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Twitter e SoundCloud: pro e contro di un possibile accordo

Dopo il fallimento dell’app #music Twitter starebbe cercando di entrare nel mercato musicale grazie a SoundCloud. Tra conferme e smentite ecco i pro e i contro di un accordo tra le due società.
A cura di Francesco Raiola
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Twitter si sta preparando per l'acquisto di SoundCloud. No, non è vero, Twitter non comprerà SoundCloud. C'è molta incertezza su quello che potrebbe essere un nuovo capitolo della saga musicale del sito di microblogging. Twitter, stando a quanto riporta Peter Kafka di Re/Code, ci riprova e dopo il fallimento di #music avrebbe cominciato a trattare l'acquisto di SoundCloud, così da aumentare la propria base utenti e provare di nuovo a riempire un enorme vuoto in quello che è uno dei campi che i suoi utenti amano di più: la musica. Il mercato musicale è in continua evoluzione e in questi ultimi mesi sta subendo cambiamenti sempre più repentini, soprattutto per la ricerca di un business che possa coprire il calo drastico delle vendite fisiche (e anche digitali, stando agli ultimi dati) dei cd. Un business che pare abbia trovato grazie alle piattaforme di streaming che l'anno scorso hanno tenuto a galla il settore e che pare lo stiano trainando anche in questo inizio di 2014, segnato da un calo ancora maggiore dei download. Un calo che ha fatto preoccupare anche Apple che pare sia interessata all'acquisto Beats Eletronics, l'azienda fondata da Dr. Dre, Jimmy Iovine leader nel mercato delle cuffie e da gennaio sbarcata anche in quello dello streaming. Ma anche Amazon (così come YouTube, stando alle voci di qualche mese fa) starebbe pensando di gettarsi nel mondo dello streaming.

SoundCloud è un'azienda tedesca fondata nel 2008 che permette di caricare su una piattaforma dei file audio che il pubblico può, in seguito, ascoltare in streaming o scaricare, potendo seguire o meno altri utenti (proprio come un social network). Il guadagno dell'azienda verrebbe dagli account pro che hanno, ovviamente, alcuni vantaggi di cui chi non s'abbona non può usufruire e dalla pubblicità (in particolare dal Native Advertising). La piattaforma, che col tempo è riuscita a farsi largo nel difficile mondo della musica, è usata da musicisti conosciuti e meno per dare la possibilità di giocare (remixando, per esempio) con la propria musica, o semplicemente come mezzo in più per promuoversi. A ottobre i dati parlavano di circa 300 milioni di utenti che usufruivano dei suoi servizi e 40 milioni di utenti registrati.

Lo Spiegel, però, in un pezzo di questa mattina avrebbe smentito l'acquisto, o meglio avrebbe spiegato che a un interesse iniziale sarebbe seguito uno stop alle trattative, un po' come successo in passato quando gli accordi si interruppero a causa di un limbo in cui vive tuttora l'azienda tedesca, ovvero quello sui diritti. SoundCloud, infatti, permette di caricare tracce audio, comprese le canzoni, senza però avere accordi con le etichette discografiche, il che la pone in una posizione grigia, laddove comunque molte etichette e molti artisti caricano i propri brani sulla piattaforma. Questa incertezza, ha sottolineato Kafka, impedì la chiusura di un accordo. Lo Spiegel spiega che alcune fonti hanno spiegato che Twitter, alla fine, ha deciso per non proseguire nell'acquisto. C'è anche da dire che in una ricerca pubblicata qualche mese fa SoundCloud risultava il sito di musica più condiviso sulla piattaforma di microblogging, seguita da Spotify e Last.FM; un attestato di fiducia, quindi, che gli utilizzatori di Twitter facevano all'azienda tedesca.

Ma si sa, queste questioni sono abbastanza delicate, soprattutto per un'azienda quotata in Borsa e per un'acquisizione così importante e dispendiosa come sarebbe quella di SoundCloud, il cui valore è stimato sopra i 700 milioni di dollari grazie anche ai 60 milioni di fondi ricevuti a gennaio. Insomma, in un mercato in continua evoluzione che vede i suoi maggiori attori giocare una partita importante soprattutto per accaparrarsi fette di mercato sempre maggiori e posizionarsi in maniera favorevole per quello che succederà nei prossimi mesi, questa acquisizione non risulterebbe né impossibile né suicida, nonostante la paura di chi pensa che Twitter potrebbe rompere il giocattolo.

