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Sanremo e la “questione dialetti”, i consiglieri comunali bloccano tutto

Stop dal comune di Sanremo alla regola che consente ai brani in dialetto di partecipare al concorso e la musica diventa sempre più politica.
A cura di Alessandro
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È il caso del momento, tutti parlano della “questione dialetti” di Sanremo e quando proprio pensavamo fosse fatta e che le canzoni in dialetto fossero diventate una realtà nel regolamento, dopo l'annuncio ufficiale delle nuove modalità di svolgimento del concorso, salta tutto e se ne riparlerà mercoledì prossimo.

Tutta la vicenda nasce dall'iniziativa di undici consiglieri del comune di Sanremo, appartenenti al Popolo delle libertà, che oggi pomeriggio hanno reso noto la loro intenzione di bocciare la proposta delle canzoni in dialetto al festival che era stata promossa dall'attuale presidente del consiglio comunale Marco Lupi (Lega Nord).

Appena qualche ora dopo che Antonella Clerici, prensentatrice della prossima edizione del festival della canzone italiana, aveva annunciato <<Non pensiamo alla sagra della salsiccia. Se ci saranno, saranno canzoni di grande livello artistico. E non abbiamo minimamente pensato alla chiave politica>> si è verificato proprio, come ci si aspettava, che la politica si interessasse alla faccenda bloccando la modifica al regolamento che più aveva dato fastidio a livello sociale.

La bufera è servita e Gianmarco Mazzi, direttore artistico del concorso giunto quest'anno alla sessantesima edizione, adesso dovrà vedersela con i politici che mercoledì si riuniranno e che poco dovrebbero avere a che fare con le decisioni artistiche relative al festival e invece stanno rendendo complicata la realizzazione di un progetto completo di rinnovamento della kermesse, che quest'anno inoltre sfaterà il tabù degli inediti e aprirà le porte ad autori stranieri.

“Perchè Sanremo è Sanremo”

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