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La guida ad Alma di Gaia, la natura e l’empowerment femminile con la sua anima brasiliana

Da poche ore è uscito il nuovo album di Gaia Gozzi “Alma”, un viaggio nelle mille sfaccettature musicali e personali della cantante di origini brasiliane. Origini e radici sono argomenti trattati nel progetto composto da 15 tracce, in cui compaiono la lingua italiana e quella portoghese, creando un idioma unico.
A cura di Vincenzo Nasto
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Dopo mesi in cui Gaia Gozzi aveva lasciato scoperte solo alcune sfumature del suo nuovo progetto, nella notte la sua "Alma" ha preso vita. Un progetto che segue da una parte la direzione del nuovo pop italiano, dalla sua mediazione linguistica a un immaginario sempre più vasto e inclusivo, dall'altra si allontana in maniera strutturale, lasciando alla lingua portoghese e alle sue radici l'intimità del suo racconto. "Alma" è un equilibrista dalle qualità quasi uniche, un progetto che in ogni suo tratto media il messaggio di Gaia e lo strumento per arrivare al pubblico, sempre più ampio anche per l'utilizzo della sua lingua madre, ma sempre più vicino alla sua voce, un timbro inconfondibile, che trova il suo tappeto perfetto nel tropical-pop prodotto dalle sapienti mani del partner Orang3, accompagnato da Simon Says e Mr Monkey. 15 tracce, più di 46 minuti di musica per lasciarsi trasportare in un mondo in cui la saudade ripercorre le note del cantante Bossanova Jorge Ben Jor, uno dei suoi primi ascolti, ma che pesca anche nel soul di artiste indimenticabili come Nina Simone. "Alma" è il viaggio nell'anima sensibile di Gaia, ancora più pronta a questo salto, che la potrebbe rendere tra le artiste più straordinarie del panorama italiano.

L'approccio internazionale del progetto in lingua portoghese

Uno dei primi elementi che è possibile avvertire già dalla titletrack, che fa anche da intro al disco, è la sonorità e le melodie che accompagneranno il disco. Gaia non dimentica le sue origini e "Alma" diventa il brano perfetto in cui introdurre tante delle sue sfaccettature musicali e personali, un mantra positivo in cui la cantante avvolge la sua voce e apre il proprio viaggio emozionale, scandito nelle restanti 14 tracce dell'album. La traccia interamente in portoghese riflette anche sulla struttura linguistica del disco, che come ha dichiarato Gaia "più che una scelta è stata una esigenza, l’italiano è arrivato dove la lingua brasiliana finiva e viceversa, alla fine mi sono accorta che in Alma ci sono io, senza generi, senza etichetta. Lì c’è Gaia: nel bene e nel male ci sono io". La decisione di lasciare in portoghese le tracce che toccano i temi più introspettivi sembra andare totalmente controcorrente alle scelte di mercato, ma ci sono più chiavi di lettura: Gaia con "Alma" si è aperta a un pubblico internazionale, quello che parla la lingua portoghese, molto più ampio rispetto a quello nazionale, una scelta che potrebbe vedere il Brasile, le sue radici, come pubblico di riferimento per il progetto. Un piccolo indizio è la partecipazione il prossimo 21 novembre al Corona Capital 2021, uno degli eventi live più importanti del panorama sudamericano che si terrà a Città del Messico e in cui Gaia parteciperà con artisti del calibro di Tame Impala, Disclosure, The Kooks e Twenty One Pilots.

I tre singoli che hanno anticipato il progetto

Un altro indizio su ciò che sarebbe stato il disco "Alma" è stato possibile osservarlo anche dalla varietà dei singoli che lo hanno anticipato: da una parte "Cuore Amaro", presentato allo scorso Festival di Sanremo e "Nuvole di zanzare", dall'altra la hit internazionale con il re della dancehall Sean Paul in "Boca". Se da una parte "Cuore amaro" rappresenta il diario di viaggio della cantante, che nel brano racconta la felicità e le delusioni che la carriera le hanno donato fino a ora, è "Nuvole di zanzare" che riflette per la prima volta la leggerezza e la sensualità che la cantante vuole trasferire al proprio progetto, almeno nei pezzi in italiano: "È strano che non ci pensiamo, ma un battito di ali può scatenare un uragano nei posti più lontani". La città è il teatro di questi brani, che come ha rivelato la stessa Gaia sono stati scritti durante la quarantena, una condizione vissuta in città: "Alma è una lettera molto sincera di ciò che è stato l’ultimo anno e mezzo. Ho vissuto tante emozioni differenti e ho dovuto andare a scovare da dove derivasse la mia anima, che vite passate avesse vissuto". Alma è un flusso emozionale che riempie tante sfumature, ma che cerca di alleggerire anche il suo carico emotivo con brani come "Boca", un singolo dance estivo in cui si viene trasportati nelle strade del Sud America.

