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Sanremo 2020, perché dopo Junior Cally si parla di “Bella stronza” di Marco Masini

A seguito delle polemiche scoppiate a Sanremo 2020 a causa di una vecchia canzone di Junior Cally si è cominciato a parlare di “Bella stronza”, forse uno dei pezzi più conosciuti di Marco Masini. Nel testo del cantante ci sono delle frasi quantomeno ambigue. Ma avrebbe senso cacciare tutti per testi passati? E soprattutto ha senso censurare la musica?
A cura di Redazione Music
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A seguito delle polemiche scoppiate a Sanremo 2020 a causa di una vecchia canzone di Junior Cally si è cominciato a parlare di "Bella stronza", forse uno dei pezzi più conosciuti di Marco Masini. Il perché è presto detto: nel brano del cantante toscano ci sono dei versi che sono definiti sessisti, ma che in questi anni non hanno scandalizzato nessuno, se non poche persone che notavano come il problema del racconto sessista uscisse anche dai canoni rap. Nel brano, Marco Masini, a un certo punto, dopo aver dato della "stronza" alla ragazza che lo ha lasciato e ora si fa "vedere in giro per alberghi e ristoranti con il culo sul Ferrari di quell'essere arrogante" canta, testualmente: "Mi verrebbe da strapparti quei vestiti da puttana / e tenerti a gambe aperte finché viene domattina / ma di questo nostro amore così tenero e pulito / non mi resterebbe altro che un lunghissimo minuto di violenza".

A Sanremo 2020 conta il passato

Stando a quella che per alcuni politici e per il Presidente della Rai è la linea, bisognerebbe non solo valutare la canzone con cui un cantante si è presentato per gareggiare al Festival di Sanremo, ma anche il suo passato. Con quali strumenti, poi? Junior Cally voleva veramente mettere in atto un femminicidio? Marco Masini cantava realmente di voler stuprare qualcuno? Evidentemente no. Il problema, come spiegava la scrittrice Giulia Blasi, non è morale ma artistico: ci interessa ancora quel tipo di racconto? Ha senso giudicare con gli strumenti della cronaca l'arte? Probabilmente no, altrimenti avremmo dovuto indignarci anche per le migliaia di film che mostrano la violenza.

Il rischio censura al Festival di Sanremo

Esiste uno storytelling nella musica, i cui testi spesso sono come racconti. Uno storytelling che non è sempre e per forza autobiografico, anzi. Se anche nel Cinema, ogni tanto arriva la polemica strumentale (Gomorra ne è uno degli esempi più recenti), nella musica la questione pare sempre più grande di quella che è. Amplificata da eventi di cronaca. Nel caso specifico è l'approdo del rapper al Festival di Sanremo, lo scorso anno fu la tragedia di Corinaldo, che mise Sfera Ebbasta e la sua produzione sotto i riflettori. Junior Cally non va escluso, perché il rischio è quello di uno sconfinamento nella censura che è ben diverso dal gusto: una canzone può non piacere, per tutta una serie di ragioni, compreso il testo, ma mettere alla gogna qualcuno per un testo di tre anni fa ha poco senso. Altrimenti dovremmo gettare la croce anche addosso a Marco Masini – che dopo quella canzone, Sanremo lo ha vinto – e la cosa, onestamente, scadrebbe dal ridicolo all'inaccettabile.

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