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Treble racconta TerraMia: “Evidenzio le contraddizioni del Sud come faceva Pino Daniele”

Fanpage.it ha intervistato Treble. Il fondatore dei Sud Sound System, ora solista, ha raccontato l’ispirazione alla base del nuovo album. Nei brani, l’artista ha evidenziato le tragiche vicende che stanno affliggendo il suo Salento e la Puglia in generale, invitando tutti a diventare eroi, a rimboccarsi le mani e lottare.
A cura di Daniela Seclì
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Il 29 giugno è uscito "TerraMia" il nuovo album di Treble prodotto con il sostegno di Puglia Sounds Record 2015. Per Lu Professore, fondatore dei Sud Sound System, questo è il secondo lavoro da solista. L'esperienza con gli artisti salentini, infatti, si è conclusa nel 2005. Fanpage.it lo ha intervistato per approfondire i dettagli di questa nuova fatica discografica.

L'album TerraMia si compone di 13 brani tramite i quali Treble evidenzia le drammatiche vicende che stanno affliggendo il territorio salentino e pugliese in generale. Come sempre, però, l'artista invita ad avere un ruolo attivo, a rimboccarsi le maniche e a liberarsi da quella prigione fatta di ipocrisia, discriminazione, guerra e bugie. Occorre stare attenti a non cadere nella trappola di chi, tramite l'odio verso il prossimo, spinge alla disintegrazione finale, alla lotta dell'uomo contro l'uomo.

Il titolo che hai scelto per il tuo nuovo album è TerraMia. Impossibile non associarlo a Pino Daniele, un artista che tu stimi molto. Come ha influenzato il tuo modo di fare musica?

È una citazione voluta, sottolineata, per vari motivi. Il primo concerto a cui ho assistito da adolescente è stato quello di Pino Daniele, in un paese del Salento. Era il periodo della promozione di Nero a Metà. Mi affascinò la sua musica senza barriere di stile: blues, funky, jazz, world e l'uso del dialetto per esprimere concetti che condividevo già, tra cui la voglia di mettere in evidenza le contraddizioni di un Sud ricco di arte, storia e cultura eppur sofferente e considerato arretrato. Pensavo: "Finalmente la musica d'autore sposa il ritmo!". E questo pensiero è divenuto uno dei pilastri su cui abbiamo costruito la casa Sud Sound System.

Un altro artista a cui ti ispiri è Domenico Modugno. Nell'album hai inserito un rifacimento del brano "La sveglietta". Come mai la scelta è ricaduta proprio su questa canzone?

Modugno ha trascorso una parte della sua vita nel Salento, a San Pietro Vernotico, fino ai vent'anni e molte delle sue composizioni di allora erano in dialetto salentino. Credo che non tutti conoscano queste sue canzoni, ho voluto fare un umile, spero sufficientemente onorevole, omaggio al Maestro. Ho scelto La Sveglietta perché in questo brano sono evidenti le sue capacità di interpretazione e velocità delle metriche, un incalzante ritmo delle parole, l'uso del dialetto in uno stile che oggi gli interpreti del Raggamuffin salentino, dovrebbero studiare ed ammirare: scoprirebbero un Modugno anticipatore anche del nostro ritmo in levare.

Treble: "L'arte parla da cuore a cuore, i politici sono guidati dalla mente. Dobbiamo uscire dalla prigione"

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Sia nel percorso con i Sud Sound System che nell'esperienza da solista, la tua musica non è mai stata solo puro intrattenimento ma un mezzo per veicolare messaggi ben precisi. Credi che l'arte possa risvegliare le coscienze?

L'arte è un mezzo per risvegliare le coscienze o per tenerle sveglie. È un mezzo potente, il più potente! Poiché parla da cuore a cuore, non ha necessità di spiegazioni, interpretazioni, elucubrazioni… quando è così non è arte. Un politico, anche se parlasse a braccio, sarebbe sempre guidato dalla mente (congetture, programmi, inciuci, convincimenti). Un artista, utilizzando la mente non accede a nessun livello poetico. Se ne deve liberare… e come? Ascoltando il cuore. Raggiungendo l'ispirazione, sente la sofferenza del mondo, su questa si siede, diviene triste, una tristezza (il blues!) che alimenta la sensazione di essere chiusi in una gabbia. Chiusi. Bisogna dirlo a tutti! Dobbiamo uscire dalla prigione! “Ehi, siamo chiusi in una prigione! Rompiamo le sbarre dell'ipocrisia, dell'odio, della discriminazione, della guerra, del tradimento, delle bugie…”. Per questo siamo in prigione. Dormiamo.

Nella canzone che dà il titolo all’album parli di chi non si arrende e continua a difendere la propria Terra. Quali credi che siano oggi i mali maggiori da cui il Salento e la Puglia in generale devono difendersi?

