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Pussy Riot, liberata anche la seconda cantante che urla: “Russia senza Putin”

A due anni dalla fine della pena le due Pussy Riot in carcere sono state liberate grazie all’amnistia voluta da Putin per festeggiare i 20 anni della Costituzione. Appena scarcerata la Tolokonnikova ha fatto capire subito che non ci sarà alcuno sconto per il Premier russo.
A cura di Francesco Raiola
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La prima delle due Pussy Riot ancora in carcere è tornata in libertà questa mattina presto, mentre da poco è stata liberata anche Nadezhda Tolokonnikova. Le due cantanti, infatti, sono state liberate questa mattina – come aveva preannunciato Pyotr Verzilov, il marito della Tolokonnikova – grazie all'amnistia voluta da Putin in occasione dell'anniversario (20 anni) dell'adozione della Costituzione. Una decisione annunciata qualche settimana fa e accolta bene dagli attivisti, sebbene l'idea è che dietro questa decisione ci sia la volontà di Putin di ripulirsi l'immagine in occasione delle prossime Olimpiadi che si terranno proprio in Russia a febbraio. La Tolokonnikova non aveva passato un ottimo periodo dopo che qualche settimana fa aveva subito un trasferimento in un campo di prigionia in Siberia a seguito di una lettera inviata al Guardian in cui aveva denunciato le pessime condizioni e le vessazioni subite nella prigione in cui si trovava. C'erano stati giorni in cui i parenti della cantante non avevano avuto sue notizie, poi dopo qualche giorno le autorità russe avevano annunciato il trasferimento in Siberia per motivi di sicurezza personale. Appena liberata pare abbia urlato "Russia senza Putin!".

Le ragazze erano state condannate a due anni di carcere per "vandalismo aggravato da odio religioso" a causa di una canzone critica nei confronti di Putin cantata nella Cattedrale Ortodossa di Mosca. Con l'amnisti, risparmieranno pochi mesi di carcere e proprio questo ha fatto dire a Verzilov alla CNN: "Due mesi su circa due anni che le ragazze hanno passato là non sono granché. Quindi gli effetti di questa amnistia Maria e Nadezhda non l'hanno veramente sentito". Le due cantanti hanno usufruito dello sconto di pena rientrando tra le donne che hanno bambini piccoli, che è una delle categorie che poteva usufruire dell'amnistia. Oltre a loro saranno liberati anche alcuni attivisti di Greenpeace.

Dopo la scarcerazione, lo scorso anno, della terza componente del gruppo Yekaterina Samucevic, il caso del gruppo punk era diventato il simbolo della lotta contro il potere di Putin e l'impossibilità di dimostrare il proprio dissenso. Sono stati tantissimi gli artisti che in questi anni hanno dimostrato a favore delle cantanti, tra questi anche l'ex Beatles Paul McCartney che aveva indirizzato una lettera alle autorità russe, dopo che la Tolokonnikova aveva cominciato uno sciopero della fame a seguito del diniego a usufruire degli arresti domiciliari. Intanto la Chiesa Ortodossa russa fa sapere che è assolutamente aperta al dialogo con le ragazze anche se le parole di Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento per i rapporti tra il Patriarcato e la società sono abbastanza ambigue. Chaplin, infatti, ha dichiarato di sperare in un pentimento: "Spero che le due donne potranno rivalutare alla radice l'azione da loro compiuta in Chiesa e quanto dolore hanno causato alle persone credenti" lanciando poi una stoccata: "Queste dame non sono del tutto perse per il regno dei cieli. Dio le ama, come tutti i suoi figli. Ma aspetta da loro un pentimento"

Oggi, comunque potranno tornare in libertà e la curiosità sarà quella di vedere cosa racconteranno della loro prigionia.

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