Fedez vs Dikele, perché lo scontro più atteso del rap è solo meme, rancori e marketing
Ad oggi, il video del racconto di "Disumano" da parte di Fedez, in collaborazione con Esse Magazine e con il suo direttore d'orchestra Antonio Dikele Distefano, conta più di un milione di visualizzazioni ed è primo nelle tendenze YouTube Italia. Basterebbe già solo questo dato, per capire quanto l'intervista proposta nel format "Esse a teatro" con protagonista Fedez abbia accontentato tutti, dai protagonisti al pubblico, ma soprattutto abbia realizzato un'operazione marketing neanche così tanto nascosta. Partendo da questo assunto, è possibile leggere meglio tra le righe ciò che è capitato lo scorso 13 dicembre, come annunciato dai due protagonisti della disputa, una costruzione che ha polarizzato l'attenzione sulla vicenda, per poi trovare una sua autodefinizione social nella lotta tra il bene e il male, che ha toccato, tutto sommato, entrambe le parti. Sarebbe impossibile dubitare sulla costruzione comunicativa dell'operazione, sullo scontro disegnato ad hoc tra Fedez e Dikele, da un lato sulla ricerca di un nemico designato dalle compagini lavorative e non solo, mentre dall'altro lato un'autentica dimostrazione di forza. Riuscire a mettere in difficoltà sul campo della comunicazione in questo momento Fedez è molto difficile, e il risultato è stato unico: una battaglia di cuscini esposta al macello pubblico. Nessun vinto, perché i social hanno memoria corta e i numeri delle visualizzazioni vengono tradotti istantaneamente in potere, anche economico.
Ma ritorniamo un secondo alla storia e non ciò che rappresenta. Antonio Dikele Distefano ha registrato lo scorso 13 dicembre in teatro, la terza puntata del format "Esse a Teatro", dopo i due positivi riscontri avuti con Marracash per la presentazione di "Noi, Loro e Gli Altri" e con Gue in "Gvesvs". Una coperta di pubblico che numericamente non ha rivali in Italia nel mondo urban, e che ha registrato per entrambe le occasioni il tutto esaurito. I risultati non sorprendono, anche perché Esse Magazine rappresenta uno dei pochi portali a discutere esclusivamente di musica urban, insieme a Trx Radio, aprendosi a realtà e curiosità musicali in cui pochi portali, con tale vigore, erano arrivati. Una realtà legata a doppio filo con più artisti, dal primogenito Ghali che ha fondato magazine e clothing dal suo verbo "Sto", cambiato poi in "Esse", a Capo Plaza, Shiva, Paky e Rondodasosa: una crew di artisti che unita potrebbe raggiungere oltre 10 milioni di stream mensili su Spotify. Uno dei momenti principali nelle interviste tenutesi a teatro con Marracash e Gue sono state proprio le domande sul personaggio musicale Fedez, oltre che dei rapporti in una vita passata, dove Fedez iniziava la carriera con Tanta Roba, label di Gué Pequeno, e Marracash incideva una sua strofa in "Non passerà" in Roccia Music 2, mentre entrambi avrebbero partecipato nella traccia "Blues" del "Primo album da venduto" di Fedez.
Poi arrivano i dissing, la faida con J-Ax e il rapporto si incrina: mondi distanti che si riempiono della propria verità e del proprio rapporto con il pubblico, sempre più differente. Il pop e l'hip hop scompaiono e sono solo tre artisti con esigenze diverse, con un pubblico che cambia attraverso le loro evoluzioni. Con la figura di Fedez che matura in uno stato diverso della sua musica e della sua percezione social, i divanetti di Esse diventano il confessionario per gli artisti che non perdonano la sua visione marketing della musica, nello stesso quinquennio che ha portato l'industria musicale italiana a essere una delle più floride per i neo artisti. Ci passano tutti sdegnati da quella visione della musica, con ognuno le proprie visioni. E in questo stato d'anima alterato, avvengono due cose che sembrano poter creare ancora più contesto rispetto all'enorme semplificazione fatta sull'intervista. Da una parte l'addio di Ghali e i suoi sfoghi contro Esse Magazine, non più solo gli assalti esterni di artisti come Clementino, Baby Gang e Jamil. Una porzione di realtà, almeno quella di Ghali,racconta di una visione alterata del magazine, ormai soggetta alla sponsorizzazione degli artisti, con cui Dikele lavora (dal 2019 Dikele è in Sony, attraverso il suo ruolo di consulente marketing per la Jive Records). Dall'altra parte, con l'uscita di "Disumano", arriva diretta la citazione a Dikele in "No game freestyle" con Tha Sup, in cui l'artista milanese canta: "Dikele che chiede di Fedez a ogni secondo, vi spiego, mi chiedo se sono il tuo dramma irrisolto".
