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Com’è La Divina Commedia di Tedua, la guida alle canzoni: il rapper racconta il suo inferno

Lo scorso 2 Giugno, il rapper genovese Tedua ha pubblicato La Divina Commedia, a cinque anni di distanza dal suo predecessore Mowgli. Qui la guida alle canzoni.
A cura di Vincenzo Nasto
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Tedua 2023, foto di David LaChapelle
Tedua 2023, foto di David LaChapelle

"Ma in quegli anni con il COVID stavo fuori di me, stavo fuori di me, yo. Fanculo se ho ventinove anni, se sono passati cinque anni, ho ancora quel fuoco e sono pronto a darvi il meglio, perché sono pronto al peggio". Potremmo riassumere così il lungo viaggio nella consapevolezza dell'arte di Mario Molinari, aka Tedua: a cinque anni dall'ultimo album ufficiale Mowgli, il rapper genovese ha fatto il suo ritorno, tra i più attesi nel panorama rap italiano. Ecco, l'attesa è uno dei criteri di valutazione nella lettura del progetto e, lateralmente, una scelta nella narrazione di Mario Molinari e del suo alter-ego Tedua, mai così vicini. La mancanza di linearità, il ribaltamento continuo della propria figura, avvicinano Tedua al proprio pubblico più di quanto ci si aspetti, mostrando le grandi difficoltà del suo percorso negli ultimi anni, la distanza con sé e il mondo della musica, il blocco creativo della scrittura e la rinascita attraverso la consapevolezza. C'erano tutti gli ingredienti per perdere le tracce di Tedua negli ultimi anni, ma parallelamente, c'erano tutti i crismi di un lavoro monumentale che sarebbe arrivato, prima o poi.

La Divina Commedia e l'innovazione musicale

Anche perché La Divina Commedia, nel suo primo atto che introduce l'inferno e il purgatorio, è stata anticipata da alcuni lavori, pochi, relegati negli ultimi tre anni. Se il più evidente, Vita Vera Mixtape, sembrava poter diventare una cartolina dal processo di consapevolezza del rapper, che aveva distribuito una playlist di brani con alcuni degli artisti più hot di quegli anni, la vera anticipazione di ciò che sarebbe accaduto è arrivata nel 2021. Siamo a maggio e viene pubblicato su YouTube un medley di sette brani, che confluiscono in Don't Panic: c'è il richiamo al tema dell'inferno, dalle ambientazioni alle liriche, ma anche il disagio pandemico che alberga e la prossimità di un progetto che non sarà tale.

Poi, Lo-fi For U e l'annuncio del tour nel 2023, con il famoso fotografo David LaChapelle come direttore artistico e autore della copertina in cui vengono ripresi i disegni dell'inferno di William Blake. A questo si aggiunge anche la partecipazione di Lazza al progetto, spoilerato durante uno dei concerti dell'autore di Cenere. Lo scorso 2 giugno La Divina Commedia finalmente arriva. 1857 giorni dopo Mowgli, in un'operazione commerciale che ricorda quella di Kendrick Lamar e Mr.Morale and the Big Steppers, Tedua ritorna con 16 tracce, 50 minuti di disco e 11 collaborazioni: Gue, Marracash, Salmo, Bresh, Geolier, Lazza, Rkomi, Sfera Ebbasta, Baby Gang, BNKR44, Kid Yugi e Federica Abbate.

La guida alle canzoni del nuovo album di Tedua

Andiamo a scoprire quindi, com'è stato il viaggio di Tedua nel nuovo progetto. Qui la guida alle canzoni de La Divina Commedia.

