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La guida a Donda di Kanye West: il rapporto con la madre, i tradimenti di Kim e la riscoperta di Dio

Ci son voluti anni, poi mesi, poi poche settimane per avvicinarci a “Donda” di Kanye West, e lo scorso 29 agosto è stato finalmente pubblicato. Il decimo album del rapper di Chicago racconta il suo rapporto con la madre, i tradimenti e l’amore per l’ex moglie Kim Kardashian, ma soprattutto la riscoperta di Dio, unica guida nel mondo peccaminoso della musica.
A cura di Vincenzo Nasto
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Nel nome del Signore, di Donda e dei demoni che animano i suoi giorni. Kanye West ha finalmente pubblicato il suo decimo album "Donda", o almeno è ciò che praticamente è successo: la verità, almeno quella di West racconta un'altra storia, come ha definito sul suo profilo Instagram; "Donda è stato pubblicato senza il mio permesso da Universal". Una notizia che non sconvolge per più motivi: da una parte, l'estenuante rinvio da parte dell'artista, che ha prolungato per più di un mese (ma potremmo calcolare quasi due anni dal primo annuncio) la pubblicazione di "Donda", dall'altra il rapporto non proprio sereno tra West e l'etichetta, soprattutto dopo le parole forti indirizzate dal rapper sui social. Universal avrebbe potuto far pagare a Kanye West le dichiarazioni sulla proprietà dei suoi master, ma mettendosi anche nei panni dell'etichetta, l'attesa per la pubblicazione per il prossimo 3 settembre, data che coincide con l'uscita di "Certified Lover Boy" di Drake, doveva essere un ostacolo da evitare assolutamente. E allora ci ritroviamo così, con le prime ore della domenica immerse in un patrimonio musicale di 26 brani, con alcuni che lamentano, già nelle prime ore dall'uscita del disco, l'assenza di un singolo: "Jail 2" con DaBaby e Marilyn Manson. Poche ore dopo la canzone ricompare, portando a 27 il computo totale dei brani, componendo definitivamente l'opera, non senza qualche intoppo.

Donda è stato pubblicato senza il permesso di Kanye West e senza Jail 2, aggiunto in seguito

"Universal ha pubblicato il mio album senza il mio permesso e ha bloccato l'uscita di Jail 2". Non era partita nel migliore dei modi la prima ora di "Donda", il decimo album di Kanye West pubblicato lo scorso 29 agosto. Su Instagram infatti, il rapper si è esposto con i suoi fan, affermando che l'uscita di "Donda" non era stata programmata in quel giorno, lasciando ampio spazio su ciò che è successo dietro le quinte. Anche un brano sembrava essere stato tolto, "Jail 2", il secondo episodio nell'album che avrebbe dovuto ospitare DaBaby e Marilyn Manson, i due artisti che stanno fronteggiando nell'ultimo periodo accuse severe, chi per le sue opinioni pubbliche, come Dababy, chi per un rapporto con la giustizia non proprio tra i più rosei: Manson sta attraversando un processo penale con le accuse di violenza sessuale. Le voci che arrivano da Universal sono le più diverse, ma dopo poche ore viene pubblicato anche "Jail 2", fugando ogni dubbio sulla scelta dell'etichetta di censurare il proprio artista. Siamo arrivati a 27 brani, una tracklist così ricca e inattesa, che raccoglie oltre sei anni di lavoro da parte del rapper di Chicago.

Il ritardo, la vandalizzazione della casa di Chicago da parte dei fan di Drake e l'accusa di Soulja Boy

Il desiderio è stato finalmente esaudito e i fan sono stati accontentati: "Donda" è ufficialmente fuori e su tutti i servizi di streaming digitale, comodo più che mai, rispetto ai leaks lasciati in giro sul web da parte dello stesso West. Potrebbe non dirsi felice per la scelta il rapper, che ha prima giustificato il ritardo, addossandolo al management di DaBaby per i ritardi nella sua strofa in "Jail 2", per poi affermare la totale assenza decisionale nella pubblicazione, che voci vicino a West, avevano puntato diretto verso il 3 settembre, data in rosso segnata sul calendario per l'uscita di un altro progetto molto atteso: "Certified Lover Boy" di Drake. I rapporti tra i due sembrano essersi inaspriti, soprattutto dopo il caos delle ultime settimane, e sembra che questo abbia influenzato anche alcuni brani del progetto. Ciò che però è tangibile è la vandalizzazione a Chicago della casa nativa di West, con alcune foto apparse sui social che mostrano l'abitazione, protagonista anche nel terzo listening party di "Donda", distrutta in alcune sue party e ricoperta di scritte in riferimento all'uscità del disco di Drake. Non l'unico problema per West, che ha ricevuto pubblicamente le critiche anche di un suo collega, il "Draco" Soulja Boy, che su Instagram lo ha accusato di avergli fatto registrare una strofa per "Donda", esattamente in "Remote Control", senza però pubblicarla alla fine. Una scelta che ha aizzato i fan di Soulja Boy contro Kanye West.