Twitter, infatti, ha vissuto sulla propria pelle quanto può far male non cogliere i giusti segnali di cambiamento – o coglierli in maniera errata – che il mercato lancia e così l'idea che aveva avuto di canalizzare in un servizio chiamato #music tutta la propria utenza è fallito miseramente dopo pochi mesi, lasciando pochissime persone dispiaciute per la chiusura di un servizio che non aveva mai inciso né nel proprio core business né nei cuori dei fan del sito di microblogging. Partire ex novo in un campo abbastanza saturo non è facile e o si dà il via a un filone nuovo, come hanno fatto le varie Pandora, Spotify, Deezer etc per lo streaming – o come fece Apple con il download singolo con la creazione di iTunes -, o si rischia di non raggiungere i risultati ottenuti, o si fa valere la propria forza gettandosi su start up o aziende in forte crescita che possano sopperire alle proprie mancanze, che è un po' quello che sta provando a fare la Apple per coprire il vuoto nello streaming e come, forse, sta pensando di fare Twitter con SoundCloud, un'azienda che si definisce "la YouTube dell'audio" e che in pochi anni è riuscita a costruirsi una solidità e una reputazione importanti coprendo quello che era il vuoto lasciato da MySpace (ehi Timberlake, ma che fine ha fatto MySpace?).

Come dice David Meyer su GigaOm, però, pur non sapendo come andrà a finire questa faccenda, visto che non ci sono comunicazioni ufficiali da parte delle aziende in causa, c'è da dire che forse ci si sta concentrando su un punto sbagliato perché è vero che tutti sono soliti legare SoundCloud alla musica, ma sarebbe più corretto dire che "SoundCloud non è solamente una piattaforma musicale; è una piattaforma audio" e così per Twitter potrebbe essere quello che è oggi Vine per i video anche perché "come molti hanno notato, a SoundCloud mancano accordi con le grandi etichette, ma è perché non sta cercando di diventare Spotify; sta cercando di essere la YouTube dell'audio", continua Meyer, che pensa che il punto fondamentale sia quello.

In un contesto di perdita economico, come quello che tuttora vive Twitter, l'aumento della base utenti e una maggiore connessione coi propri utenti potrebbe fargli gioco. Il perché, però, non sarebbe veramente una buona idea lo spiega Josh Constine su TechCrunch, il quale spiega che prima di tutto sarebbe complesso monetizzare tramite pubblicità (quella audio è odiata dagli utenti) e poi "Twitter potrebbe costruire una promozione migliore per i musicisti senza bisogno di comprare SoundCloud se veramente vuole più contenuto musicale da condividere. E se vuole essere una ‘media company', forse la musica non è il passo più adatto (…) Twitter ha già un rapporto forte con gli artisti e potrebbe ereditare rapporti complessi con le etichette da SC". Un altro problema è che ad oggi, con lo sviluppo delle piattaforme streaming l'azienda tedesca non sarebbe più all'avanguardia come qualche anno fa, e le varie Spotify, Deezer etc oltre che YouTube, permettono a chiunque di avere accesso a tutta la musica che vogliono. Ma il problema fondamentale è che Twitter non è ancora un'azienda completamente stabile, anche riguardo il settore pubblicitario: "Twitter sta ancora cercando di stabilizzare il proprio ‘core business' e benché stia facendo grossi passi avanti con la pubblicità, il business ha ancora bisogno di tempo per migliorare e far sì che l'azienda cominci a fare profitti", a differenza di quanto successe in passato con l'acquisizione di YouTube da parte di Google. "Twitter ha bisogno ancora di stare focalizzata. Focalizzata  nel rendere il suo servizio più seducenteper i nuovi utenti (…), rendendo il proprio feed più gestibile così da rendere i vecchi utenti, invece, più ingaggiati, e implementare il proprio target pubblicitario (…). E SoundCloud non fa nulla di ciò".

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