Fedez, metterci la faccia (e la mascherina) oltre la musica
Fedez ormai è al punto per cui può fare della musica una delle sue attività collaterali. Sono passati anni da quando il cantante aveva la musica come obiettivo principale, prima come rapper e poi spostandosi verso territori più pop, ma sempre mantenendosi tra i cantanti in grado di totalizzare più numeri di tutti. Oggi l'impressione è sempre più che il cantante sia su lidi ben diversi da quelli di qualche anno fa, e che il suo nome si sia fatto sempre più simbolo di comunicazione, con la musica che resta parte importante ma non principale. Il cantante, ormai, assieme alla moglie Chiara Ferragni è diventato un vero e proprio brand, e di conseguenza un megafono anche istituzionale.
Dall'Expo al Covid-19
La richiesta del Presidente del Consiglio di farsi promotori dell'uso della mascherina per combattere il Covid-19 è l'ultimo passaggio di un'evoluzione che col senno di poi è quasi naturale. Fedez era quello che – da solo – si scagliò contro l'Expo, dando il proprio volto alla protesta e per questo litigando con un pezzo di arco parlamentare, che da quel momento l'ha visto come il nemico da combattere (storiche le sue litigate con Maurizio Gasparri, finite anche in Tribunale). Ne è passata di acqua sotto i ponti e oggi è il Governo a chiamarlo, nella persona di Giuseppe Conte, per chiedere a lui e Chiara Ferragni di invitare i giovani a usare la mascherina. Una chiamata per cui qualcuno a storto il naso. Eppure da anni c'è chi chiede una comunicazione meno istituzionale, capace di colpire target molto giovani e meno vicini a cose che i ragazzi vedono come adulte (o vecchie).
L'appello per l'suo delle mascherine
Fedez e Ferragni sono uno strumento che può tranquillamente inserirsi nel sistema comunicativo di un Governo che in questo momento ha bisogno – a fronte di misure che hanno lasciato qualcuno con l'amaro in bocca – di parlare ai giovani. Certo, resta che far passare l'idea che la colpa dell'incremento dei contagi sia della "movida" è un messaggio che è quasi in controtendenza rispetto alla chiamata alle armi dei Ferragnez. Fedez, dicevamo. Ecco, il matrimonio con Chiara Ferragni ne ha fatto un duo dalla potenza social enorme, oggi sono senza dubbio una macchina da views e orme sia a livello nazionale che internazionale e questa cosa l'hanno utilizzata anche durante il lockdown, quando hanno lanciato raccolte fondi per aumentare i posti in terapia intensiva, monitorando l'andamento dei lavori e la riuscita dell'operazione.
Un messaggio positivo è un messaggio positivo
Nonostante le critiche che gli sono piovute addosso (sic), che li ha portati anche alla battaglia legale con una nota associazione per i consumatori, resta che i due si stanno muovendo per cercare di lanciare messaggi positivi. "È tutta pubblicità per loro" si legge in giro. Sì, può essere. E anche se fosse, in fondo non ci sarebbe nulla di male: il fatto che Fedez lanci un messaggio per l'uso delle mascherine resta una cosa buona, indipendentemente dal ritorno d'immagine che ha (certo, anche lui si lascia andare a un po' di vanità, quando specifica che l'ha chiamato Conte in persona). Ovviamente il cantante pagherà sempre il suo essere famoso e anche probabili scelte sbagliate fatte negli anni, e dovrà difendersi anche quando fa qualcosa che in fondo è solo positiva (come, appunto, l'invito all'uso di una mascherina): "Se queste stories riusciranno a essere utili io non posso che essere contento – ha detto nella storia su Instagram -. Ci hanno chiesto un aiuto sull'esortare la popolazione soprattutto la più giovane all'utilizzo della mascherina. Mi sto sforzando per essere convincente, ma non esiste modo. Quello che posso dire è che ci troviamo in una situazione molto delicata, il mondo non può permettersi un altro lockdown e con un semplice gesto potremmo evitare una cosa brutta come il lockdown. Mi raccomando ragazzi, utilizzate la mascherina.
Fedez, la musica resta, anzi si rilancia
E la musica? Beh, la musica continua, Fedez ha pubblicato vari singoli, l'ultimo, "Bella storia" è al terzo posto tra le canzoni più trasmesse in radio, e hanno fatto bei numeri anche le precedenti “Problemi con tutti (Giuda)”, "Bimbi per strada (Children)" e “Roses Remix” con Dargen D’Amico. Un anno e mezzo fa alla fine di un concerto a Milano il cantante spiegò che si sarebbe concentrato su altro, sulle sue start up, senza l'ansia della musica: "Mi dedicherò anche alla musica ma senza l’ansia di uscire. La peggior cosa che puoi fare quando fai musica è avere una scadenza, dire ‘devo uscire entro il 2022’, non ha senso". Insomma, nessuna ansia e nessun bisogno di stare sempre sul mercato, perché la musica è diventato solo uno dei suoi impegni e, anzi, col tempo, probabilmente è tornata a essere una passione più che un lavoro. In un'intervista a Fanpage.it lo scorso giugno spiegò: "Non mi pareva di essere stato fermo tantissimo, però in effetti per età anagrafica sarei dovuto uscire ogni sei mesi, secondo me è stata solo una pausa fisiologica".