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R. Kelly è da settimane sotto sorveglianza in prigione per tentativi di suicidio

Sembra proseguire il declino inevitabile per il cantante r&b R.Kelly, che dopo la sentenza dello scorso 27 settembre, che lo ha definito colpevole di 12 capi d’accusa tra cui associazione a delinquere e racket, è stato messo sotto stretta sorveglianza in prigione, per evitare qualsiasi tentativo di suicidio che il cantante potrebbe attuare.
A cura di Vincenzo Nasto
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R. Kelly (Ph Scott Olson/Getty Images)
R. Kelly (Ph Scott Olson/Getty Images)

In un momento di totale declino della sua vita, il cantante R. Kelly sembra essere stato a un passo dal suicidio, al punto da forzare l'ufficio delle prigioni negli Stati Uniti a metterlo sotto stretta sorveglianza ed evitare il peggio. La decisione, avvenuta nelle scorse settimane, testimonia lo stato di salute mentale del cantante condannato lo scorso 27 settembre con l'accusa di associazione a delinquere e racket per aver usato la sua carriera musicale per promuovere un'impresa criminale. Dodici atti di accusa, tra cui abusi sessuali a minorenni e uno schema malavitoso che dal 1994 permetteva al cantante di corrompere funzionari pubblici, come quando attraverso la registrazione di un documento d'identità falso, R. Kelly riuscì a sposare l'allora cantante "protetta" 15 enne Aaliyah. Nel frattempo, si attende anche il processo di Chicago, che vede il cantante accusato di 13 capi d'accusa per aver corrotto con centinaia di migliaia di dollari in contanti inquirenti, affinché non mettessero le mani sulle copie dei sex tape con minorenni che lui avrebbe distribuito.

La decisione di una stretta sorveglianza per tentativi di suicidio

Dopo la sentenza dello scorso 27 settembre, in molti avevano riflettuto su un gesto avventato da parte di R. Kelly, il cantante r&b, detenuto in una prigione dello stato di New York, in attesa del verdetto definitivo del suo caso: associazione a delinquere e racket per aver usato la sua carriera musicale per promuovere un'impresa criminale. Il cantante rischia dai 10 anni all'ergastolo, una prospettiva che ha allertato l'ufficio delle prigioni negli Stati Uniti che ha messo alcune settimane fa il cantante sotto monitoraggio, una decisione che era stata paventata per il rischio di un tentativo di suicidio da parte del cantante. In attesa del verdetto definitivo, l'avvocato Steve Greenberg ha chiarito che il cantante non avrebbe motivo di togliersi la vita e che confida ancora in un risultato che gli permetta di scontare la pena e non rimanere fino alla fine della sua vita in carcere. Bisognerà attendere fino al prossimo 4 maggio per conoscere quale sarà la condanna definitiva, ma solo qualche mese dopo l'artista dovrà essere messo ancora sotto giudizio, questa volta a Chicago, dove ad agosto 2022 inizierà il processo per produzione di materiale pedopornografico, distribuzione e cospirazione al fine di nascondere le prove agli inquirenti.

Il processo a Chicago per 13 crimini sessuali

La linea giudiziaria contro R. Kelly è stata definita negli ultimi mesi: non ci sarà più nessuno sconto nei confronti del cantante. Dopo aver affrontato ed esserne uscito assolto nei due procedimenti legali contro di lui nel 2008 e nel 2013 per abusi sessuali su minori, produzione e distribuzione di materiale pedopornografico, grazie alle decisioni della giuria della contea di Cook, questa volta sembra essere arrivata l'ora del giudizio per R. Kelly. Una delle minori, che nei procedimenti passati aveva deciso di non testimoniare per paura di ripercussioni contro la sua famiglia, ha deciso di collaborare con la giustizia, mostrando il sistema delinquenziale con cui R. Kelly era sempre riuscito a sottrarsi dalle mani della legge. Adesso l'artista è accusato di altri 13 crimini sessuali, oltre che cospirazione e intimidazione degli inquirenti: la produzione di materiale pedopornografico prevede una pena minima obbligatoria di 10 anni di carcere e un massimo di 20 anni dietro le sbarre. Sembra essere davvero finito il tempo in libertà per il cantante di "I believe I can fly".

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