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Siae racconta la crisi dello spettacolo: “La musica ha perso oltre 200 milioni rispetto al 2019”

Sono stati pubblicati nelle scorse ore i dati dell’Annuario della Siae, che ha registrato la caduta dei numeri del mondo dello spettacolo nel primo semestre 2020, rispetto al primo semestre 2019. Un numero su tutti: la diminuzione del 64% degli eventi rispetto al 2019. Il presidente Mogol ha commentato: “Raccontare oggi, in pieno ciclone coronavirus, cosa è stato il 2019 per il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento ha un po’ il sapore amaro delle cose perdute”.
A cura di Vincenzo Nasto
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Sono numeri drammatici quelli del 2020 pubblicati dall'annuario dello spettacolo Siae, rispetto a quelli del primo semestre 2019, infatti, gli eventi sono diminuiti del 64,18% tra attività cinematografica, teatrale, concertistica, mostre e esibizioni. Un numero che si pone in totale contrapposizione rispetto alla crescita nel biennio 2018/19, che aveva visto il settore dello spettacolo in fertile crescita. Il presidente della Siae Giulio Rapetti Mogol ha voluto commentare così: "Raccontare oggi, in pieno ciclone coronavirus, cosa è stato il 2019 per il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento ha un po' il sapore amaro delle cose perdute". Se si guarda ai numeri della musica, poi, la percentuale cresce ancora rispetto alla media.

La differenza tra il 2019 e il 2020

La Siae ha pubblicato nelle scorse ore i dati dell'Annuario dello spettacolo, mostrando in maniera decisa gli effetti del Covid sul mondo dell'arte e delle esibizioni dal vivo. Rispetto al primo semestre del 2019, gli eventi sono diminuiti del 64,18%, una cifra che coinvolge il cinema, il teatro, i concerti, lo sport, le attività di ballo ma anche mostre ed esposizioni varie. Parallelamente sono diminuiti gli acquisti al botteghino, diminuita dal miliardo e 750 milioni del 2019, ai quasi 850 milioni del 2020. Numeri che Giulio Rapetti Mogol, presidente della società che tutela i diritti degli artisti in Italia, ha commentato con tristezza. "Raccontare oggi, in pieno ciclone coronavirus, cosa è stato il 2019 per il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento ha un po' il sapore amaro delle cose perdute. Un anno che ha visto tutti gli indicatori generali in terreno positivo rispetto al 2018 – è il commento del presidente Siae Giulio Rapetti Mogol –. Purtroppo tutti stiamo vivendo da mesi in un clima di angoscia e preoccupazione, e il settore dello spettacolo, che ha subito ingenti perdite e gravissime ricadute sui livelli occupazionali, è stato tra i primi a chiudere. Basti pensare che nel primo semestre 2020 gli ingressi si sono ridotti complessivamente di due terzi e la spesa del pubblico di tre quarti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente".

Il settore della musica

Concentrandosi solo sul settore musicale, rispetto al primo semestre del 2019, i concerti dal vivo sono diminuiti di più del 72%, con una diminuzione di più di 14mila eventi annullati. Questo ha influenzato anche il numero di ingressi, oltre sei milioni di persone, con una perdita al botteghino di una cifra intorno ai 190 milioni di euro. Non solo grandi eventi, ma anche il settore delle sale da ballo e delle sale da concerto minori, hanno registrato un calo degli ingressi di quasi il 72%, con un calo al botteghino di 75 milioni di euro. Cifre astronomiche che però fanno notare come in Italia gli eventi dal vivo, come quelli culturali, risultano una base imprescindibile nel tessuto sociale, come sottolineato anche da Mogol: "Tuttavia, volgendo lo sguardo al periodo pre-Covid, i dati ci confortano e ci danno fiducia: testimoniano, infatti, in maniera significativa, come il pubblico ritenga parte integrante della propria cultura e delle proprie capacità emozionali la partecipazione agli eventi di spettacolo. Partendo da questo importante presupposto dovremo, perciò, proseguire nel nostro impegno, anche inventando nuove forme di partecipazione".

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