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Il Codacons lancia una class action contro il fenomeno del bagarinaggio online

Dopo l’inchiesta della Procura che sta indagando il caos bagarinaggio online, il Codacons torna all’attacco con una class action per coloro che si sono sentiti truffati a causa del secondary ticketing.
A cura di Francesco Raiola
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E dopo l'inchiesta aperta dalla Procura di Milano, per il caos del bagarinaggio online, che ha portato alle perquisizioni nelle sedi di Live Nation e Vivo Concerti, a Milano, oltre che alle indagini per truffa a carico di Roberto De Luca, amministratore delegato di Live Nation Italia, e Corrado Rizzotto, ex numero uno di Vivo Concerti e attualmente ad di Indipendente Concerti, torna alla carica anche il Codacons che ieri ha lanciato una class action a tutela degli utenti danneggiati dal fenomeno del bagarinaggio online: "Dopo l'apertura dell'inchiesta da parte della Procura di Milano abbiamo deciso di avviare una azione risarcitoria collettiva in favore di tutti i fan e appassionati di musica che, per partecipare a concerti e spettacoli, hanno dovuto pagare biglietti a prezzi più elevati rispetto i listini ufficiali – spiega il presidente Carlo Rienzi -. È evidente infatti che se le accuse per cui procede la magistratura dovessero trovare conferma, vi sarebbe una lesione dei diritti dei consumatori, attraverso una artificiosa alterazione del mercato dei concerti con conseguente rincaro dei prezzi al pubblico. Ciò configurerebbe il diritto al risarcimento per tutti coloro che hanno acquistato biglietti sui siti secondari a prezzi maggiorati".

L'inchiesta de Le Iene

Per aderire all'azione basta riempire il modulo pubblicato sul sito dell'associazione che, appena scoppiò il caos, a seguito della messa in vendita dei biglietti per il doppio concerto milanese dei Coldplay del prossimo luglio, si mobilitò per cercare di fare chiarezza. Nel frattempo la situazione è precipitata, grazie a un'inchiesta delle Iene che ha svelato rapporti tra grosse aziende di organizzazione dei concerti e i siti di bagarinaggio, scoperchiando una situazione di cui spesso si parlava, ma sottovoce, a causa della mancanza di quelle carte che hanno messo nei guai una società come Live Nation, il cui Ad, durante la trasmissione, parlò della volontà di alcuni artisti (stranieri, come sottolineato successivamente) di passare per i siti di secondary ticketing così da ottenere ricavi maggiori. Una dichiarazione che portò l'abbandono di Vasco Rossi e la presa di distanza di artisti come Ferro, Mengoni e Giorgia, tra gli altri.

La posizione della Siae

Intanto, a questo proposito, anche la Siae, per bocca del Presidente Filippo Sugar, mette i puntini sulle i, e dopo la petizione lanciata qualche settimana fa, sottolinea come nessun artista "abbia chiesto di partecipare a questa pratica che è assolutamente da condannare, senza se e senza ma, e se ci fosse un iscritto che lo fa non troverà in Siae alcuna tutela" e aggiungendo "Siae ha contribuito a scoprire questo problema perché ha lanciato una petizione che hanno sottoscritto tutti gli iscritti più importanti e ha presentato un ricorso di urgenza per oscurare i siti che avevano organizzato quello che alla fine è un bagarinaggio sistematico che danneggia gli autori e la fiscalità: non bisogna dimenticare che noi abbiamo anche un ruolo di controllo affidato dall'Agenzia delle Entrate per verificare la biglietteria".

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