Riki replica alle accuse di omofobia: “Non sono omofobo, ma sull’argomento c’è tanta ipocrisia”
Riccardo Marcuzzo, in arte Riki, continua a far parlare di sé e ha prontamente risposto alle accuse di omofobia che gli sono state rivolte in questi giorni in seguito ad un botta e risposta piuttosto sgradevole con un Davide Misano, conosciuto come "il prof di latino" di All Together Now. Il cantante, reduce dall'esperienza sanremese, in risposta alle accuse ha dichiarato sul suo profilo Instagram di non essere assolutamente omofobo e di essere caduto in una provocazione, utilizzando un atteggiamento che solitamente non gli appartiene.
Riki si difende su Instagram
La querelle tra l'ex vincitore di Amici e il suddetto Davide Misano si è consumata su Twitter, dove il personaggio noto per la partecipazione al programma di Michelle Hunziker e J-Ax avrebbe espresso un suo parere riguardante l'utilizzo della sintassi nel brano portato a Sanremo da Riki, ovvero "Lo sappiamo entrambi" che nella classifica è risultato ultimo. Il prof avrebbe esordito in tal modo: "Abbiamo smarrito i soggetti e abbiamo capito meno del monologo della Leotta. Quindi tracciamo tutto con penna rossa, suggerendo: ‘Trova pace, con la sintassi e con la vita". A questo punto l'ex concorrente del Festival gli avrebbe dato del "frustrato " e della "checca isterica" in un lungo messaggio di risposta. Ovviamente la frase ha sollevato numerose polemiche a cui il 28enne ha ribattuto con un lungo messaggio su Instagram nel quale scrive:
Viviamo nel paese delle contraddizioni. Dopo il video di Gossip cap. 4, ho passato una settimana a sentirmi dire "che schifo il video che hai fatto baci i maschi". Ho messo dei poster che invitavano a scriverci sopra e mi hanno disegnato sopra piselli e chiamato "frocio". Ho passato dei periodi recenti in cui l'insulto più utilizzato era "bimbominchia" e "finocchio". Ho creato un billboard giante con quel titolo proprio per far riflettere sull'odio che si scatena nel web. Ho passato dei periodi a scuola in cui alcuni ragazzini mi chiamavano ricchione e mi picchiavano. Ho fatto design allo IED di Milano, tantissimi compagni erano omosessuali. Ho aperto tre start up e in una di queste uno dei soci è gay. Ho lavorato e lavoro tuttora con colleghi omosessuali. Nessuno mi ha mai pensato omofobo. Il successo di un artista viene determinato anche dalla resistenza e dalla pazienza, però ricevere critiche e ingiusti oggettivamente ingiusti non è corretto. Ho sbagliato, "checca isterica" se viene detto a me va bene e nessuno può lamentarsi se lo dico io a un chiccessia è un putiferio. Ieri sono caduto nella provocazione, capita di sentirselo dire da amici, di dirlo, di usarlo con altri significati, ma sui social ha un altro suono, un altro peso e capisco che può offendere. Se qualcuno si è sentito offeso mi dispiace, io non sono omofobo, ma credo che intorno a questo argomento ci sia tanta ipocrisia.