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Zenga Zenga: arriva il ”Gheddafi rap” in stile Bunga Bunga

I deliranti discorsi di Muammar Gheddafi sono diventati un tormentone che solo su YouTube è arrivato a quasi un milione di visualizzazioni.
A cura di Biagio Chiariello
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Paese che vai, tormentone che trovi. Se in Italia ormai spopola da mesi il Bunga Bunga, ispirato ai festini di Arcore, la rivolta in Libia ha suggerito la Zenga Zenga Song. Autore è il deejay israeliano Noy Alushe che dopo aver ascoltato i vari farneticanti e minacciosi discorsi di Muammar Gheddafi ("Li staneremo come topi! Porta a porta! Casa per casa! Di strada in strada!" oppure "Armeremo la nazione per difendere la rivoluzione') ha messo insieme un filmato che solo su YouTube è arrivato a circa un milione di visualizzazioni.

"Le parole di Gheddafi avevano tutti gli elementi del successo. I termini usati a tormentone, come in uno di quei riti tribali africani chiamati zenga zenga. E poi i vestiti tipici che indossava, le mani alzate in segno di vittoria come si fa a un rave party … eccezionale. Ho inserito un po’ di musica dance, una ragazza che ballava: ho pensato immediatamente che sarebbe stato un bello spasso, anche se non m’aspettavo un successo simile," ha detto Noy Alooshe a proposito della sua la Zenga Zenga Song.

Lo Zenga Zenga è subito divenuto l’inno della rivolta libica: risuona per le strade di Bengasi, per le radio e le televisioni lo mandano in onda continuamente.

"Ora, quando capiscono chi sono e da dove vengo, spesso mi insultano," ha detto il 31enne israeliano in riferimento alle reazioni suscitate dal suo irriverente remix. "Tuttavia non mi scrivono solo ‘morte a Israele' o cose simili. Qualcuno mi ha anche scritto: ‘È vero, sei israeliano e quindi ti disprezzo, però hai fatto un grande lavoro".

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