  • Intro La Divina Commedia: Brano prodotto da Chris Nolan. Il film di Tedua, più che un chiaro riferimento alla riscoperta de La Divina Commedia di Dante Alighieri, di cui ci saranno reference più o meno marcate all'interno del disco, rappresenta una timeline in cui il rapper genovese ha tentato di raccontare le tappe di una nuova consapevolezza. E il suo primo capitolo viaggia nel tempo, dal 2008 celebrato nell'intro del singolo, in cui viene ripreso il suo primo approccio al rap con Sogni di strada, ma anche un richiamo a Vita vera nel suo mixtape quando canta: "Veder mia madre piangere mi spezza il cuore, vedere un frate in carcere mi spezza il cuore, vedere lei andarsene mi spеzza il cuore". Si ritorna anche ai suoi ascolti adolescenziali quando cita Serpi di Jake La Furia in "La vida loca spezza il ritmo del rapper senza fiato che dà aria alla bocca senza un concetto elaborato, ah la mascella ti si blocca". In questo brano c'è bisogno di sottolineare uno dei messaggi più forti del disco, soprattutto sull'attualità politica-rap: "Fratello, pensa, sei gangsta, ma sarai un'esca per la stampa della destra che vorrebbe che un maranza non ci riesca". Tutti gli elementi sembrano descrivere uno dei personaggi musicali contenuti nel prossimo brano: rilevante in maniera minore l'attacco sui Blood e Crips nella rima "Nuova collana addosso, non sono blu né rosso".
  • Paradiso Artificiale: Brano prodotto da Chris Nolan e Dibla. Una delle rivelazioni del disco, sia per la produzione che per le metriche utilizzate dagli interpreti. Ritroviamo Kid Yugi e Baby Gang, due delle personalità più interessanti della nuova scena rap, che cercano di raccontare il disagio delle strade, milanesi e non solo. Anzi, proprio la strofa di Kid Yugi cerca di elevare il concetto di reference all'opera di Dante Alighieri, non solo cercando i riferimenti ai gironi infernali, dagli avari ai prodighi, dai violenti con sé stessi agli infami, gli assassini agli ignavi, gli strozzini agli avari, le corna alle ali". Il ragazzo prodigio di Massafra chiude la sua strofa con l'ultimo verso dell'Inferno quando canta: "Ma tutti i passi sono falsi se le strade sono rotte, uscii a riveder le stelle, trovai solo la morte, tu cercami di notte". Basterebbe solo questo per renderla una delle migliori tracce del disco, ma la tecnica di Tedua e il ritornello di Baby Gang sembrano quasi richiamare l'aspetto di una città che sprofonda e dell'essere umano che cerca di adattarsi per sopravvivere.
  • Malamente: Brano prodotto da Chris Nolan e Dibla. Arriviamo ai singoli che connettono come "il filo di Arianna" La Divina Commedia a Mowgli. Infatti, Malamente non rappresenta altro che la parte 2 di Sangue Misto, brano contenuto nel precedente progetto. Tra le tracce più radiofoniche dell'album, Malamente riprende alcuni dei temi del brano, come l'inizio della strofa "Sangue su di me, ferite sul mio corpo, ma non ho più lacrime, non piove sul mio volto". In una sorta di connessione spirituale, Tedua racconta i disagi del fanciullo nel rapporto con la sua natura: "Senza musica non arrivavo a fine mese, non ci stavo con le spese, non mi conviene avere continuamente troppe pretese. Ma ‘sti ragazzi sono pazzi con problemi familiari e lacune culturali, ero così in para quando non sapevo che fare da grande". Nell'outro del brano, Tedua riprende uno degli slogan musicali che sono entrati, di diritto, nella sua letteratura: "Auguro a tutti voi che la vostra umiltà non si trasformi in insicurezza e che la vostra sicurezza non si trasformi in arroganza".
  • Hoe: Brano prodotto da Chris Nolan e Shune. Tedua e Sfera Ebbasta non si incrociavano su una traccia dai tempi di Lingerie, anche se negli anni gli attestati di stima reciproca erano arrivati, soprattutto da parte di Tedua in Lo-Fi for U. Il brano per la generazione Bimbi ha anticipato l’uscita di Hoe, il ritorno dei due autori milanesi sulla traccia, accompagnati in fase autoriale da Ghali, alla sua prima performance da autore. Hoe è il secondo brano radiofonico del disco: un concentrato di stile, non solo dal punto di vista lirico. La produzione che proietta i due interpreti direttamente sulla South Beach di Miami, tra richiami alla luxury life in "Nella sua villa a Ibiza in tre perché ha un'amica, vuole far la cocorita, con me corre alla corrida" e ai club con Sfera Ebbasta nel ritornello, sono lo scenario che tende ad alleggerire il carico emotivo del disco, che inevitabilmente tenderà a salire.
