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Ghali: “Non ho fatto pace con Matteo Salvini, fa soffrire e morire la mia gente”

Ghali è intervenuto su Instagram per fare chiarezza su quanto accaduto in questi giorni tra lui e Matteo Salvini. Il cantante ha smentito di avere fatto pace con il leader della Lega.
A cura di Daniela Seclì
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Ghali è tornato sui social per dare la sua versione dei fatti su quanto sarebbe accaduto tra lui e Matteo Salvini. Ma andiamo con ordine. Il cantante ha avuto uno scontro verbale con il leader della Lega, mentre entrambi si trovavano allo stadio per assistere al derby Milan – Inter. In questi giorni, poi, si è parlato di un chiarimento tra i due, avvenuto grazie alla trasmissione Le Iene. Ghali, tuttavia, ha smentito di avere chiesto scusa a Salvini.

Ghali non ha fatto pace con Matteo Salvini

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In un lungo post pubblicato su Instagram, Ghali ha chiarito che la pace tra lui e Matteo Salvini, sarebbe solo una "bugia mediatica". Non sente di potere porgere un ramoscello d'ulivo al politico, perché ritiene le sue vedute troppo distanti da quelle in cui lui crede:

"Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso. Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby. Io sono per la pace, ma pace non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente. La pace si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia. Questa storia della pace tra me e Salvini è una bugia mediatica. È questa la vera violenza, non una verità urlata in faccia".

Perché ha autografato la t-shirt per Matteo Salvini

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Ghali, poi, sempre nel suo sfogo, ha raccontato che Matteo Salvini avrebbe tentato di farlo allontanare dal suo posto, senza tuttavia riuscirci. Poi, ha spiegato perché ha deciso di autografare la t-shirt per il figlio di Salvini:

"Ora dice che mi offrirebbe un caffè, ma allo stadio ha cercato di farmi cacciare dal mio posto invano. La mia non è politica, è pre politica, si parla di umanità. I miei non sono insulti, sono solo l’ennesima segnalazione urlata e frustrata verso il responsabile di innumerevoli ingiustizie. Ho firmato quella t-shirt solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’Italia diversa da quella voluta da suo padre. In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere".

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