L'universo musicale di Donda e le collaborazioni

Ma adesso passiamo alla musica, alla parola del Signore, a tutti i sentimenti positivi e negativi che animano la musica di Kanye West, alle produzioni, che ancora una volta settano il nuovo standard per l'industria musicale americana: tra gospel, new punk, elettro-rap e drill, il museo sonoro di "Donda" e il suo immaginario visivo mantengono il confronto con i loro predecessori, rendendo il progetto godibile nella sua infinita spaziatura. A influenzare il progetto, sicuramente il tocco di West e del suo fidato collaboratore Mike Dean, ma non solo: c'è "Doo Wop" di Lauryn Hill, c'è il Sunday Service, il coro gospel di cui Kanye aveva già usufruito in "Jesus is King", ma anche Playboi Carty. E poi ci sono le collaborazioni, da Jay Z a Fivio Foreign e The Weekend, da Vory a Lil Baby, Travis Scott e Baby Keem (già sulla cresta dell'onda dopo la firma con PgLang dello zio Kendrick Lamar e con lui il successo di "Family Ties"). Senza dimenticare Lil Durk, Lil Yachty, Young Thug, i collaborati d'eccezione Don Toliver e Kid Cudi, ma anche Ariana Grande, Chris Brown, Pop Smoke e Roddy Rich. Ultimi, ma per scelta della discografica DaBaby e Marilyn Manson. Un vero e proprio universo, in cui ognuno di questi artisti ha cercato di lasciare la propria impronta, chi sorprendendo come Fivio Foreign, con una delle migliori strofe in "Off the grid", chi facendo ciò che tutti si aspettavano, come Jay Z in "Jail", in cui sembri rivolgersi al pubblico e indicare un nuovo traguardo: "Watch the Trone pt.2″, a dieci anni dal primo episodio.

Il rapporto con la madre Donda, la vicenda con Donald Trump e il ricatto per il sextape con Kim Kardashian

"Donda non è il progetto della mia vita, Donda è la vita". Kanye West riferendosi all'uscita dopo pochi mesi del suo nuovo progetto, parlava così di "Donda", un album, il decimo, dedicato alla madre e che avrebbe raccontato la verità sulla riscoperta di Dio da parte del rapper. Dopo mesi possiamo affermare: è esattamente così. Si potrebbe partire da "Jesus Lord" e "24: i due brani sono in alcune parti dichiarazioni d'amore per la madre di Kanye West e pensieri su come la sua morte abbia influenzato la sua vita. In "Jesus Lord" il cantante racconta la morte della madre improvvisa, e il modo in cui Los Angeles ha raccolto la sua mente confusa, lanciandolo in un iperspazio di eccessi: dalle droghe alle feste, che raccontava anche nel precedente album "The life of Pablo" in "No more parties in LA", il rapper parla anche del suo trasferimento in Wyoming e della sua concentrazione sulla musica. Infine, al brano partecipa anche Larry Hoover Jr: a molti questo nome suonerà familiare, perché non è altro che il figlio di Larry Hoover Sr, detenuto per sei ergastoli e protagonista della vicenda Kanye West – Donald Trump. Il rapper arrivò addirittura nella sala ovale a parlare con l'allora presidente degli Stati Uniti per la liberazione del detenuto. Spoiler: l'uomo è ancora in prigione, con nessun dimezzamento della pena. "24" invece è una chiara citazione al defunto cestista dei Los Angeles Lakers Kobe Bryant, un racconto che parla della morte improvvisa e di come questa cosa abbia colpito West, alla morte della madre: nel brano canta "never the time to go", una esclamazione che da sola racconta il rapporto tra il rapper e la madre Donda West. Un'ultima citazione alla madre è in "Pure Souls", brano che sancisce la pace dopo il diverbio social tra Kanye West e Roddy Rich per l'incidente ai Grammy (il primo urinò sul premio, e il secondo definì schifosa quella scena), ma racconta anche di come la fiducia nel prossimo da parte del rapper di Chicago sia diminuita dopo la morte della madre. Un esempio è il racconto dell'episodio che ha visto protagonista il cugino di Kanye West, che dopo aver preso il laptop del rapper, ha venduto il suo sextape con Kim Kardashian, dopo aver ricattato il rapper con una richiesta da 250mila dollari. Family means family?

