Bob Geldof sulla morte della figlia Peaches: “Mi sento sempre in colpa”
La morte di una figlia è un evento con cui non è semplice convivere, soprattutto se avvenuto a causa di un'overdose, la stessa causa per cui anche la madre era morta qualche anno prima. Lo sa bene Bob Geldof che ci fa i conti da quel 7 aprile in cui la figlia è morta per quella che si scoprirà essere un'overdose. Modella, presentatrice e attrice 24enne, la ragazza lottava da tempo con problemi di droga, come ha ammesso anche Courtney Love, che poco dopo la morte dichiarò di aver provato a convincerla a smettere. In un'intervista rilasciata recentemente a ITV News Geldof è tornato sulla tragedia che l'ha toccato: "Ti senti continuamente in colpa. Tu sei il padre che dovrebbe essere responsabile e chiaramente hai fallito. Per tutti coloro che leggono, che sono genitori e hanno un figlio morto. Vai dietro col pensiero, vai dietro, vai dietro, vai dietro, vai dietro e rimugini. Cosa avresti potuto fare? Fai quello che puoi".
La ricorda come una ragazza luminosa ("anche troppo"), Geldof, ma anche inquieta: "Era una mente errante, capace di focalizzarsi intensamente su un libro che voleva leggere assorbendolo completamente. Per il resto, però, era irrequieta. Sapeva cosa era la vita e dio la benedica, ha cercato in tutti i modi di resistere. Ma non ce l'ha fatta". Geldof sapeva dei problemi di droga della figlia e ha dichiarato di aver provato più volte a parlarci, senza, purtroppo, ottenere risultati, al punto che la ragazza era tornata ad assumere eroina nel febbraio precedente la sua morte.
L'unico modo con cui riesce a trovare pace è andare in tour coi suoi Boomtown Rats: "Metto il mio vestito di pelle di serpente e sono un'altra cosa. È totalmente catartico. Due ore e sono sfinito. In ogni senso, mi svuota, mi sfinisce la mente. Sul palco sono perso in questa cosa ed è un sollievo molto breve".