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Sgarbi smentisce Il Volo: “Documento falso, porterò Trump a testimoniare in Tribunale”

Vittorio Sgarbi risponde ai documenti mostrati da Il Volo, che testimonierebbero la volontà di farli suonare per l’inaugurazione di Donal Trump alla Casa Bianca, e parla di fuffa, minacciando di portare il Presidente americano a testimoniare in un’ipotetica causa.
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Vittorio Sgarbi (Ian Gavan/Getty Images)
Vittorio Sgarbi (Ian Gavan/Getty Images)

Dopo che Il Volo ha pubblicato sulla propria pagina Facebook alcuni documenti che dimostravano un contatto di un'agente per proporre la loro musica alla serata di inaugurazione del Presidente americano Donald Trump, Vittorio Sgarbi risponde ancora e questa volta si fa forte di informazioni ricevute direttamente dal Consolato americano a Milano che nega una richiesta da parte dello staff di Trump a qualche artista italiano e sfida il gruppo e il manager a portarlo realmente in Tribunale, minacciando di chiamare a testimoniare proprio Trump.

"Il ‘documento' non è l'invito di Trump", comincia così la risposta del critico d'arte al post della band che parla di strumentalizzazione "con gratuita volgarità [del]la disgrazia che colpisce l’intero Paese" e che hanno deciso di pubblicare i documenti in loro possesso "per la nostra esibizione richiesta per l’insediamento del Presidente Trump e da certi detrattori data per falsa, solo per rispetto nei confronti dei nostri fan e di tutti coloro che ci seguono, ci stimano e ci vogliono bene".

Sgarbi dice di credere più alle parole di Trump che nei giorni scorsi aveva spiegato che tutti i no ricevuti da personaggi famosi provenivano da persone che non erano state invitate e dice che secondo lui "il documento è palesemente insignificante. Come prevedevo, non fa riferimento a nessun ingaggio, e quindi a nessuna rinuncia ad alcun compenso che mostrerebbe l'orgoglio e il coraggio di chi l'ha rifiutato". Non nega che "qualcuno lo avrà forse ipotizzato" e che "magari ci saranno stati contatti tra la casa discografica e qualcuno dello staff del Presidente. Certamente nulla di ufficiale e nulla di voluto da Trump", ma ai fatti, quello che si vede è che "Suzanne Bender, come sanno gli addetti ai lavori, non è altro che un agente che «piazza» e «vende» artisti" e che lo scambio di mail tra lei e l'etichetta "è la prova che i tre marmocchi non hanno mai ricevuto un invito ufficiale dallo staff di Trump, ma solo quello di un agente che, tentativamente, pensava di rifilarli al neo eletto Presidente americano. Non c'è una richiesta da parte di Trump, men che meno del suo staff, d'invitare Il Volo".

Comunque sia, pare che la disputa partita qualche giorno fa terminerà in Tribunale, con un Giudice che deciderà chi dei due avrà ragione. L'ennesima causa di cui si sentiva il bisogno e che parte con propositi bellicosi, con Sgarbi che chiederà "in tribunale, proprio la testimonianza di Trump" (sic). Lecito credere che il Presidente degli Usa avrà altro da fare.

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