Oggigiorno fin troppo semplice fare un elenco: Tap, Ilva, Cerano, scorie nucleari, veleni interrati, Trivelle, Xylella. Quale altra terra sta subendo tutto questo nello stesso periodo di tempo? Contro chi dobbiamo lottare se tutto sembra contro di noi? Ecco il problema, ma io lo chiamo Trucco. Urliamo sempre più: "Dobbiamo ribellarci, tutti a casa… ci vuole una rivoluzione!" ma è questo che “I padroni” della prigione vogliono: costruire dentro la prigione della disperazione, un'altra prigione peggiore, quella dell'odio dell'altro, della guerra. Cioè l'assurdo preambolo della disintegrazione finale: l'uomo contro l'uomo. L'obiettivo materiale del Trucco. Dobbiamo rivoluzionarci dentro. Il mondo non è come lo vogliamo ma come lo facciamo.

La canzone TerraMia è anche una dichiarazione di rispetto nei confronti di chi lotta per ciò in cui crede ma si ritrova ad essere trattato come fosse un criminale. Di recente, è stata richiesta una condanna a 8 mesi di carcere per Erri De Luca per le sue dichiarazioni a favore del movimento No Tav. Qual è il tuo pensiero a riguardo?

Ho dei sentimenti contrastanti a riguardo. Si dice che le parole non uccidano ma si può facilmente dimostrare il contrario senza essere smentiti. Ma è pur vero (escludendo le possibili ed immaginabili infiltrazioni che rendono i movimenti antagonisti spuri e malleabili) che i No Tav, i No Tap, i No triv non hanno l'obiettivo di delinquere ma di difendere il territorio, l'integrità culturale e morale del proprio popolo. Pensiamo solo un attimo al momento in cui non ci fosse nessun antagonismo, nessuna azione di difesa. Che resterebbe? Come si dice da noi: terra pe ciceri (terra per ceci, un detto salentino che indica qualcosa che è ormai morto, ndr).

Treble: "Dobbiamo imparare dai bambini a non avere sovrastrutture mentali. Dobbiamo essere tutti eroi"

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Il video della canzone TerraMia si conclude con una nota di speranza. Un bambino apre una porta sbarrata. Esprimi, dunque, grande fiducia nelle future generazioni. Ma cosa siamo tenuti a fare noi, in prima persona, perché i nostri figli siano poi in grado di aprire quella porta, di liberare il territorio da mafia e malapolitica?

Siamo tenuti ad essere Umani (parafrasando il noto cantante) e a trasmetterlo ai figli dell'uomo. Parlare con parole vere, agire con fatti concreti, rompere le sbarre della prigione, rigettando l'ipocrisia, la falsità dentro di noi. Essere un esempio in questo, imparare dai bambini. Imparare a rimanere bambini, perché da bambini si sta fuori dalla prigione, ci si emoziona del mondo, si è immersi nel mondo, non ci sono sovrastrutture mentali; dove c'è tristezza i bambini vogliono istintivamente portare gioia, sono ispirati, artisti innati.

Nella canzone Respiro esprimi un concetto di "rabbia" che perde la connotazione negativa e diventa quella dei rivoluzionari, la rabbia che è in grado di produrre soluzioni. Può quest’emozione tendenzialmente distruttiva diventare il motore che spinge all’azione e innesca cambiamenti positivi?

La rabbia di cui parlo è la rabbia degli eroi. Non abbiamo bisogno di eroi, dobbiamo essere tutti eroi! Eroe è colui che è arrabbiato perché si è accorto di stare in una prigione che non vuole né per sé, né per gli altri. Non ha dubbi, cedimenti, è arrabbiato perché vede intorno ipocrisia e lui non è ipocrita, vede la gente che ruba, ma lui non ruba né lo farà. Un eroe coerente, un essere umano vero. Così può nascere la pace senza bisogno della guerra. I nemici sono dentro ognuno di noi, ma che fuori e fuori! Quello è il Trucco. Come dicono oggi eminenti studiosi di ogni disciplina scientifica (e da millenni le tradizioni primordiali ce lo trasmettono) la realtà che creiamo deriva dal nostro punto di vista. La realtà oggettiva c'è ed è indiscutibile ma è come un quadro di cui scegliamo i colori…e allora dicu chieu (dico io, ndr), che colori stiamo scegliendo per noi ed i nostri figli?

La tua carriera è iniziata negli anni '90. Quali frutti ti aspetti di vedere scaturire dai tanti importanti messaggi che hai lanciato con le tue canzoni prima con i Sud Sound System, poi, come solista?

Continuo a seminare, a curare le piante perché possano produrre frutti sani, perché i frutti possono marcire, possono essere mangiati e le piante nate dai semi possono ammalarsi. Non è solo importante che ci sia il frutto ma che questo maturi affinché possa produrre un seme non sterile. Bisogna avere cura, come un buon contadino, di tutte le fasi: semina, crescita, fruttificazione, raccolta del frutto, recupero e conservazione dei semi e di nuovo semina, crescita… Buon lavoro interiore a tutti noi. Treble.

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