Arriviamo alla disputa. Dopo la scomparsa dell'intervista per motivi attribuiti a scelte di Fedez per Dikele, che afferma di non poterlo pubblicare senza la liberatoria dell'artista, e per scelte non dovute alla propria persona per Fedez, che afferma la malvagità del contenuto e delle riprese, si arriva a una sorta di accordo. Il video viene mostrato per intero, con interessanti boxini in fondo, che dovrebbero avere lo scopo di fare fact checking sulle affermazioni fatte nell'intervista da parte di Fedez. La comunicazione è semplice è diretta da parte di Esse: alle ore 20 dello scorso 24 gennaio sarebbe uscita l'intervista. Una comunicazione per il lancio del video che sembra calcare gli stessi passi del lancio di uno dei dischi migliori della scorsa stagione, "Noi, Loro e Gli altri" di Marracash. L'intervista diventata un evento ancor prima di essere vista, anche se piccoli spezzoni erano già trapelati su profili Instagram come @exclusivemagazine, ha finalmente il suo spazio sul web. Per capire ciò che sarebbe avvenuto nelle quasi due ore di registrazione, basterebbe fermarsi già al secondo 54 dell'intervista. Dikele, nel solito rito di presentazione dell'artista, come sempre aiutato dal cellulare, dichiara di non ricordare ciò che ha scritto per annunciare Fedez: "Siccome non lo ricordo, lo leggo". A scongiurare qualsiasi dubbio sul fatto che l'intervista potesse aprire più che chiudere su un personaggio totale come Fedez, ci pensa lo stesso Dikele, riportando l'intervista su un piano personale, molto meno interessante rispetto a quello musicale: "Tra Fedez e me, come per tanti altri, non è stato tutto rose e fiori, ma la verità è che nella vita spesso è meglio mettere davanti la sete di curiosità, rispetto all'ego".
Incomincia lo show, dall'ironia di Fedez che afferma "Dove sono i cecchini?" alla scelta del primo argomento "Tanta Roba Label". La discussione verte sul passato, sulla figura di Gue e sul tour passato insieme, ma soprattutto sulla figura della madre del rap italiano: Paola Zukar. L'argomento, senza alcuna prova che testimoni il passato, diventa un sistematico botta e risposta poco credibile tra i due protagonisti della contesa, entrambi determinati a proteggere la propria opinione. La registrazione viene inframezzata con l'aggiunta di un audio proveniente dal podcast di Fedez, in cui il cantante avrebbe affermato una tesi contraria a quella appena discussa con Dikele. In tutta la registrazione saranno presenti stacchi, utilizzati per box o per aggiungere contenuti, che provino l'inesattezza delle affermazioni del cantante milanese. L'aria di tensione e rabbia repressa è spessa ed è possibile notarla dai primi minuti dell'intervista. Basta aspettare otto minuti per osservare la fine e l'inizio della disputa. Fedez afferma di essere sempre stato "pop" nella sua musica, anche in un periodo precedente della sua vita, lasciando Dikele nel gravoso compito di dimostrare al pubblico quanto Fedez abbia tradito la sua musica per operazioni commerciali. È in questa linea narrativa che si compone una delle più grottesche conversazioni tra un'artista e un giornalista, in cui il secondo cerca di spiegare al primo la sua musica e i suoi sbagli nell'approccio alla stessa.
