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Panico in Corea, l’associazione cantanti chiede ai BTS di non sciogliersi e scatena l’ira dei fan

Dopo l’annuncio dei BTS di una pausa dal gruppo, l’Associazione coreana dei cantanti ha chiesto alla band di ripensarci ma i fan sono con il fenomeno K-Pop.
A cura di Redazione Music
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I BTS alla Casa Bianca (Kevin Dietsch/Getty Images)
I BTS alla Casa Bianca (Kevin Dietsch/Getty Images)

La decisione dei BTS di prendersi una pausa dal gruppo per seguire i progetti personali di ciascun membro ha scatenato un piccolo terremoto in Corea dove la Korea Singers Association (Associazione dei cantanti coreani) ha chiesto, per voce della sua Presidente Lee Ja Yeon, di ripensare a questa pausa che la band e l'agenzia, la HYBE, hanno annunciato poche settimane fa, poco prima della pubblicazione dell'ultimo album "Proof". Una scelta che inizialmente era stata vista più come uno scioglimento ma che la stessa etichetta ha ridimensionato, spiegando che non è altro che una pausa.

"Sono sopraffatta dalla paura e dalla preoccupazione che il ‘BTS Hallyu Wave', un movimento che possiede il più grande soft power culturale a cui il mondo abbia mai assistito, svanirà presto – si legge nella nota pubblicata da Allkpop -. Negli anni che hanno preceduto la nascita di questo movimento, si credeva che trovare i ‘nuovi Beatles' sarebbe stato un risultato molto difficile, e ora siamo arrivati ​​a un punto in cui è difficile sperare che i "prossimi BTS" possano arrivare presto (…). Per favore, riconsidererai la decisione di interrompere una pausa di gruppo, per il futuro dell'industria musicale della Corea del Sud?".

La richiesta di fermare questa pausa della band arriva per questioni economiche e culturali. I BTS sono senza dubbio il progetto coreano più importante e conosciuto al mondo, ha permesso un'espansione della cultura coreana nel mondo e sono stati fautori di un incremento di turismo e interesse verso quella cultura. L'idea che possano sciogliersi e far diminuire tutto questo è ciò che ha portato l'Associazione a chiedere un ripensamento. Non è un caso che si faccia riferimento all'onda Hallyu, ovvero, come scrive l'Enciclopedia Treccani "un fenomeno socio-culturale che ha permesso alla Corea del Sud di diventare uno degli epicentri della cultura pop a livello mondiale"

"Se i BTS se ne vanno, anche i missionari di Hallyu e della cultura coreana, gli ARMY, se ne andranno. L'industria del turismo della Corea del Sud ne risentirà e sarà difficile sperare in un futuro per la Corea del Sud come hub della cultura in Asia. Le leggi speciali assegnate alle industrie dello sport e della musica classica e artistica per il servizio militare obbligatorio devono essere estese anche alla cultura popolare. La necessità di attenzione e di azione su questo tema attuale è urgente. Il governo e la l'assemblea della Corea del Sud deve prestare attenzione a questa questione in modo che il boom degli Hallyu possa continuare a diffondersi e i BTS possano continuare a promuovere attivamente come gruppo".

La richiesta di una revisione del sistema di arruolamento è un problema non da poco, visto che ciascun membro della band dovrà sottoporsi ai due anni di leva obbligatori. Ma nonostante tutto i fan dei BTS non hanno preso bene questa lettera che, secondo loro, non lascerebbe liberi i propri beniamini di muoversi come vorrebbero e soprattutto che questa richiesta arrivi per questioni che l'ARMY vede soprattutto come economica.

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