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La faida con Drake e la strofa di Fivio Foreign, prossima collaborazione di Sfera Ebbasta

Anche Drake diventa il grande protagonista di questo progetto, anche se da caprio espiatorio, come Kim Kardashian inoltre: partendo da "Off the grid" dove Kanye West attacca Drake e cita "Feels no ways", una delle poche collaborazioni che uniscono i due artisti. Nel brano c'è anche la partecipazione di Fivio Foreign con una delle strofe migliori del progetto, in cui racconta la sua vita dopo la prigione e le accuse pluriomicide. Se il nome di Fivio Foreign non vi sembra nuovo, basti pensare alla collaborazione, spoilerata sui social, tra il rapper di New York e Sfera Ebbasta, con i due fotografati nelle scorse settimane insieme a New York. Gli attacchi a Drake arrivano anche in "Hurricane" con Lil Baby e The Weekend: il brano, che sarebbe dovuto uscire in "Yandhi" e registrato nel 2019, ha cambiato oltre sei collaborazioni, arrivando nelle scorse settimane alla forma definitiva. Nel brano il cantante cita l'incidente social avvenuto a Kanye nel 2018, quando accusò la moglie Kim di aver avuto rapporti con Nick Cannon e Drake, con The Weekend che invece sembra tirare acqua al suo mulino, citando "The Dawn", il suo prossimo album in arrivo. Infine "Ok ok", in cui Kanye ricorda a Drake di essere il fantasma di cui il rapper canadese canta in "Behind Barz".

Il rapporto con Kim, i tradimenti, l'abito da sposa e quel tributo a Mrs Lauryn Hill

E adesso arriva Kim Kardashian: l'ex moglie che, come ha commentato in passato Kanye West, "ha salvato la sua vita, anche attraverso i suoi figli". È una delle protagoniste del progetto, in un racconto che sembra avere così ampie vedute da non riuscirne a cogliere esattamente il sentimento prevalente. Kardashian diventa protagonista, come detto in "Hurricane", ma non solo: la loro storia d'amore compare anche in "Believe what I say" e "Lord I need you". La prima è un tributo alla regina Mrs Lauryn Hill, con il sample di "Doo Wop" a riempire la traccia, e confronta il rapporto di Kim Kardashian e Kanye West con quello di Brad Pitt e Angelina Jolie. Mr and Mrs Smith amavano spararsi uno contro l'altro, una scena che ha terribilmente eccitato Kanye West, e che per lui, spiega alcuni punti del rapporto tra il rapper e l'imprenditrice. "Lord I need you" è un canto, una preghiera di West alla sua ex moglie, non sempre in termini positivi. Infatti, il cantante cita l'anello, uno dei motivi per cui Kim Kardashian si è avvicinata al rapper, parla dei tradimenti subiti negli anni e delle differenze economiche iniziali, ma respinge le emozioni negative nella parte finale del brano. La scena, durante l'ultimo listening party, in cui la modella ha indossato il suo abito da sposa camminando verso di lui deve aver influenzato il cantante, che dichiara ancora la sua vicinanza a Kim Kardashian, la sua anima gemella come l'aveva definita nel precedente album "Jesus is King". Anche in "Jail" ritroviamo un riferimento alla modella: in preda alla rabbia e a tutta l'adrenalina del brano, Kanye West afferma nella prima strofa come sia meglio cambiare numero dopo ciò che Kim Kardashian le aveva fatto, per evitare "violence in the night": una minaccia neanche così tanto velata, che nasconde anche uno dei paradossi della coppia. Per il primo periodo del divorzio, il cantante cambiò numero, non permettendo alla modella di contattarlo. I confronti per la custodia dei figli avvenivano infatti tra la modella e l'entourage del cantante, che avrebbero poi dovuto riferire tutto a Kanye West.

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"Watch the trone pt.2" con Jay Z e la presenza di DaBaby e Marilyn Manson

Altri riferimenti li troviamo in altri tre brani dell'album: sicuramente non possiamo che riflettere sull'importanza in questo progetto di "Jail" e "Jail 2", due racconti nati ancora prima della nascita dei due singoli. Nel primo possiamo osservare il ritorno sulla stessa traccia tra Kanye West e Jay Z, con il rapper di Brooklyn che predice l'avvento di un nuovo progetto: a dieci anni dal primo episodio, Kanye West e Jay Z potrebbero ritornare per la seconda parte di "Watch the trone". "Jail 2", pubblicata in notevole ritardo da Universal, racconta la libertà d'espressione e la difficoltà di far accettare al pubblico opinione diverse: una costante nei due brani, con lo stesso Jay Z che critica West per il cappellino rosso "MAGA" in tributo a Donald Trump. Nel secondo episodio di "Jail" troviamo DaBaby che racconta il periodo che sta vivendo dopo il caos di Miami al Rolling Loud Festival, mentre Marilyn Manson contribuisce al ritornello con West. Il rapper di Chicago ha affermato di aver voluto DaBaby sulla traccia, soprattutto perché il cantante era stato l'unico artista a votarlo dopo la campagna presidenziale. Una delle ultime citazioni la ritroviamo in "No child left behind": il singolo si riferisce al disegno di legge di G.W. Bush del 2002, che voleva dare la possibilità di una vera istruzione a tutti i bambini, anche quelli in situazioni socio-economiche difficili. Il brano era stato anticipato nello spot Nike con protagonista l'atleta americana Sha'Carri Richardson, protagonista di un viaggio di redenzione, dopo esser stata esclusa dalle Olimpiadi per l'uso di cannabis, di cui la velocista ha usufruito in forma terapeutica dopo la morte della madre, appresa da un giornalista durante un'intervista.

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