L’amore di Kanye West per Hitler e la propaganda nazista dura almeno da 20 anni
Non si può determinare, in questo momento, un quadro diagnostico sulla salute mentale di Kanye West. Il rapper statunitense è da mesi in un circolo vizioso autodistruttivo, che lo ha allontanato dal mondo del business della moda e della comunicazione, dalla proiezione politica nei legami con Donald Trump, ma soprattutto dalla sua famiglia, dopo l'ufficializzazione del suo divorzio da Kim Kardashian. E allora non straniscono le affermazioni rilasciate durante un'intervista concessa al conduttore radiofonico Alex Jones, figura legata al mondo del complottismo ed esponente della destra americana. Il cantante infatti aveva professato, per l'ennesima volta, la sua adorazione per Adolf Hitler, affermando: "Tutti gli esseri umani hanno qualcosa di valore che mettono sul tavolo, soprattutto Hitler. Vedo delle cose buone anche in Hitler. Amo tutti. Hitler ha inventato le autostrade, il microfono che io uso. Non si può dire ad alta voce che non ha mai fatto nulla di buono. Mi piace Hitler".
I discorsi sull'Olocausto in studio nel 2002
Dichiarazioni che però non hanno lasciato di stucco alcuni collaboratori di Kanye West, soprattutto quelli che lo hanno accompagnato nei suoi primi album, come "The College Dropout" del 2004. Raggiunti da Rolling Stone US, molti collaboratori hanno asserito che la sua ammirazione per Hitler è uno dei segreti meglio custoditi all'interno dello showbiz americano, soprattutto all'interno della cerchia ristretta del rapper. Infatti Ye si sarebbe ispirato alle strategie di propaganda nazista e alle tattiche di guadagno di potere per raggiungere la propria fama e successo, come per un playbook di un suo disco, ripreso interamente da un playbook composto da Hitler e Goebbels. Alcuni collaboratori che hanno seguito West già da producer per Roc-A-Fella nel 2002, hanno affermato come l'allora 26enne discuteva spesso di nazismo e fascismo, legandoli all'idea della conquista dell'industria discografica. Non erano inusuali domande del tipo: "Allora, cosa ne pensi dell'Olocausto?".
Ye, l'album che Kanye West avrebbe voluto chiamare Hitler
Alcuni collaboratori hanno testimoniato anche la paura di ribellarsi a questa narrazione dettata da West nel suo team: "Quando sono successe queste cose, se volevi ancora un posto in questo gruppo, reprimevi le tue preoccupazioni, mantenevi un sorriso sul tuo viso, e andavi avanti come se non fosse successo niente di male". Un problema legatosi anche a suoi soci in affari, come quello che lo ha accompagnato durante un incontro con una grande azienda nell'autunno del 2015. L'uomo ha riferito che Ye, nei primi 15 minuti della chiamata, avesse decantato le lodi di Hitler, definendolo "genio del marketing": "Nei miei oltre 25 anni di lavoro, non ho mai sentito nessuno pronunciare quel nome ad alta voce in una riunione di lavoro". Infine la rivelazione: "Ye", l'ottavo album in studio di Kanye West, pubblicato nel 2018, si sarebbe dovuto intitolare "Hitler". Una decisione poi naufragata, ma che la CNN riportò nei mesi precedenti.