Riccione", ovviamente, il nuovo singolo dei Thegiornalisti che, come il precedente, è slegato dal concetto di album e che questa settimana è passata dalla diciannovesima alla quinta posizione dei pezzi più trasmessi dalle radio (è prima in quella speciale indipendente), finendo alle spalle di artisti più blasonati come Gabbani e Fedez e J-Ax, di un fenomeno pop come Rovazzi e a se stesso, in compagnia, però, di Fabri Fibra e della band. nella terza posizione dell'airplay, infatti, c'è "Pamplona" che da qualche settimane ha invaso l'etere riportando il rapper di Senigallia in testa agli artisti più cantati del Paese. Questa volta Paradiso non ha scritto il pezzo, ma Fibra voleva un feat. e ha trovato nei Thegiornalisti lo sfogo perfetto, come confermano il video e il successo che sta ottenendo (e promettendo altre collaborazioni, in futuro).
In risalita, in questa speciale classifica, c'è anche "L'esercito del selfie", prima canzone di Ketra e Takagi, due dei produttori più in voga del momento (hanno prodotto, tra le altre, "Roma-Bangkok" e "Vorrei ma non posto") che hanno puntato su una canzone che parla di social, le voci di Arisa e Lorenzo Fragola e la scrittura proprio di Paradiso che non si allontana da alcuni dei suoi must: l'ambientazione serale/notturna, l'amore declinato sulla lontananza, e anche il bisogno del contatto fisico. Nelle scorse settimane, poi, per qualche settimana in testa a questa classifica c'è stata Giusy Ferreri con "Partiti adesso" e anche qui c'è lo zampino del cantante che l'ha scritta, così come ha scritto "Mi hai fatto fare tardi" di Nina Zilli che in quest'ultima settimana è risalita di una decina di posizioni.
È un periodo fortunato, almeno per quanto riguarda i numeri, se contiamo anche i sold out dei Thegiornalisti al Mediolanum Forum (la discussione che ne è seguita lascia il tempo che trova per chi li ricorda suonare davanti a poche centinaia di persone) o l'ultimo al festival Ferrara sotto le stelle, ma come spesso capita a una popolarità che cresce si accompagna anche una delusione da parte di alcuni fan storici: in una platea che si allarga esponenzialmente è fisiologico l'aumento di "delusi". I motivi possono essere vari, qualcuno parla di "tradimento" (sic), qualcun altro non ha accolto bene gli ultimi singoli e/o la scelta di scrivere "pezzi da classifica", qualcuno parla di diminuzione di incisività e così via. Senza contare le polemiche per quella che sarà la colonna sonora del prossimo cinepanettone di Christian De Sica. Eppure l'immaginario di Paradiso e della band è sempre stato chiaro, esplicito, soprattutto con la svolta sonora di "Fuoricampo", l'uso massiccio di synth, il gusto retrò, le dediche esplicite a Luca Carboni, Vasco Rossi, Lucio Dalla, ai film di quegli anni (da cui nascono le loro citazioni continue anche sui social), che sono riusciti a rivisitare a modo loro. Ed è quello che alla fine li ha resi così popolari, oltre alla grande capacità comunicativa della band: "Noi siamo una band da Festivalbar. Molte delle nostre canzoni avrebbero fatto bella figura, non dico vincerlo ma sicuramente dominarlo" disse il cantante in un'intervista a Fanpage.it di qualche mese fa, mettendo, ancora una volta, nero su bianco quello che è il mondo della band, canzoni da cantare a squarciagola, in auto, di notte, coi finestrini spalancati che potevano, al contempo, diventare inni da cantare in uno stadio, come scrivemmo qualche mese fa.