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J Lord, l’adozione, il bullismo e l’amore per la musica: “Davanti al microfono dico qualsiasi cosa”

J Lord, nome d’arte di Lord Johnson, è una narrazione diversa nella musica italiana, un racconto così vero da creare fastidio ed essere affascinante allo stesso modo. Il giovanissimo artista campano, appena 17enne, ha pubblicato da poche ore un brano con Liberato e Ghali, mettendo la ciliegina sulla torta agli ultimi mesi che lo avevano visto tra i protagonisti musicali del 2021. Qui l’intervista.
A cura di Vincenzo Nasto
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J Lord (ph Carmine Benincasa per Fanpage)
J Lord (ph Carmine Benincasa per Fanpage)

Tra gli artisti che hanno segnato gli ultimi mesi della scena italiana, è difficile non parlare di J Lord, nome d'arte di Lord Johnson, 17enne cantante di Aversa, ma di origini ghanesi. Non sorprende la sua crescita, il confronto con alcuni migliori artisti della scena campana, che a mani basse lo stanno descrivendo come uno dei personaggi più talentuosi del rap game. Una categoria, un cerchio che potrebbe non durare molto, anche perché le melodie stanno evolvendo, la sua voce lo permette e basta notare anche "Voodoo" con Mecna per capirlo. Dopo esser entrato in progetti come "Obe" di Mace, "Solo tutto" di Massimo Pericolo, ma anche in "Infame" con Guè Pequeno, J Lord nella notte si è consacrato al grande pubblico, pubblicando uno dei prossimi tormentoni estivi con due fenomeni della musica italiana: da una parte Liberato, dall'altro Ghali, in "Chiagne Ancora".

Le origini e la ricerca della verità

Il primo messaggio è chiaro per J Lord, che a Fanpage.it ha dichiarato: "Sono qui per lasciare qualcosa, altrimenti non ce la faccio". Una visione che lo ha portato negli ultimi mesi a mostrare anche altre parti di sé, un racconto che si è evoluto, ma con un ordine preciso: nient'altro che la verità. Un concetto che assume contorni così personali, un rifugio per i suoi pensieri: "Io quando devo scrivere, di solito sono in bagno. Ho bisogno di mezz'ora per cercare il mio rifugio, quando mi viene è come se mi stessi lanciando verso un posto che conosco, come se sapessi di riuscire a raggiungerlo". Ma non è sempre stato così per J Lord, che prima dei suoi esperimenti musicali, ha vissuto per un periodo la leggerezza dell'adolescenza, lasciandosi trascinare dal tempo che riproduceva ogni giorno le stesse immagini: "Prima lasciavo che il tempo facesse qualcosa per me, poi dopo aver mollato il calcio mi è scattata la scintilla. Volevo fare musica e basta, da lì in poi quando sono solo con me stesso e devo scrivere, faccio un salto nel passato. Cerco di mettere tutto a posto, pensare alle cose giuste e come scriverle.

Il bullismo e l'adozione

Il bullismo e l'adozione sono due concetti che in vari termini sono entrati a far parte della storia di Lord Johnson, e poi di J Lord: dall'arrivo in Italia, con l'adozione da parte della madre Anna, alla paura di non riuscire a ritornare più nel nostro paese, mentre passavano i giorni con il suo padre biologico. Il bullismo diventa invece il punto d'unione con la sua figura, J Lord diventa il personaggio che combatte questo comportamento, una persona che cerca di essere dalla parte dei deboli: "Mi ritrovo subito a difendere gli altri, che magari non hanno la forza o il coraggio di affrontare le situazioni". Poi l'adozione e il concetto di amore: "Sono stato poco con mia madre e mio padre, quindi non ho sentito bene quell'affetto della vera e propria famiglia. C'è stato un periodo in cui ho dovuto vivere con mio padre, sapendo che lui non mi voleva far ritornare in Italia. Ci rimani male, anche perché la situazione non è cambiata, ancora oggi".

J Lord (ph Carmine Benincasa per Fanpage)
J Lord (ph Carmine Benincasa per Fanpage)

Il rap e la verità

Ma da cosa nasce la sua passione per la musica, la sua necessità nel racconto? La musica stessa diventa il terminale di tutte le emozioni, una registrazione di ciò che l'essere umano non riesce a dire agli altri, un percorso alternativo per ciò che succede nei suoi pensieri: "Certe volte noi umani non abbiamo il coraggio di dire le cose come stanno, e questo avviene solo nella nostra testa, face to face con noi stessi. Questo lo dico così perché ci sono solo io e nessuno mi può dire se è giusto o sbagliato". La paura della realtà non sembra aver toccato J Lord, che utilizza proprio il rap come processo di costruzione di ciò che lui rappresenta, evolvendosi ogni volta, senza però girare la faccia al suo passato: "Per me il rap è sfogo. Ci sono magari persone che quando scrivono, immaginano di essere ricchi, di aver quell'orologio, quella macchina. Io racconto ciò che vivo, direi tutto davanti al microfono. Ho detto qualsiasi cosa, anche che mia madre aveva i debiti. Io sono così, perciò arrivo alla gente.

L'amore per la musica gospel

L'intervista si conclude sulla direzione del viaggio di J Lord, un mondo in cui si uniscono le sue origini "Sono dentro di me già da piccolo, il modo in cui riesco ad approcciare alla musica viene anche da mia madre, che è una superfan", ma anche il messaggio che c'è dietro la musica. Il cantante si è soffermato soprattutto sulle emozioni provocate dalla musica gospel e dal rapporto con Dio, qualcosa che viene ridefinito nelle sue parole: "Una cosa che mi lascia sempre a bocca aperta è quando si va in chiesa, con tutti quei cori gospel. Quella musica mi fa sempre emozionare, è come se urlassero verso Dio per dirgli ascoltaci. Quell'emozione è così grande che in quel momento non pensi più a nulla e incomincia a dire a te stesso che devi cambiare il mondo. Ti senti invincibile".

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