Doja Cat è la rapper più ascoltata al mondo su Spotify, mettendo dietro Lil Nas X e Drake
Anche dopo Certified Lover Boy, Drake ha dovuto abdicare il suo trono: Doja Cat, in questo momento, è la rapper più ascoltata al mondo su Spotify, un titolo che arriva dopo il sorpasso a 63,2 milioni di ascoltatori mensili, contro i 63 del rapper canadese, che per adesso, si classifica nemmeno al secondo posto, subito avanti all'enfant prodige del queer rap Lil Nas X. Quindi Doja Cat, in una scena prettamente indirizzata al pubblico maschile si prende la corona, soprattutto dopo il grande successo di "Plaent Her", il suo ultimo disco, che ha abbassato anche i toni della discussione sulle sue uscite del passato, dalla quasi appartenenza al gruppo di estrema destra Alt Right, alle teorie negazioniste sul Covid. Una scalata in cui è fondamentale sottolineare anche l'importanza di TikTok, soprattutto per la viralità di successi come "Streets" e la #SilhouetteChallenge.
La prima rapper al mondo su Spotify
Ora è la rapper più ascoltata al mondo su Spotify e per il genere musicale a cui appartiene non può che essere un'incredibile notizia: Doja Cat ha spodestato dal trono di cantante più ascoltato mensilmente su Spotify Drake e il fenomeno Lil Nas X. Con 63,3 milioni di ascoltatori mensili Doja Cat si classifica solo dopo la coppia Justin Bieber – Ed Sheeran con numeri improponibili, che si avvicinano ai cento milioni di spettatori digitali. Un risultato che sicuramente bisogna legare anche al successo di "Planet Her", terzo progetto solista della cantante, ma che può essere considerato come il suo primo vero e proprio album, dopo "Amala" del 2018 e "Hot Pink" dell'anno successivo. Il progetto ha esordito al numero 2 della classifica Billboard 200, ma la hit dell'album "Kiss Me More" con SZA ha avuto un risultato ancora maggiore: per alcune settimana al primo posto della classifica Summer 2021 di Spotify, ha chiuso al secondo posto nella classifica finale. Una delle qualità con cui si descrive maggiormente il lavoro dell'artista è la sua attitude camaleontica, in grado di passare da tracce afrobeat come l'intro di "Planet Her" "Woman", al cloud trap di "Imagine", un suono spaziale che in alcuni passaggi ha ricordato l'impronta sull'hip hop americano di Travis Scott.
Le polemiche sulle sue dichiarazioni omofobe e sul Covid-19
Ma Doja Cat deve gran parte del suo successo anche alle incredibili performance di alcuni suoi brani su Spotify, senza dimenticare le polemiche attribuite ad alcune sue uscite personali, sia dei primi anni di carriera, ma anche in riferimento alla pandemia dell'ultimo biennio. Sarebbe ingenuo pensare che senza il successo sulla piattaforma cinese di brani come "Say so", ma soprattutto di "Streets" con la #SilhouetteChallenge, Doja Cat sarebbe arrivata così repentinamente a un risultato storico come questo: dall'altro lato, la sua figura pubblica è stata più volta presa d'assalto. La prima volta per alcuni brani pubblicati prematuramente sul web, in cui insultava in maniera omofobica Tyler The Creator e Earl Sweetshirt, un processo che ha attirato polemiche su di lei, soprattutto dopo la scoperta su Twitter del brano "Dindu Nuffin". Il termine viene utilizzato dalla destra radicale statunitense per ridicolizzare le vittime afro-americane di violenza da parte della polizia. Ultime, sicuramente non per importanza, le sue dichiarazioni contro il Covid: in passato l'artista aveva dichiarato "Stronzi [bitch], io non ho paura di un Coronavirus. Mi prenderò il Corona e poi mi prenderò una ****** Corona perché non me ne frega un cazzo del Corona, stronzi [bitch]. È un’influenza. Non ho paura. Siete tutti dei cagasotto". La donna, dopo alcune settimane, ha contratto il Covid-19 in forma lieve.