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Un miliardo di Beggin’ per i Maneskin su Spotify: è la seconda canzone italiana a riuscirci

“Beggin'”, la cover dei Maneskin, ha raggiunto il miliardo di visualizzazioni su Spotify, diventando la seconda canzone a riuscirci.
A cura di Redazione Music
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I Maneskin al Coachella (LaPresse)
I Maneskin al Coachella (LaPresse)

Era questione di giorni per i Maneskin, poteva succedere proprio nel giorno del loro ritorno live in Italia all'Arena di Verona, dopo due anni e mezzo in cui erano mancati, invece è accaduto 24 ore dopo, ma resta la soddisfazione per il miliardo di stream che "Beggin'" (testo e significato) ha raggiunto su Spotify. Un traguardo importante in generale e ancora di più per una canzone di un gruppo italiano, benché non sia la prima di un artista nostrano a raggiungere questo numero. I Maneskin entrano così nel gruppo di band che hanno canzoni con oltre un miliardo di stream, secondi italiani a riuscirci dopo Gigi D'Agostino che ce l'aveva fatta lo scorso anno con "In my mind" che al momento ha poco più di un miliardo e centomila ascolti.

"Beggin’. 1 miliardo di ascolti su Spotify. I @thisismaneskin continuano a fare la storia" ha twittato l'account italiano di Spotify, mentre per adesso l'account ufficiale della band mantiene ancora il silenzio su quello che comunque resta un traguardo importante per la band italiana più ascoltata al mondo con quasi 20 milioni di ascolti mensili. La band, quindi, può vantare il miliardo per Beggin', ma ha anche i quasi 600 milioni di stream per "I wanna be your slave" che probabilmente aumenteranno nei prossimi mesi, quando la band affronterà una serie di concerti nei maggiori festival europei, suonerà al Circo Massimo di Roma per un concerto già sold out e si preparerà al tour mondiale che farà nel 2023.

La canzone, come ormai noto, è contenuta nell'Ep "Chosen", uscito a ridosso della fine dell'edizione di X Factor in cui si erano fatti conoscere. Ma l'esplosione è arrivata solo lo scorso anno quando, dopo la loro vittoria all'Eurovision, diventò virale su TikTok portandola nelle classifiche di mezzo mondo e facendola volare anche in quelle americane. Nonostante sia una cover la canzone è diventata quasi più loro che dei Four Seasoin che la cantarono per primi o dei Madcon che prima della loro cantavano la versione più famosa e adesso è praticamente un appuntamento fisso sia quando suonano nelle trasmissioni Usa, nei festival (come il Coachella) e nei live in generale. La canzone è stata suonata anche all'Arena di Verona, nel loro concerto di ritorno in Italia, anche se non alla fine, ma nel mezzo, senza darle l'enfasi che le danno all'estero perché resta comunque una canzone non loro – che pure amano le cover – e di un'epoca da cui musicalmente probabilmente si sentono meno rappresentati. Ma resta un cavallo di troia e come tale è giusto che sia celebrato.

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