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Il pop è… nudo: spogliarsi in un videoclip non è più anticonformismo (anzi)

Il pop è sempre più a nudo e gli ultimi video di alcune tra le popstar più famose al mondo lo dimostra: da Miley Cyrus a Rihanna, passando per Britney Spears, sembra che se il video non è hot non vale la pena neanche girarlo. E così lo scandalo monta, i giornali ne parlano, le visualizzazioni volano e le vendite s’impennano.
A cura di Francesco Raiola
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Diciamolo chiaramente: sentivamo la mancanza del nuovo video della cantante che ci ricordava come essere popstar oggi voglia dire fare a gara a chi fa il video più spinto. Nel giorno in cui una delle cantanti più anticonformiste della storia ha spiegato a una di quelle più conformiste che spogliarsi nei video non è altro che fare il gioco dell'industria musicale (e noi giornali non siamo esenti da colpe), e che è il talento ciò su cui puntare, perché il proprio corpo prima o poi verrà meno, il gioco sarà svelato e sarà quello il momento in cui si raccoglierà ciò che si è seminato, in questo giorno, dicevamo, una delle più note popstar del momento, ovvero Rihanna, se ne esce con l'ennesimo video in cui le allusioni sessuali, il twerking e il nudo la fanno da padroni.

Pare, infatti, che il segreto per fare milioni di visualizzazioni non risieda più nella qualità della musica o del video. È chiaro che non si scopre l'acqua calda, né tantomeno si vuol passare per moralisti. Insomma nessuno da queste parti si scandalizza per il video di Rihanna, quelli della Cyrus, di Iggy Azalea o quello di Britney Spears – come non ci si scandalizzava per quello di Robin Thicke – ma ormai ci hanno levato anche il senso dell'attesa. Eppure quella dei videoclip è un'arte che negli anni s'era consolidata e aveva attirato molti registi che si divertivano a passare dal cinema ai videoclip (Gondry, giusto per fare un nome), e tuttora c'è chi si diverte a sperimentare (vedi gli Arcade Fire, giusto per non pescare nel mondo dell'underground), ma il pop mainstream al femminile ormai si muove su direttive note e stucchevoli. Ovviamente se, come ci dice la Nielsen, i video sono più importanti che mai per il marketing delle band ed è Youtube, ormai, il veicolo principale per veicolarli, il cerchio si chiude e trova la sua quadra. Come spiega il New York Times (in un articolo, per la verità, che pareva un po' ad hoc per pubblicizzare i VMA) "un video enormemente popolare su Youtube, oltre a generare un flusso in più di guadagni per le label grazie alla pubblicità, spesso persuade le radio a sostenere quelle canzoni".

Il copione, poi, è più o meno sempre quello: si annuncia un nuovo video, si postano alcuni scatti del backstage (possibilmente tra il nudo e l'intimo) sui social, si lancia un teaser a pochi giorni dall'uscita e poi si fa uscire il video. A quel punto gli uffici stampa fanno il proprio mestiere e noi giornalisti ci mettiamo del nostro (perché, non c'è nulla da fare, anche se alla gente non frega nulla di Rihanna, alla fine finirà per guardarselo il video in cui appare nuda).

E così anche oggi abbiamo la nostra dose di twerking, allusioni sessuali, lap dance e nudità su cui poter discutere, scegliendo se indignarci o prenderla in maniera leggera, fregandosene fino a un certo punto (e da queste parti non ci si indigna mica!). Intanto "Wrecking Ball" fa vagonate di visualizzazioni spingendo l'album della Cyrus che uscirà fra meno di una settimana, Rihanna torna a far parlare di sé con un singolo uscito a gennaio, la Spears pubblica gli scatti sexy dal backstage poche settimane dopo l'uscita del video della colonna sonora dei Puffi girato coi figli e noi stiamo qua a scrivere di quanto il nudo tiri, prendendoci, almeno, la libertà di non avere nelle orecchie nessuna delle cantanti citate e regalando qualche visualizzazione a un po' di pop italiano e internazionale che secondo noi merita (e di cui parleremo a breve).

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