L'empowerment femminile e l'inclusività con il linguaggio dei segni nei canvas di Spotify

La natura diventa donna, madre, nonna: la famiglia attorno a cui Gaia si stringe, dopo esser stata cresciuta "senza mai fare un passo indietro, laddove la paura non deve esistere". Alma è un disco libero da etichette, ma soprattutto inclusivo. In due brani è possibile osservare l'empowerment femminile che innalza la figura della donna, in racconti anche molto diversi l'uno dall'altro: soprattutto grazie alle artiste e agli artisti che hanno collaborato alle canzoni, come Francesca Michielin e Margherita Vicario in "Ginga" e Gemitaiz in "Marina". Se nel primo racconto, Gaia invita le due donne a descrivere con sincerità la figura della donna come elemento della natura e in grado di connettere l'universo, diversa la narrazione in "Marina", in cui si intravede il racconto passa nelle mani di un uomo, di un artista come Gemitaiz. Soprattutto "Marina" rappresenta un esperimento ben riuscito anche nella produzione, con il ritmo up-tempo che cambia proprio durante la strofa di Gemitaiz, esaltando l'ecletticità del flow di entrambi. Un'altra traccia del tentativo di Gaia di rendere accessibile a tutti il proprio disco sono i canvas pubblicati su Spotify, realizzati in collaborazione con ANIMU (Associazione Nazionale Interpreti di Lingua dei Segni Italiana). Infatti, Gaia ha inserito dei movimenti appartenenti alla Lingua Italiana dei Segni, all’interno di loop coreografici in cui balla, cercando di comunicare l'emozione che scaturisce dall'ascolto.

Le sue radici brasiliane e il cuore vagabondo

La natura è anche la terra, soprattutto quella d'origine, che traspare anche dal tentativo (ben riuscito) di amalgamare la lingua italiana e quella portoghese in un unico idioma. Il racconto delle sue origini è possibile ritrovarlo in brani come "Salina", ma soprattutto nella collaborazione con la band italo-brasiliana dei Selton. Se nel primo tentativo musicale, che inizia con "Cambiano le lune, ma non gli occhi che ho preso da te", la cantante cerca di mostrare l'attaccamento alle sue radici, come il Brasile, ma anche i campi di grano del mantovano, la collaborazione con i Selton rappresenta una novità melodica. Infatti "Io e te" è il brano che più si avvicina alle sonorità sudamericane, una samba in lingua italiana in cui Gaia cerca di riprendere le origini brasiliane con piccoli estratti in portoghese: "Io e te, noi due, tutto il mondo. Salto di casa in casa, in un secondo casa mia è diventata il mio cuore vagabondo".

L'amore e le sue mille sfaccettature raccontano la nuova Gaia

Dulcis in fundo, l'amore e le mille forme che assume nel racconto di "Alma". La più romantica, sicuramente potrebbe essere "Occhi&Jeans", una dedica d'amore scritta al proprio compagno durante il primo lockdown, una fotografia di quel nido d'amore che è diventata la loro abitazione nei mesi di confinamento: "Se resti qui tra i miei occhi e i jeans, tra galassie e un film e ogni minuto mi innamoro di te, di te". L'immaginario cambia, la sensualità e la passione di Gaia esplodono nelle due collaborazioni hip-hop con l'astro nascente J-Lord in "Louca", ma anche in "Paranaué" con Tedua, che gioca con le sonorità africane e con il dualismo tra natura e corpo. Una delle tracce più "passionali" è sicuramente "Pomeriggio", il racconto del lato carnale della relazione, in cui il pomeriggio diventa uno spazio libero da responsabilità, in cui lasciarsi andare ai sapori della carne: "La tua pelle mi copre tutta , non vuole mai fare ombra su di me. Ora che suona e mi tocca come di pomeriggio quando giri gli occhi e vedi il paradiso". L'album si chiude con "Sem tu", l'arrivo dopo il lungo viaggio da "Nuova Genesi" alla nuova Gaia, la sofferenza e la liberazione dai demoni del passata e la sua nuova riscoperta. Una melodia così ipnotica e travolgente che sembra cancellare tutto ciò che viene ascoltato prima di essa, una fine che segna il nuovo inizio.

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