  • Angelo all'inferno: Brano prodotto da Zef e Shune. Dopo esser caduto dal paradiso, la figura di Tedua/Lucifero racconta le belve dell'inferno, dalla luce tetra al bullismo subito sin da piccolo. Importante la collaborazione con Salmo, che nel suo ultimo progetto aveva inserito due elementi che possono rendere l'immaginario del brano ancora più ampio: la copertina rappresenta L'angelo caduto del pittore francese Alexandre Cabanel, e in Flop è anche contenuta una traccia intitolata L'angelo caduto con Shari. Salmo è anche protagonista di un tributo a uno dei brani hip hop italiani più importanti dei primi anni 2000: stiamo parlando di "Il 6° senso" di Kaos, con Guè che recita "Inietto dosi al cervelletto, il male è già in natura, quindi mi sento protetto". Federica Abbate, come dimostrato negli ultimi 10 anni, non è solo una delle migliori autrici del panorama italiano. Come in Niente canzoni d'amore, anche in Angelo all'inferno riesce a equilibrare il brano attraverso il suo ritornello.
  • Mancanze affettive: Brano prodotto da Chris Nolan e Daves. Arriva Geolier con uno dei brani più melodici del disco, accompagnato da piano e archi. Mancanze affettive cerca di tradurre in immagini l'assenza di figure di riferimento all'interno della vita dell'autore, ma non solo: perché il racconto di una generazione passa attraverso anche il risultato di un trauma del passato. E allora i ragazzi con cui si è cresciuti diventano la famiglia in cui rifugiarsi, diventano uomini violenti perché "il padre dava manrovesci, la vida loca o ti insegna o è un'insegna per il Paese dei balocchi, torni con le orecchie d'asino come chi ci è rimasto sotto con i cartoni". Geolier sconfina anche nelle assenze familiari, dall'abbraccio mancato di un padre o quello di una madre che è venuto a mancare: proiettili che scalfiscono anche le corazze più dure.
  • Red Light: Brano prodotto da Shune. Siano nel girone dei lussuriosi e l'accattivante descrizione di un tira e molla sessuale diventa il nuovo abito di Tedua: non sconvolge l'immaginario della stanza in hotel, come il senso di lontananza tra i due protagonisti. C'era bisogno di alleggerire la tensione del disco e la chitarra elettrica sembra avvolgere tutto il resto, forse uno degli episodi più pallidi de La Divina Commedia.
  • Volgare: Brano prodotto da Shune. C'era bisogno di lasciare l'inferno con un brano che risultasse pulito, quasi lontano dalla tracklist, ma in grado di riuscire a far cantare il pubblico. E in questo momento, chi oltre Lazza potrebbe rendere melodico un pezzo urban del calibro di Volgare? In pochi. Sulla scia di brani come Panico e Cenere, Volgare di Tedua e Lazza si candida a essere uno dei brani più virali sia in radio che su TikTok, anche grazie a un ritornello ear-worm.
  • Scala di Milano: Brano prodotto da Night Skinny. Scala di Milano è il ponte tra Genova e Milano, ma anche un tributo agli anni 2000 del rap italiano, soprattutto ai liricisti come Guè, Jake La Furia, Kaos, Marracash, Dargen D’Amico, Esa e Mistaman. Una dimensione musicale accennata anche nelle liriche con il riferimento a La Stanza dei Fantasmi dei Club Dogo: sembra di esser ritornati alla città descritta in Mi Fist nella traccia Milano 2000”.. E per l'appuntamento, uno dei fautori di quella scena, proprio Guè, propone una delle strofe più buie dell'album: dal bullismo adolescenziale per la ptosi palpebrale alla morte del padre, il giornalista Marco Fini, fino alla chiusura con: "Intanto è tutto hype, zero cultura, tento di dare al talento una degna sepoltura".
  • Diluvio a luglio: Brano prodotto da Shune. Continua il richiamo ai brani del passato. Come per Malamente, anche Diluvio a Luglio rappresenta la parte 2 di Ombrello per la pace, contenuto in Orange Country, il suo disco d'esordio. Per l'occasione, Tedua ha invitato Marracash sulla traccia per raccontare la consapevolezza del genio. La natura egoriferita dei due autori è sicuramente il tappeto con cui hanno, in passato, descritto con incredibili sfumature, il proprio essere. E nella continua lotta tra l'umiltà e la consapevolezza di una sensibilità dominante, Diluvio a luglio sembra predisporre una sola analisi: non c'è lotta, se non quella con noi stessi.