La logica dell'intervista porta al discorso sulle differenze di comunicazione marketing di "Disumano" rispetto a "Gvesvs" di Gue, in cui il rapper si interroga su quanto sia diverso chiedere agli artisti di streammare per appropriarsi dell'action figure di Gue, rispetto alla donazione dei proventi del disco pubblicizzata da Fedez per "Disumano". Il racconto poi verte sull'addio a Tanta Roba di Fedez, che avviene principalmente per uno dei momenti storici dell'underground rap: la rissa tra Caneda e Er Gitano, appartenente all'Odei Clan, saliti a Milano dopo la pubblicazione di "Rapper/Criminale" nell'album "King del rap" di Marracash. Un episodio che ha aperto il baule dei ricordi degli appassionati del rap italiano e che ha, momentaneamente, spostato il focus dell'intervista. A riportare la conversazione su un tono conflittuale, Dikele giustamente ricorda l'invito di Fedez nei confronti di Gue nel 2018 sul palco di San Siro, rendendo controverse le dichiarazioni fatte poche minuti prima da parte del rapper: "Quando mi stai sul c***o, non riesco a fare finta".
Si passa alla mancanza dei concerti dal vivo, ai racconti dell'adolescenza "sfigata" di Fedez, in uno dei momenti di maggior conciliazione tra le due anime dell'intervista. Totalmente discordante dai suoi colleghi rap, Fedez racconta il suo avvicinamento, quasi per una necessità sociale di fare amicizia, all'hip hop, un'informazione che sembra disturbare Dikele, soprattutto dopo l'ammissione dello stesso Fedez sull'amore mai dissolto per il punk americano. Dopo aver discusso di processi all'intenzione, il discorso marketing accende la conversazione. Dalla spiegazione del processo di produzione di un disco, che per Fedez avviene parallelamente al suo marketing, citando ironicamente anche il dissing ricevuto in "Purdi" di "Santeria" da Marracash e Gue "Un briciolo di capacità diluito in un mare di marketing", Fedez prende tutti sotto la propria ala. Dalle citazioni artistiche di Salvador Dalì e Andy Warhol, dal post-realismo alla trans-avanguardia, Fedez racconta il suo processo musicale, incurante delle stimmate culturali di un paese in cui far soldi con la musica è giustificato solo quando è parte di un processo di rivincita sociale. Dopo aver palesemente rovesciato anche il taboo sull'eredità dei suoi lavori, ammettendo di non interessarsi minimamente alla futuribilità dei suoi dischi, Dikele afferma che se fosse nei suoi panni, si sentirebbe preoccupato. La risposta è solo l'ennesimo meme di questa gigantesca rappresentazione grottesca, in cui Fedez dichiara, a braccia aperte: "Mi vedi preoccupato?".
In uno dei topic più interessanti dell'intervista si parla di autori, della figura di Dargen D'Amico e Davide Petrella, e di quanto i rapper possano utilizzare o meno autori per essere posti nella categoria "Real". Se fa sorridere il siparietto che vede i due rubarsi il cellulare dalle mani per controllare la classifica top 50 di Spotify dei singoli, dovrebbe far riflettere la scelta di Dikele nel non nominare Guru Josh tra gli autori di "Crazy" di Marracash e Gue. Gli ultimi 30 minuti dell'intervista, a causa dell'assenza di topic su cui discutere animatamente, fila liscia, con Fedez che racconta com'è variato il suo rapporto con la musica negli ultimi anni e di come la separazione da J-Ax gli abbia provocato un grande dolore. Riesce addirittura a diventare intima, quando Dikele chiede a Fedez di parlare di "Mi sto sul ca**o", soprattutto per il verso "Amo ‘sta vita anche se è quella di un altro, che nove su dieci abbiamo problemi, che dieci su nove non siamo sinceri. Un selfie allo specchio e mi sto già sul ca**o, però c'ho due figli, così non mi ammazzo" nata durante una seduta terapica. Il rapporto con i social e la responsabilità dei due figli sembra aver riavvicinato i due interlocutori, dando la parvenza di una conversazione, che dopo esser uscita troppe volte fuori dai binari, rientra. Ma è qui che Fedez sembra tradirsi, in uno stato di autocompiacimento per una prestazione superlativa durante l'intervista. Ribalta la posizione da intervistato a intervistatore, chiedendo a Dikele di parlare di Ghali, unico assente nella gran conta dei rapper citati dal giornalista. La risposta è sibillina da parte di Dikele: "La sensazione è che sia lui il tuo dramma irrisolto, spero che questa cosa ti passi". La fuga dalla poltrona da parte di Dikele non è che un altro segno di ciò che doveva essere questo contenuto: uno scontro vestito da intervista. Ma dietro le urla ci sono i numeri, e Dikele e Fedez (posti in ordine alfabetico) sembrano saper contare molto bene.