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Da Soldi a Defuera, Dardust diventa DRD: “Ho cambiato per caratterizzare la mia strada pop”

Si chiama Dario Faini, da anni lo conosciamo come Dardust ma da qualche settimana dobbiamo mettere in conto anche DRD. Lui è uno dei compositori, autori, producer più conosciuti d’Italia, il cui nome è esploso ancora di più col successo di “Soldi” e “Calipso”. Da poche settimane ha cambiato nome, appunto, pubblicando il primo singolo come DRD: “Defuera” con Ghali, Marracash e Madame.
A cura di Francesco Raiola
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Si chiama Dario Faini, da anni lo conosciamo come Dardust ma da qualche settimana dobbiamo mettere in conto anche DRD. Lui è uno dei compositori, autori, producer più conosciuti d'Italia: da anni porta avanti un progetto neoclassico che ha valicato i confini italiani, ma in Italia lo si conosce soprattutto per le sue produzioni con un picco dovuto all'esplosione di "Soldi", la canzone di Mahmood che firma assieme a Charlie Charles, così come "Calipso", ma sono tantissimi i successi su cui Faini ha messo la firma, non ultimi "Guaranà" di Elodie e "Dorado" sempre di Mahmood. E proprio quest'ultimo è il primo singolo con la nuova firma, con cui ha pubblicato anche il suo primo singolo "DEFUERA", in cui ha chiamato a cantare un trio d'eccezione formato da Ghali, Marracash e Madame. Un cambio obbligato dopo che il suo lavoro da produttore è esploso sempre di più e un modo per separare le sue varie vite artistiche.

Ciao Dario, come mai a un certo punto hai sentito il bisogno di separare le carriere e i nomi ai tuoi progetti?

Mi sono reso sempre più conto che Dardust era quel percorso artistico fatto di pianoforte, contaminazione, strumentale, internazionale mentre dopo "Soldi", invece, l'attività da producer aveva preso visibilità, spesso era anche superiore a quella di Dardust. Quella di separare i due percorsi, però, è più una questione di igiene mia creativa, non volevo che si confondessero, ma fossero separare.

Prima Sanremo, poi Calipso etc il tuo nome emergeva sempre di più, in effetti…

Sì, vedevo Dardust abbinato a un sound molto più pop, quindi non aveva senso confonderlo con l'anima più neoclassica, sperimentale, elettronica, che ha bisogno di un altro tipo di processo creativo. È stata una cosa naturale per fare pulizia mentale a livello di identità: abbiamo sempre parlato di questa identità doppia, nelle interviste si parlava spesso di Dardust producer e Dardust artista e mi sono detto che c'era bisogno di separare. Andando sempre a togliere, quindi ho tolto le vocali ed è uscito DRD, come se fosse un nuovo brand, anche se in realtà sono sempre io. Però mi piace pensare che ci sia un mio percorso artistico tracciato sullo streaming, sui video che sia collegata al pop, che è un'altra anima importante per me.

Diciamo che ormai la tua visibilità va di pari passo con l'esplosione della figura del producer nel pop. Ora puoi tranquillamente uscire a nome tuo, con una credibilità che prima era più complesso avere, no?

Credo che questo sia importante, perché il lavoro da produttore, su suono, sulla visione, del sound, del beat è diventata una parte identitaria del pezzo, oltre alla scrittura. Poi comunque, quando firmo DRD non è rinnego la mia parte da autore e compositore. Io non amo campionare, amo scrivere i riff, i suoni, i campionamenti li creo io, è un approccio più da musicista sul beat, per questo è importante che ci sia la mia anima da compositore e autore che è quella del mio passato, quindi oltre a essere producer, in DRD c'è tutto il mio percorso dall'inizio.

Con DeFuera hai unito i ritmi caraibici al Nordafrica e al Medioriente. Che idea hai su quello che sarà il pop nei prossimi anni?

