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In attesa de La Divina Commedia, Tedua attraversa i gironi dell’inferno con “Don’t Panic”

In attesa del disco ufficiale “La divina commedia”, Tedua ha pubblicato nelle scorse ore una raccolta di sette brani, che sembrano descrivere i gironi dell’inferno intrapresi dal rapper genovese all’interno della sua narrazione. Sette scenari per sette descrizioni articolate da parte di Tedua, che racconta la discesa agli inferi.
A cura di Vincenzo Nasto
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La voglia di pubblicare nuova musica da parte di Tedua era palpabile nell'aria, e piccoli indizi erano arrivati dal suo profilo Instagram, una partecipazione maggiore per l'artista genovese che aveva fatto insospettire qualche fan. Poi l'annuncio, lo scorso 3 marzo, di un progetto: "Non si tratta di un EP o mixtape – disse l'artista -. Mi piace definirlo per ciò che è: un mash-up di strofe, troppo forti per restare nel computer e troppo freestyle per finire nell’album". Sette tracce pubblicate il giorno successivo su Youtube, legate da un filo conduttore: il viaggio di Tedua nella Divina Commedia, principio del suo prossimo disco, in cui il cantante descrive le porte dell'inferno e i suoi gironi.

Gli scenari che cambiano e il microfono immobile

Se "Vita vera mixtape" aveva aperto un'ampia breccia nel prossimo racconto di Tedua, attraverso 22 tracce, che potrebbero benissimo essere definite un progetto ufficiale, il nuovo viaggio di Tedua agli inferi non ha riscosso meno successo. Parliamo di "Don't Panic", un Ep che non è un Ep, ma che ne convalida tutti i tratti caratteristici, che dà un senso al racconto di Tedua attraverso un filone sicuramente narrativo, come ci ha abituato l'artista genovese, ma soprattutto attraverso sonorità che diventano rappresentative della Drilliguria, di cui Tedua fa parte. Sette brani, curati dal fidato produttore Chris Nolan, ma anche da Sick Luke, Garelli e Shune. Tedua diventa polarizzante all'interno degli scenari che si sovrappongono, dall'inferno cittadino, con le fiamme che avvolgono le strade, alle case in fiamme in "Badman", dalla riproposizione digitale di un castello e la sua scalinata in "Paris" al tetto di un grattacielo in "Corvi". Si ritorna al passato in "Urla", quando Tedua canta davanti a una lavanderia a gettoni, luogo dell'avvento di "Wasabi Freestyle", uno dei suoi primi singoli di successo. Le porte dell'Ade in "Gironi" anticipano l'ultimo passo di avvicinamento all'album, "Lo-fi Drill", in cui il cantante genovese disperso nella selva oscura, stende un velo di verità sulla scena italiana e le sue immagini. A rimanere immobile nel cambio di scenario è il microfono che cala dall'alto e la voce di Tedua, un ritorno atteso e una finestra spalancata da cui osservare ciò che il rap italiano ha da proporre.

Il viaggio musicale di Don't Panic

"È la Divina Commedia, Italdrill, Vita Vera". Se avevamo bisogno di un'anticipazione di ciò che avrebbe potuto rappresentare questa raccolta di canzoni, Tedua la fotografa nelle prime sette parole, un ritorno al passato, alla Drilliguria e a tutto ciò che ha significato per il movimento hip hop italiano. I suoni della drill Uk, perfettamente combinati dalla coppia Chris Nolan-Sick Luke in "Inferno", combaciano perfettamente con il flow molto tecnico dell'artista genovese, che si conferma una delle penne più solide del panorama. "Oh mio Dio, hai visto il divario che c'è tra loro e il mio disco dell'anno?" è la pietra tombale su alcuni progetti usciti negli scorsi mesi, i riferimenti non sembrano minimamente casuali. A confermarlo sembra arrivare il brano "Badman", in cui Tedua canta: "Dietro le guardie, al polso l'Antartide, ma quale Atlanta, non sei sull'atlante, no, come Atlantide". I toni si addolciscono, come le note in "Paris", quando Tedua racconta il cambiamento degli ultimi anni, soprattutto nelle sue relazioni amorose: "Villa sul lago di Como, lei mentre balla mi parla col corpo, ma cerco solo Beatrice, no bitch arriviste attorno". Le luci si spengono, il tetto di un grattacielo diventa lo sfondo per un Tedua e la sua "Corvi", in cui potrebbe benissimo rappresentare Brandon Lee, ma raccoglie ancora riferimenti della divina opera, come quando canta: "Il problema è chi ha troppi rimorsi, sono morsi dai mostri ricordi", un tacito riferimento al Conte Ugolino già espresso in "Ombrello per la pace". Poi si passa per Urla, ma soprattutto per "Gironi", in cui i riferimenti alla sua città si destano nella descrizione degli incidenti del G8 del 2001, quando Tedua canta: "Dante espia tutti i peccati, ma tu fai la spia (Tu fai la spia). Entrano, pestano e ti calpestano come hanno fatto alla Diaz". La descrizione minuziosa della selva oscura del rap italiano invece arriva in "Lo-fi Drill", l'ultimo messaggio prima dell'arrivo de "La divina commedia".

La Tracklist

1. Inferno (Tedua, Chris Nolan, Sick Lucke)
2. Badman (Tedua, Garelli)
3. Paris (Tedua, Chris Nolan)
4. Corvi (Tedua, Chris Nolan)
5. Urla (Tedua, Chris Nolan)
6. Gironi (Tedua, Chris Nolan)
7. Lo-fi Drill (Tedua, Shune)

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