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Dalla cella al rap, la storia di Baby Gang: la musica e l’esperienza di detenzione minorile

“Cella 2” è l’ultimo singolo del rapper milanese Baby Gang, salito alle cronache dopo il suo successo avvenuto con il brano “Street”, mentre il ragazzo era recluso nel carcere minorile “Cesare Beccaria”. Il brano, secondo capitolo della serie, rispetto al primo racconta gli spazi angusti della detenzione e la musica come unica arma per sopravvivere alla noia.
A cura di Vincenzo Nasto
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Baby Gang è una delle nuove leve della scena hip hop nazionale, un figlio di Lecco, ma associato a San Siro, che negli ultimi mesi ha chiuso il cerchio magico con artisti come RondodaSosa, Vale Pain, Sacky e Neima Ezza. Che Milano sia diventata una succursale del Chicago Drill, almeno per le immagini che questi autori stanno imprimendo nella scena musicale, non è più una novità. Che però il racconto di Baby Gang sia divenuto più intimo, senza abbandonare lo stile crudo, testimonia anche la crescita artistica del ragazzo poco più che 20enne. Pochi giorni fa ha pubblicato il secondo capitolo del suo racconto dell'esperienza di detenzione minorile, avvenuto al carcere Cesare Beccaria, in "Cella 2". Il video, con le riprese dall'alto di un luogo angusto che potrebbe sembrare una cella, rende molto vivida l'esperienza in prigione del rapper, che racconta i piccoli aneddoti avvenuti in quel posto.

Cella 2, il carcere e i sogni

Il rapporto tra Baby Gang e la musica è qualcosa di viscerale, figlio di uno valvola di sfogo più che di comprovata necessità linguistica. Un connubio che lo rese famoso già nel 2018, quando pubblicò il suo primo singolo ufficiale, accompagnato dal video su Youtube "Street". Il racconto della periferia milanese, divenuta uno dei temi centrali negli ultimi due anni anche grazie alla presenza di nuovi artisti come Paky, diventa una forma di protezione del territorio per Baby Gang, che vive il distacco dalla sua strada e dalla sua musica a causa di problemi giudiziari. Proprio questi non gli hanno permesso di godere del successo di "Street", qualcosa che verrà anche celebrato nei due episodi di "Cella 1" e "Cella 2". "In cella chiuso da solo, da solo con tutti loro, guardavo quel soffitto col fumo di una Marlboro, un giorno sarò ricco, l'ho promesso a tutti loro" è l'immagine perfetta del disegno di Baby Gang, che dopo i problemi con la giustizia ha solo voglia di fare musica e "portare il pane a casa", come ha rivelato nelle sue storie di Instagram.

Le immagini dall'alto

Se il video di "Cella 1", pubblicato a dicembre 2019, celebrava l'uscita dalla comunità di detenzione da parte di Baby Gang con un video con tutti i ragazzi del suo quartiere, "Cella 2" si presenta come un moderno "Le mie prigioni" in barre. Il video, che si contraddistingue per una visuale dall'alto di ciò che accade negli spazi angusti della detenzione, fotografa in maniera molto nitida i momenti più importanti del periodo trascorso da Baby Gang, partendo proprio dall'arresto. Si può intravedere che le immagini di libertà e detenzione vengono girate negli stessi luoghi, in una moderna metafora della costrizione psicologica, dove ci si sente imprigionati nella propria vita, come in carcere. Una scelta che si ripercuote anche nei momenti abituali della detenzione, come le partite a carte, l'esercizio fisico e la scrittura metodica, quasi ripetitiva. Il racconto del carcere diviene meno colorato, una storia cruda che non si attesta solo sulla violenza fisica, ma sulla privazione di tutto ciò che può rendere più empatico il luogo.

Le connessioni con la scena francese

"Cella 2" potrebbe diventare l'ennesimo successo, in termini numerici e non, di Baby Gang, in un anno in cui solo RondodaSosa sembra essergli superiore per la viralità dei suoi brani. A testimoniarlo sono i numeri di "Bimbi Soldato" con Sacky, arrivato a due milioni e mezzo di visualizzazioni su Youtube, ma non solo. Forse il brano che è riuscito a identificare meglio la matrice, anche meglio l'influenza, che Baby Gang sta avendo sul rap italiano, è stato "Blitz". Il brano, che ha raccolto più di tre milioni di visualizzazioni su Youtube, è stato apprezzato anche nell'altro versante transalpino, in Francia, dove molte volte il rap italiano è andato a "pescare", non sempre con ottimi risultati. La naturalezza con cui Baby Gang utilizza la lingua francese, insieme a un'aggressività che ai fan ha ricordato quella degli artisti Sofiane e Booba ha fatto il resto. Insomma, se poi anche Sofiane, forse l'artista hip hop francese insieme ai Pnl con una maggiore distribuzione al di fuori dei confini nazionali, ha reso pubblico il suo apprezzamento per il brano "Blitz", postandolo nelle proprie storie Instagram, potrebbe voler dire molto sul futuro della carriera di Baby Gang.

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