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Robbie Williams ritorna allo swing, ecco come “invecchia” una popstar

Sull’orlo dei 40, una figlia a carico e l’agognata maturità acquisita, Robbie Williams ci riprova con il nuovo disco “Swing both ways”: non è più irrefrenabile come una volta, ma è il primo a rendersene conto.
A cura di Andrea Parrella
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Ammesso che qualche appassionato abbia davvero desiderato, anche una sola volta, che Robbie Williams mettesse la testa a posto, adesso è successo. O meglio, pare successo, visto il numero infinito di volte in cui abbiamo già sentito pronunciare da parte dell'ex/non ex Take That parole di redenzione. All'alba dei suoi 40 anni uno degli artisti pop più considerevoli dell'ultima decade, capace di vendere circa 70 milioni di copie in carriera, cerca di confermare il timido sentiero del rilancio imboccato prima con la reunion dei Take That e poi l'album solista dell'anno scorso, con una nuova opera swing (e i capelli ossigenati). Ritenta questa strada che aveva battuto con successo quando era il Re Mida della discografia internazionale, ai tempi di Something Stupid in coppia con Nicole Kidman e Mack the knife, per intenderci.

Prolifico come pochi, con un termine di paragone che si può pescare solo nel mondo del cinema, ovvero Woody Allen (si parla di quantità, non per forza di qualità), Robbie Williams è un brand new man, irriconoscibile quanto a temperamento, uno che ha raggiunto la maturità dopo il rischio del crollo, fisico e psicologico. Nelle interviste che rilascia loda la sua bambina, Theodore, capace di condurlo fuori dai tunnel della perdizione fini a se stessi, ed elogia anche sua moglie, per la capacità che ha avuto di redimerlo definitivamente. Parla anche della depressione, che lo aveva colto dopo il fallimento di Rudebox, "Pensavo di non essere più all’altezza. Ero come uno di quei pugili che hanno 80 milioni in banca e non riescono a rialzarsi e allenarsi. Ho dovuto trovare le motivazioni" dice, utilizzando appunto il tempo passato.

Perché adesso Robbie Williams sembra un uomo cambiato, l'artista normale che non ti saresti mai aspettato quando la sua norma era l'eccesso, ma che oggi ti pare la cosa più naturale del mondo non lo sia più. E' analitico, seziona i periodi della sua carriera, spiega perché ritorna temporaneamente allo swing e da dove nasce il titolo provocatorio del suo disco (spiegare una provocazione è di per sé cosa un po' agée):

Non posso fare un disco pop ogni anno. Annoierei me stesso e i fan. Avevo un gruppo di canzoni adatte e volevo farle conoscere. Lo swing è la musica a cui ritorno sempre, sono i dischi che mi ha lasciato mio padre. Volevo un titolo provocatorio e divertente. Swings both ways significa essere bisessuali. Ma io intendevo anche indicare il sound, che è sia pop che swing.

La sua metamorfosi segue una normale parabola, discendente dal punto di vista artistico, ma di certo un'impennata per le speranze di vita, circonlocuzione del concetto di crescita. Un pizzico di sorpresa Robbie Williams non la riserva più ai gesti inconsulti, tipici di un rampante 20/30enne con qualche rotella fuori posto che vuole fare la popstar sapendo socraticamente di poterselo permettere; la limita alla consapevolezza dei limiti della sua carriera, meglio dire della metamorfosi avvenuta in lui: ad esempio è ben consapevole di potersi permettere operazioni come questo nuovo disco solo perché può vantare il nome che ha. Riconosce i limiti della discografia e ci manca poco, pochissimo, perché cominci a parlare dei giovani guardando verso l'orizzonte. Anzi lo fa, quando gli ricordano che a breve passerà i 40: "Già, 40 anni. L’inizio della fine. Il pop è una musica giovane, i giovani hanno più appeal, anche nei media. La mia ambizione sarebbe quella di diventare più popolare di Miley Cyrus ma non succederà".

In fondo Robbie ci va bene così, chi vuole può continuare a ricordarselo quando faceva salire ragazze sul palco per mettere loro la lingua in bocca (e derivati). Se questa cosa non è successa, fa niente, quel Robbie Williams sarebbe stato capace di farlo. Ad ogni modo, risentiamoci tra qualche mese, quando cominceremo a dire che Robbie non è più quello di una volta.

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