  • Soffierà: Brano prodotto da Shune. Ci ritroviamo a uno dei più chiari e diretti riferimenti alla Divina Commedia di Dante: il canto di Francesco e Paola nel cerchio dei lussuriosi. Come riportato anche nella copertina del disco, la bufera delle colpe dei protagonisti della storia viene soffiata via dal vento della passione: "Non ti renderai davvero conto di quanto mi basti solo un tuo sguardo a rendermi fuori controllo, soffierà il vento sulle sponde, soffierà portando via le onde".
  • La Verità: Brano prodotto da Chris Nolan, Dibla e i BNKR44. Si candida a essere una delle migliori canzoni del 2023. Nella ricerca della consapevolezza, La Verità con il collettivo BNKR44 è l'inizio della presa di coscienza, in uno dei suoi modi più impetuosi. Perché il coraggio raccontato, attraverso figure come Minosse o immaginari come la lotta contro un bullo, sigla il momento in cui Tedua si eleva. È qui che escono fuori le paure dei suoi anni passati, ma anche la consapevolezza di ciò che è adesso, in questo momento: "Ho la retorica del pressapochista ma anche l'occhio del regista (Yo), l'erba del farmacista, la mente liricista, la bocca della verità, la mano del poeta, la nocca rotta per la rissa (Yo). Ho il sudore della fatica, il sapore della sconfitta, il sentore della rovina, ho lacrime di gioia come quelle di chi arriva in cima". Un climax ascendente che accompagnerà la foga degli ultimi brani dell'album.
  • Anime Libere: Brano prodotto da Shune e Sick Luke. Dopo aver scoperto La Verità è il momento di tornare a casa, alla propria famiglia. E chi se non Bresh e Rkomi – convinti da lui a salire a Milano da Genova – con cui ha convissuto prima nel quartiere Calvairate e poi nel confinante Taliedo-Mecenate. In una moderna Foto di Gruppo di Bassi Maestro, i tre raccontano gli inizi, le incertezze della violenza e la passione dell'amore, ma soprattutto metaforicamente descrivono il filone narrativo che li ha resi celebri. Non c'è bisogno di musica per sentire di arrivare dagli stessi posti, dalle stesse storie: Anime Libere è il primo incontro dei tre autori, insieme, sulla traccia. Adesso, veramente libere.
  • Lo-Fi For U: vedi qui.
  • Bagagli (Improvvisazione): Brano prodotto da Shune e Dibla. Siamo arrivati all'episodio più intimo de La Divina Commedia. Il racconto più fragile del cantante genovese, che sottolinea gli ultimi anni, soprattutto quelli pandemici, che gli avevano procurato un blocco nella scrittura. Nei momenti in cui, in 5 anni, la scena sembrava progredire e lui restare fermo all'angolo, Tedua scatta una foto della sua rinascita: "Ho visto sogni andare in cenеre, ho dato senza ricevеre. Nel buio della mente poi sono riuscito a splendere, in un mare di lava incandescente poi sono riuscito a emergere". Nella seconda strofa avviene, in maniera molto più libera e vivida, la realizzazione di ciò che in passato l'aveva bloccato: "E mi son fatto il sangue marcio per la tecnica, la metrica, l'America, la verità è che mi sentivo affranto mettendo le mie debolezze in vendita. Stavo dimenticando il metodo, la pancia, il figlio di puttana quale sono".
  • Outro Purgatorio: Brano prodotto da Chris Nolan. C'è poco da raccontare perché il flusso di coscienza di Tedua, un James Joyce moderno a cui gli alberi pandemici hanno bloccato il fiume in piena dei suoi pensieri, è così vero da essere tagliente. E lo è nel racconto della malattia della madre, anticipata e raccontata più volte nella sua musica, come il tradimento della propria partner. Non c'è rancore o rimorso, c'è la descrizione di ciò che lo ha accompagnato in questa rinascita di cinque anni, la tratta che gli serviva per arrivare al Paradiso. La chiusura del singolo, e ciò che accadrà in live, potrebbe dire molto di più dell'attesa estenuante della sua musica. Ma anche questa volta, la musica ha raccontato e l'arte si è espressa attraverso le sue parole. La Divina Commedia aveva il diritto di essere prima rispettata, e poi aspettata.
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