A me piace pensare che sarà un pop sempre più trasversale e contaminato, in cui non ci siano più compartimenti, categorie, ma in cui tanti stili possano essere uniti. DeFuera ha un beat elettronico con la cassa in quattro, c'è il reggaeton, c'è un riff nordafricano, arabo, ci sono tante influenze, tante cellule: c'è una strofa, un primo pre rit un secondo pre rit, c'è un ritornello, c'è il drop, è un crossover di tanti stili, una tavolozza che unisce varie parti del mondo a livello di influenze artistiche, mi piace questa cosa qui. Mi piace non avere una regola, non avere mai fatto un reggaeton puro, da playlist, amo un contesto che sia nuovo, perlomeno l'intento è quello, senza scordarsi l'attitudine urban del pezzo, oltre a quella latin e a quella mediorientale.

Questo pensi che possa creare qualche problema nell'intenzione radiofonica del pezzo?

Mi auguro che gli addetti ai lavori o chi ascolti il pezzo riesca ad evincere il coraggio di creare nuove forme, di creare qualcosa di nuovo, mi interessa quello. Spero che il fatto di spostare le cose, di creare qualcosa di originale, venga premiato

C'è un'idea di internazionalizzazione di DRD?

Me lo auguro, con i beat di DRD mi piacerebbe esplorare più che il versante di Miami quello di Los Angeles. Insomma, tutta la scena urban di LA, andare sulla West Coast e scrivere lì, potrebbe essere un bell'obiettivo essendo fan di tutta la scena di Compton.

E di cosa c'è bisogno per uno che arriva dall'Italia?

Mi piace l'idea che non sia tanto il fatto che sia italiano, ma mi piacerebbe che un po di barriere di geolocalizzazione artistica possano essere abbattute, anche se nel nostro Dna un istinto melodico, emozionale, più profondo, lo portiamo. Il mio obiettivo è quello di ritagliarmi un'identità mia da producer che sia unica al di là della geolocalizzazione, per questo spero che col tempo il mio carattere diventi più evidente, che ci sia appassioni alla mia ricerca del suono, alcuni timbri che uso a livello di produzione, lo studio del riff, del tema, spero che creino un carattere che poi venga notato anche fuori. È una sfida, ma sono appena partito.

Tornando a DeFuera, come nasce questa idea?

Mi piaceva l'idea di fare questo trio unico e originale, questi tre artisti coprono tre generazioni del pop urban degli ultimi anni, da Marra a Ghali e Madame, che secondo me è la prossima Big Thing della musica italiana. Mi è piaciuto creare questo trittico unico in cui Ghali e Marra si incontrano per la prima volta, ma con una voce femminile nuova che sta diventando grande e che reputo uno dei più grandi talenti in Italia: per il suo timbro, per come pronuncia le parole, per le cose che scrive, mi sembrava una bomba atomica questo trittico.

Le tre voci, che tornano dopo Calipso, sono un'esigenza o solo un gusto?

È un gusto, anche sul racconto della canzone, con una prima strofa raccontata da un personaggio in questa sorta di film con quattro personaggi, io sullo sfondo, che guida la macchina, e volevo uscire con tre compagni di viaggio con Ghali e Marra che raccontano due scene e Madame sul ritornello.

La prima firma però non è stata a un tuo pezzo, ma a quello di Mahmood, mentre "Guaranà" era ancora Dardust. Come mai?

Perché no era ancora definito il progetto, eravamo in corsa, stavamo considerando la cosa, stavo strutturando DeFuera, parlando con gli artisti per capire se poteva essere fatta.

Secondo te è possibile cambiare questa narrazione sulla hit estiva come un po' ripetitiva?

Io credo di averci provato, non mi pare che il mio brano sia un tormentone classico con la parola meme, il balletto, il trick nel video, sicuramente i miei pezzi hanno sempre degli hook, perché è una cosa che mi piace, ma non lo vedo come una questione tormentosa ma più come una strategia, un mio istinto di fare qualcosa che resti nel tempo quindi credo che a livello di suono e ricerca ci sia qualcosa che vada al di là del tormentone, ci sia un racconto musicale diverso, non dico meglio o peggio, però la mia voglia è quella di provare a fare pezzi che puoi sentire d'estate, d'autunno, quando vuoi. Certamente apprezzo chi osa e non fa il pezzo con l'obiettivo che diventi una hit, la scrittura non deve essere legata a quell'obiettivo, mi piace che chi abbia coraggio si sposti.

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