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Ricky Martin e la questione gay italiana nelle parole degli Zero Assoluto

Matteo Maffucci degli Zero Assoluto si complimenta con Ricky Martin e ne approfitta per parlare della situazione gay in Italia dalle pagine di Vanity Fair.
A cura di Valentina Scionti
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Poco più di un mese fa Ricky Martin è stato protagonista di uno dei coming out più chiacchierati degli ultimi tempi. Nessuna sorpresa per molti che da tempo avevano capito l'orientamento del cantante della Vida Loca, e shock tra le fan che negli anni 90 impazzivano ai ritmi latini del bel portoricano.

Proprio da questa dichiarazione di Ricky Martin prende spunto l'articolo scritto da Matteo Maffucci, uno dei componenti della band tutta italiana degli Zero Assoluto, per la sua rubrica settimanale su Vanity Fair. L'artista non solo si congratula con Ricky Martin per il gesto importante da lui compiuto, ma coglie spunto da questa rivelazione d'oltreoceano per parlare della situazione degli omosessuali in Italia, una situazione per nulla rosea, anzi più medioevale che degna di uno stato moderno europeo.

E così Matteo Maffucci se la prende non solo con la

zero assoluto

società italiana ma anche con se stesso, mettendosi in prima linea tra coloro che finora non si sono mossi per far sì che la situazione possa cambiare portando finalmente alla nascita dei diritti anche per gli omosessuali.

Ecco di seguito alcuni brani dell'articolo in questione: "Mi sono reso conto che sul tema dell’omosessualità stiamo ancora discutendo se è giusto o no che due persone possano condividere insieme una vita anche di fronte allo Stato. Ma vi sembra normale? A me no, anche perché in Italia non si può fare. E allora mi chiedo per quale motivo non avvenga un’insurrezione popolare. Non di uomini e donne gay, di tutti. È una questione di giustizia ovvia, di rispetto e di civiltà. È deprimente accorgersi di vivere in un Paese che con l’alibi della “vicinanza” al Vaticano ancora cincischia intorno a un problema così importante […] Mi metto in prima fila e mi cospargo il capo di cenere e chiedo scusa anche perché non ho mai fatto nulla per migliorare le cose: è sempre stato quell’atteggiamento che porta a pensare che ‘ci penserà chi di dovere’ a pulirmi la coscienza. Stronzate! Se c’è una cosa che sto capendo, crescendo, è che far finta di niente è accettare lo status quo. Ma come facciamo a definirci un Paese moderno? Siamo gli ultimi degli ultimi. Svegliamoci. A chi da fastidio se i gay hanno una possibilità in più per essere felici?"

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